Salerno:il consigliere Morrone sul Crescent ed il termovalorizzatore

Al Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Salerno

Dott. Franco Roberti

Al Procuratore Generale presso la Corte dei Conti di Napoli

 

Con il secondo rinvio a giudizio a carico della classe dirigente del Comune di Salerno possiamo spingerci a fare alcune osservazioni sulla sua capacità realizzatrice, che possano essere di aiuto, in futuro, per non danneggiare ulteriormente la comunità salernitana.Lungi da me entrare nel merito degli aspetti penali delle due vicende (Ideal Standard e MCM) – sulle quali ho già detto a tempo debito, e nelle sedi formali, quanto era a mia conoscenza – che oggi devono essere commentate solo dai Giudici e dai protagonisti.Il primo elemento, che emerge in modo più che inequivoco – e che io ho sottolineato ripetutamente in passato con scarso successo di ascolto – è che il Sindaco di Salerno non è riuscito, in circa vent’anni in cui è stato decisivo per qualsiasi iniziativa intrapresa dall’Amministrazione Comunale, a realizzare alcuna opera o investimento di rilevante entità e capace di cambiare il destino di sviluppo del capoluogo.Anzi, in particolare, in entrambi i casi a cui i rinvii a giudizio si riferiscono, al fallimento dell’iniziativa ha corrisposto la perdita del lavoro per centinaia di dipendenti e l’arricchimento speculativo di poche persone.Ci rimane, come traccia del modo di operare del Primo Cittadino, la provocazione, rivolta ad un Assessore che gli esternava perplessità su alcuni indici di edificabilità, dal suo punto di vista assolutamente spropositati: gli standard valli a trovare sotto terra!Per le altre opere (Cittadella giudiziaria – Cablaggio delle reti urbane – Stazione marittima – Palazzetto dello sport – Metropolitana – Lungoirno – Polo informatico) è inutile aggiungere altro ai resoconti delle cronache giornalistiche quotidiane (quelle non condizionate da editori vicini al Sindaco) e a ciò che si può facilmente vedere frequentando la città.Segnalo, inoltre, che il Sindaco non ha brillato neppure per iniziativa e reattività allorquando ho fatto rilevare, senza essere mai smentito e sempre con riscontri successivi sul versante investigativo e giudiziario, la diffusa pervasività di imprese in odore di camorra, o sospettabili di contiguità ad essa (delle quali non ho mai mancato di comunicare in modo chiaro i nomi), nei confronti dei cantieri cittadini di opere pubbliche.Il caso della costruenda Metropolitana ha toccato il grottesco, volendo usare un eufemismo: nonostante, dopo oltre dieci anni dalla cantierizzazione, non si sappia ancora quando sarà terminata, è già noto ai salernitani che, per un mero errore di progettazione, si andrà più velocemente da Salerno a Roma che dallo Stadio Arechi al Rione Olivieri (partirà un convoglio ogni 75’).E’ da aggiungere che, per realizzare la Cittadella giudiziaria al centro della città e una Metropolitana con una frequenza da terzo mondo, sono state sacrificate aree strategiche delle Ferrovie dello Stato, precludendo, così, ogni possibilità di crescita dei volumi di traffico su ferro e dei servizi nello scalo.Fatte queste considerazioni, è fin troppo semplice prefigurare scenari catastrofici per i cittadini salernitani a seguito delle ultime iniziative intraprese dal Comune di Salerno: la Piazza della Libertà e il  Termovalorizzatore.Per entrambe le opere il Comune ha deciso di anticipare con risorse finanziarie proprie, raccolte attraverso l’ulteriore indebitamento dell’Ente, l’acquisto delle aree interessatPertanto, se, come temo, anche queste ultime opere subissero la medesima sorte di quelle segnalate in precedenza, verremmo a trovarci velocemente nella situazione di dissesto di bilancio del Comune; situazione, questa, che assesterebbe un colpo durissimo a una comunità già piegata da una congiuntura economica e sociale di particolare gravità.Inoltre, mi sembra opportuno aggiungere, che, nel caso delle aree interessate dalla realizzazione di Piazza della Libertà, esse sono state acquistate dal Demanio, che ha potuto cederle esclusivamente poiché il Comune ha garantito il loro uso con finalità pubbliche.Invece, tutti sappiamo che una parte di esse sarà rivenduta a privati per realizzare un “mostro” di cemento di circa 30 metri di altezza  e con una estensione di circa 270 metri, il quale dovrà ospitare abitazioni, uffici e strutture commerciali.A tal punto, è ovvio ipotizzare che un “mostro” del genere, che, a parere di numerosi esperti, si configurerebbe come uno scempio paesaggistico utile solo a fini speculativi, conseguirà un contenzioso giudiziario da parte di chi ne sarà direttamente danneggiato e da parte di chi, più semplicemente, intenderà difendere il patrimonio di bellezze del secondo capoluogo della Campania.In proposito mi pare giusto sottolineare, sull’opera in questione, uno “strano” silenzio assenso della Soprintendenza Archeologica, senza che il richiesto parere di legge sia mai stato rilasciato.Orbene, se tutto ciò capitasse, da qui a qualche tempo cadremmo inevitabilmente nella situazione di dissesto finanziario del Comune innanzi ventilata e, come per la Metropolitana, il blocco conseguente interesserebbe anche le aree che potrebbero avere ben altro sbocco strategico.La ricaduta occupazionale negativa, peraltro, in questo caso, come per le altre vicende raccontate, è stata già registrata con la chiusura del Jolly Hotel.Pertanto, ho voluto interessare le Autorità Giudiziarie in indirizzo, affinché possano verificare la legittimità di quanto in premessa descritto e, se ne ricorressero le condizioni, valutare la possibilità di un sequestro cautelativo delle aree, per prevenire che le “manie di grandezza” possano continuare ad arrecare danni ulteriori ai salernitani, peraltro già abbondantemente vessati da quanto “realizzato” fino ad oggi. Distinti saluti.

 Fausto Morrone