Tagli all’assistenza farmaceutica

 

Sergio Barletta

La catastrofe, che si è abbattuta sull’Aquila avrà  gravi ripercussioni su tutti i cittadini italiani. In particolare, mi riferisco al taglio della spesa farmaceutica disposta dal Governo con il Decreto Legge del 24 aprile ultimo scorso sugli interventi di sostegno alle popolazioni colpite dal sisma. A seguito, di tale provvedimento è intervenuto il Direttore Generale dell’Aifa ( Agenzia Italiana del Farmaco) Guido Rasi il quale, pur esprimendo il suo apprezzamento per gli ulteriori interventi che il Governo ha inteso adottare per fronteggiare l’emergenza ha manifestato perplessità e preoccupazione per l’interpretazione che nella stesura dell’Articolo 13 i tecnici hanno dato del mandato politico concordato al Tavolo farmaceutico lo scorso ottobre. “Pur ribadendo la solidarietà mia personale e dell’AIFA alle popolazioni colpite dal terremoto, concretizzatasi anche nelle azioni di sostegno realizzate dall’Aifa in raccordo con la Protezione civile, non posso esimermi dall’esprimere profonda preoccupazione per le conseguenze che le disposizioni sulla spesa farmaceutica contenute nel testo varato i dal Consiglio dei Ministri potranno avere sul settore che, in alcuni ambiti, è stato anch’esso duramente colpito dal terremoto. Oltre a non essere aderente a quanto congiuntamente concordato da tutti gli attori del mondo farmaceutico e delle Istituzioni attraverso l’Accordo siglato lo scorso ottobre al Tavolo Farmaceutico, la manovra approvata ieri, che prevede un taglio al tetto della spesa per l’assistenza farmaceutica territoriale pari a 400 milioni di euro (portandolo al 13,6% del FSN), rischierà di pregiudicare gravemente la possibilità di accesso di tutti i cittadini ai farmaci innovativi, come peraltro ho più volte sottolineato. In conclusione, dalle dichiarazioni del presidente Guido Rasi si ha la percezione che nei prossimi mesi, il già grave problema della sanità pubblica può risultare una nuova emergenza da fronteggiare. Oggi, ritengo più che mai, intervenire sui costi della politica e l’abolizione di tanti organismi molto spesso definiti “inutili”.