L’ora di Religione nella Scuola

            Salvatore Ganci

Sul televideo di questa mattina appare timidamente il risultato del referendum tedesco sull’ora di Religione. La Religione deve tornare a essere obbligatoria? (la sostanza del quesito).  Quello che hanno deciso due milioni e mezzo di berlinesi, chiamati alle urne per un referendum che doveva  dire se la “Religione” doveva tornare ad  essere una materia d’insegnamento obbligatoria accanto all’etica, che dal 2006 fa parte delle ore obbligatorie nelle aule della capitale, o se doveva continuare a essere una materia facoltativa fuori dalle lezioni regolari.I risultati del Referendum si commentano impietosamente da soli. La maggior parte delle scuole tedesche impone lezioni di religione o etica dalla prima alla decima classe. A Berlino, tuttavia, gli studenti possono scegliere solo fino alla sesta classe (equivalente alla nostra prima media). Dalla settima, quando hanno più o meno 13 anni, sono obbligati a seguire gli insegnamenti di etica, ma, se vogliono, possono seguire quelli di religione. Peccato che in Italia ci sia tanta libertà: se non vuoi “avvalerti” dell’ora di religione (cattolica)  che altro fai? Considerato poi che i 25000 insegnati di religione cattolica sono nominati dalla Curia ma pagati dal Contribuente, non è che sarebbe più saggio fare nominare dallo Stato Docenti di “Storia delle Religioni” tra i vari Laureati in Filosofia che accalcano gli atri delle Scuole a “scrutare” le graduatorie delle supplenze? Se non altro avremmo Docenti di indubbio “titolo”.Tenendo conto inoltre della realtà multietnica attuale, probabilmente ciò favorirebbe l’inevitabile processo d’ integrazione e di accettazione delle diversità, non costringendo così  nessuno ad uscire di classe. D’altronde noi tutti siamo diversi da chi?Nel “migliore dei mondi possibili” scegliamo il male minore.

 

3 pensieri su “L’ora di Religione nella Scuola

  1. Gentile signor Salvatore, in Italia si insegna religione cattolica e non induismo o scintoismo o confucianesimo perchè è stato il cristianesimo nella versione cattolica che per secoli ha plasmato la coscienza e la cultura,vedi a riguardo l’architettura, l’arte e la letteratura… dei 25000 insegnanti di religione moltissimi hanno la laurea civile in filosofia, lettere, pedagogia…+ il titolo in teologia o scienze religiose. Mi sembra che chi non vuole avvalersi dell’ora di religione se ne esce tranquillamente e dovrebbe essere la scuola a provvedere ad un insegnamento alternativo di storia delle religioni o di etica fatto dagli insegnanti di filosofia o di lettere. Se poi si vuole fare guerra alla Chiesa e alle famigle dei credenti che pagano le tasse,da cui si pagano gli stipendi di tutti i professori, togliendo l’ora di religione a chi la vuole fare, questo poi è un altro discorso…con stima. don Marcello Stanzione

  2. Se si spostasse l’ora di religione dopo la fine delle lezioni in modo da poter accorpare tutti gli alunni che la frequentano non esisterebbe il problema di trovare un alternativa per i non frequentanti che potrebbero tranquillamente tornarsene a casa e in più si potrebbe ridurre il numero di insegnanti di religione necessari accorpando gli studenti di classi diverse con conseguente riduzione dei costi

  3. Grazie per il commento a questo articolo oramai datato. Secondo me il punto focale è un altro. I docenti di religione sono nominati dalla curia e pagati dal contribuente. La sua soluzione risolverebbe senz’altro parte del problema. Dopo la norizia ANSA del 12 agosto “Gli insegnati di religione ricorreranno in appello contro la sentenza del Tar che li esclude da scrutini e attribuzione dei crediti.” Il Ministro ha pensato alla “saggezza” dell’uomo della provvidenza e ha (discutibilmente) risolto il problema a monte. Sì. la sua idea è saggia…finite le ore curricolari tutti coloro che “si avvalgono” possono riunirsi nella bella e capiente sala multimediale … Eppure sono sicuro che gli insegnanti di religione si opporranno.
    Cordialità
    Salvatore Ganci

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