Spiritualità: cattivo uso delle Sacre Scritture

don Marcello Stanzione

 

      Come fare la differenza tra un buono ed un cattivo uso della Scrittura ? La questione non è semplice, tanto più che la diversità delle interpretazioni, in mezzo a tutti i gruppi religiosi che si collegano alla Bibbia, vieta delle risposte troppo semplicistiche. Il primo riflesso potrebbe essere una salutare relativizzazione. Poiché  la Bibbia autorizza e giustifica  delle pratiche e delle credenze diverse, è il segno che la sua interpretazione esige la prudenza. Ecco alcuni punti che vorrebbero mettere in guardia contro usi abusivi della Scrittura.Prendere coscienza della storicità della Bibbia, è un modo di riconoscere che la Bibbia è stata scritta dapprima per altra gente che per noi. Così, cosa che noi facciamo e crediamo, noi non saremo mai i primi destinatari della prima lettera ai Corinzi. Non si può leggere validamente la lettera ai Corinzi se non riconoscendo che noi non saremo mai i Corinzi. Questa è una delle conseguenze della tappa precedente. Se si comincia con l’ammettere che i Corinzi erano dei lettori datati, non si cercherà di applicare, tali e quali, gli usi e le prescrizioni di Paolo ai Corinzi. Alcuni esempi dimostreranno i malintesi che possono nascere da applicazioni troppo letterali delle Scritture : “Ogni donna che prega o profetizza, con la testa scoperta, fa offesa al suo capo” (1 Co. 11, 5). Occorre dedurne, come la Chiesa l’ha fatto per molto tempo, che deve essere così per ogni eternità allorché si tratta qui di una parola situata, rispondente a delle rappresentazioni e delle pratiche legate alla mentalità antica ?. “Che le donne tacciano nelle assemblee, esse non hanno il permesso di parlare” (1 Co. 14, 34) : si ha il diritto di appoggiarsi su tali testi per mantenere la donna in un ruolo passivo nelle celebrazioni liturgiche ?  Come sapere se un testo è culturale (e dunque normativo solo per i primi destinatari ?) La questione è difficile e di ogni tempo ; già era alla radice di conflitti tra Paolo e gli ebrei… Un problema concreto si poneva ai Corinzi : avevano il diritto di mangiare la carne che veniva dai sacrifici pagani e che erano poi commercializzate ? Molti Corinzi, usciti dal mondo pagano, non si formalizzavano per tutto questo. Gli ebrei, al contrario, pensavano che la legge ebraica lo vietava assolutamente. Paolo scelse una via mediana : si può mangiare senza problema questa carne, a condizione di evitare lo scandalo dei deboli (1 Co. 8). A questo gli ebrei s’opposero violentemente : Paolo presenta loro come facoltativa una pratica per la quale i loro antenati, i Maccabei, sono morti. Si possono abbandonare la pratiche, per la difesa delle quali, i nostri padri sono morti. La risposta è allo stesso tempo semplice e complessa. Quello che era essenziale al tempo dei Maccabei non lo è più secondo Paolo. La fedeltà alla Scrittura non trascina dunque, in questo caso, la riproduzione delle stesse pratiche. Per contro, esige un impegno anche assoluto da parte di Dio.Prendiamo un altro esempio più vicino a  noi : si può leggere nella prima ai Corinzi : “Se fosse altrimenti, che cercherebbero quelli che si fanno battezzare per i morti ?” (1 Co. 15, 29) ; questo versetto è misterioso anche per gli specialisti che non arrivano ad identificare la natura ed il motivo di questa pratica. Pertanto, è ispirandosi a questo passo oscuro che i Mormoni hanno intrapreso a recensire, nei registri del mondo intero, tutti gli antenati dei loro adepti per farsi battezzare per essi. Ecco a quale risultato porta una interpretazione letterale.Il fondamentalismo consiste precisamente nel ricercare nella Scrittura una rivelazione trasparente, immediata ed applicabile così com’è. Questo è dimenticare, secondo la bella formula di Urs Von Balthasar, che “l’uomo, anche nella rivelazione, non toccherà Dio da nessun’altra parte se non nell’uomo”. Non c’è rivelazione che radicata in una cultura : questo resta vero della prima rivelazione, quella che si dice nelle Scritture.  Assolutizzare la lettera della Rivelazione, è voler sacralizzare con la Buona Novella  la cultura che la trasmette.

 

 

 

2 pensieri su “Spiritualità: cattivo uso delle Sacre Scritture

  1. Egregio don Marcello Stanzione;
    vorrei maggiore delucidazione sul significato de:1Co.15,29.In particolar modo vorrei capire perchè i Mormoni considerano questo verso una chiara dichiarazione che anche i morti -non gli uomini in punto di morte bensì i nostri antenati-possono essere battezzati.Per i mormoni,questa pratica é stata dimenticata,ma fa parte della “Legge Divina”;cit.da: “Guida alle Scritture_IL Libro di Mormon”(lo può trovare in internet in versione integrale):alla voce-battesimo dei morti-leggo:”Che faranno quelli che sono battezzati per i morti?1Co.15:29.I battesimi per i morti sono celebrati per la remissione dei peccati.DeA 124:29;127:5-9;128:1;138:33(“Dottrina e Alleanze”-altro testo dei Mormoni-).
    .Allo stesso modo essi credono che”… il Signore condanna il battesimo dei neonati.”Moroni,8:10-21″(da :”Il Libro di Mormon”).
    Con rispetto…Cristina Numa

  2. Gentile Cristina sarebbe stato più corretto porre tale domanda non a me che sono un sacerdote cattolico, ma ai diretti interessati cioè ai mormoni,inoltre tu dici pure che tale loro specifica pratica religiosa non è in uso neppure presso di loro!!! Per cui a Napoli direbbero: ” E che ne parlam a fa?”. Comunque 1 cor 15,29 con il suo accenno ad un battesimo per i morti rimane un enigma storico. Menzionando tale pratica, san Paolo nè l’approva nè la condanna, soltanto se ne serve come di argomento in favore della resurrezione. La storia delle eresie conosce la pratica di un battesimo vicario ricevuto dai vivi per i defunti. Ciò avveniva presso i marcioniti, i montanisti e i cerintiani. Ma è molto incerto se si possano riferire a Corinto tali analogie. In via di ipotesi si potrebbe supporre all’origine di tale pratica il desiderio dei neoconvertiti di rendere partecipi i loro avi dei benefici della redenzione. Buona ricerca biblica. se vuoi tel. il mio cell. è 333 63 oo 481

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