USA in groppa alla FIAT

 

  Michele Ingenito

Fa sempre una certa emozione apprendere che il figlio di un maresciallo dei carabinieri(l’AD della FIAT Sergio Marchionne) sia l’uomo del giorno nel panorama dei VIP mondiali. Merito dell’industria privata, certamente, che non premia né i cretini né i raccomandati. Spesso assorbiti in una categoria unica in grado di occupare spazi di norma non consentiti nel settore pubblico. E’ impressionante come la FIAT, nel giro di pochi anni soltanto, abbia superato una crisi finanziaria e produttiva che l’avevano buttata sul lastrico o quasi del mercato dell’auto in particolare.Non c’è dubbio che l’uso appropriato dei cervelli abbia determinato un rialzo dalle rovine per un rilancio che appare inarrestabile. E, quel che più conta, in un momento di crisi internazionale da brividi. Fino ad ‘invadere’ il suolo americano, abbattendone l’orgoglio e convincendo una delle prime industrie automobilistiche di quel paese a riossigenarsi alla preziosa fonte italiana.Dopo di che, il girocollo più illuminato dell’Italia che funziona già punta all’assorbimento di un altro colosso dell’auto mondiale: l’OPEL tedesca. C’è del genio, non c’è che dire, nel figlio del maresciallo. Ma anche di chi lo ha saputo apprezzare, dandogli responsabilità che altrove, pensiamo al settore pubblico ad esempio, sarebbero state quasi certamente negate.L’esempio che proviene da questa vicenda di cui è legittimo essere fieri deve fare breccia soprattutto nei giovani. In coloro che vivono l’università come luogo di studio, di sacrificio, di autentica palestra del sapere; dove la formazione non sia una concessione, come sovente accade purtroppo, ma un atto dovuto di cui appropriarsi al meglio. Perché le risorse ci sono, per quanto distribuite ed utilizzate in maniera talvolta irrazionale in virtù delle consolidate logiche della lottizzazione piuttosto che delle reali utilità.Di questo i giovani non hanno responsabilità naturalmente. E allora, in attesa che il ‘Medioevo’ della nostra accademia passi, è bene contare sulle proprie capacità: selezionando da soli i percorsi formativi da privilegiare, incollandosi alle sedie della costanza, dello studio, della cultura. Tanto più i ‘vecchi sistemi’ funzioneranno, maggiore sarà la consapevolezza di avere fatto bene, di avere appreso, di sapere, di ambire. Non è facile per tutti. Ma lo stimolo deve funzionare, deve agire, deve produrre i suoi effetti. Perché i tanti Marchionne in pectore di cui è dotata la nostra società si alleino con un futuro dalle prospettive concrete che, per sua stessa natura, tende ad assorbire, nel privato almeno, il meglio di cui università e cultura riescono oggi ad esprimere.