Censura, questa sconosciuta!
di Rita Occidente Lupo
I tabù, quelli che un tempo venivano censurati, perchè offendevano la morale pubblica. O ledevano il diritto alla visione di film e cartoni, senza scivolare nel pessimo gusto, per usare un eufemismo. La censura, sbiadito ricordo. Amarcord :”L’ultimo tango a Parigi”, hard perfino agli avvezzi latin lover. Come tante pellicole brassiane, boicottate dalla critica rosa. Sotto la scure della censura. Militare o politica. Transennante anche il set cinematografico. Oggi, purtroppo, in nome del progresso e dell’apertura mentale, tutto lecito. Qualcuno ha setacciato, non molto tempo fa, l’atavico Cappuccetto Rosso: bollandola, favola violenta. A tal punto da lasciarla, nella sua valenza pedagogica, col punto interrogativo, tra le focaccine della nonna. Il clamore, che ogni tanto anima la critica, intorno allo scoop del momento, prima o poi scema. Dopo aver gettonato ulteriore popolarità al personaggio di turno. Finito nell’occhio mediatico, per lo scandalo. Attualmente, non ci si scandalizza più. Nè del cattivo gusto nè delle battute, che in prima serata anche la Rai propina con estrema disinvoltura. Nessun freno alle grillate boccaccesche nè ai rivoli di violenza che certi fumetti, specialmente orientali, imbastiscono. Alcune sale cinematografiche, tempio closed, per i minori di anni 14, oggi elevano luci rosse. E la censura, spegne i riflettori.Pur continuando a diatribare se Mel Gibson, con la Passione di Cristo, possa ancora costituire un momento di riflessione pasquale o se invece, le scene così cruente, andavano rivisitate. In quanto all’ultima in arrivo “Diario di una ninfomane”, già il coro d’attese alza la voce. Una sessualità spinta, imposta a volte con violenza veemente, rasenta i limiti. Senza che alcuno impedisca che messaggi lascivi, serpeggino a piede spinto. Come per la Letizzetto, che non cessa di puntare sul volgare doppio senso. Nel nostro immaginario contemporaneo, audience solo per sessualità sferzanti. All’insegna dell’anticonformismo più sfregato. A tal punto da innescare una querelle quando il Papa ha parlato di preservativi da abolire anche nella lotta all’Aids. Lì, l’attenzione europea ha dettato la sua. Ed i media, a dardassare la tenzone aperta. Ancora in vita la capacità di scandalizzarsi e di riconoscere le deviazioni? Da verificare! In quanto all’etica…tutta da ricercare!
Ha sicuramente ragione la direttrice per l’assenza totale della censura che non va vista soltanto come uno strumento non democratico. Poi per la Littizzetto, vergognosa, sono in sintonia con l’autrice. E’ vero la Littizzetto, pur di far soldi, venderebbe anche l’anima al diavolo. Complimenti. Un caro saluto da Lea.