La politica, questa sconosciuta!
Che sarà mai questa corsa sfrenata d’imporre quote rosa! Prestate alla politica. Trafugate al mondo canoro, televisivo, cabarettistico, cinematografico. Trampolino di lancio, il legame parentale. Tra moglie e marito, la politica. Ricetta doc, per esorcizzare crisi coniugali, che allungano la lista dei divorzi nel Paese. Reggono maggiormente le unioni in cui entrambi i coniugi si dedicano alle poltrone. Scappando da quelle domestiche. Le donne, protese verso pruriti ambiziosi, scattano più dei propri partner nella corsa. Una politica inesperta. Che intende rodare sul campo giovani senza più alcun bisogno di gavetta. Senza temprarli, prima di scenderli in campo. Con le elezioni a tambur battente, che il nostro Paese vive spesso e volentieri, la mole dei candidati e della propria cerchia, s’impingua di giorno in giorno. Il nume politico ispira un po’ tutti. Schizzando nell’arena degli assensi per imporsi. E le donne, quelle che un tempo recriminavano contro una parità mancata, urlando i propri diritti, nella tutela della femminilità per l’aborto, completamente in tilt. Protese verso incarichi, proposti in tutti i modi. Mentre il Paride di turno, incollato al pomo della discordia, lo cede a turno, in un Olimpo variegato. Dalle giornaliste di guerra, alle veline patinate. Dalle casalinghe all’acqua e sapone, alle matrone della musica italiana. In un karaoke di assensi e di scontenti. Di querelle e di sfrenate butade. Tutte in pole position, senza alcuna tema nè per la politica italiana nè per quella europea. Senza remore e falsi pudori. Esami dei propri limiti e capacità nel ramo. Proiettate nel mare della gestione pubblica, in un gioco senza parti. Dall’oggi al domani, onorevoli, ministre, deputate. Riuscendo a malapena a conoscere qualche articolo della Costituzione. Armate di staff ad hoc, macchine poco importa se blu o turchine, telefoni cellulari ed iridate carte di privilegi, alle loro spalle nessun rimpianto. Salvo quello, di non esser giunte prima al traguardo! Al di là delle scuole politiche, che stan tentando d’alfabetizzare chi dev’essere calato in campo, non tutte votate per tale arte. Ma ci sono e cercano di districarsi per occupare poltrone. Ovviamente le eccezioni non mancano. Alcune, che hanno ereditato il gene a riguardo, con verve e dinamismo, senza strumentalizzazioni, riescono dignitosamente a rimanere a galla. Incollate, dalla notte dei tempi, a determinati piedistalli. Al di là del colore governativo, l’importante, non mollar la scena!