Cava de Tirreni: Anselmo Botte al Social Tennis per Com&Te
“Mi sento anch’io un immigrato, mi considero tale essendo le mie origini albanesi, anche se i miei avi sono sbarcati in Italia qualche secolo fa”. Ha esordito così ieri sera Anselmo Botte, autore del libro Mannaggia la miserìa, ospite nel salone del Social Tennis Club della rassegna letteraria Com&Te. Al centro del volume il ghetto di S. Nicola Varco ad Eboli, che ospita, si fa per dire, oltre 700 immigrati maghrebini in condizioni disumane tutti impegnati come braccianti agricoli. Laureato in sociologia, attualmente membro della Segreteria provinciale della Camera del Lavoro della Cgil di Salerno, Botte ha tenuto a sottolineare che il suo approccio non è stato di tipo sociologico, ma umano. “Ho voluto raccontare le vite di queste persone -ha evidenziato lo scrittore, rispondendo alle incalzanti domande del giornalista Pasquale Petrillo, presidente dell’Associazione Comunicazione & Territorio, inframmezzate dalla lettura di alcuni significativi brani del libro- perché da nove anni vivo questa realtà che, nonostante l’attenzione anche dei media nazionali, non riusciamo a risolvere”. Nel Mezzogiorno è infatti concentrata la gran parte dell’immigrazione irregolare, frutto anche di una legislazione carente, con stranieri in balia del mercato selvaggio del lavoro. “Siamo tornati al mercato delle braccia- racconta Botte- al lavoro pagato alla giornata, alle angherie del caporalato”. Gli stranieri, provenienti per lo più dai paesi africani, stazionano in quello che doveva essere un mercato ortofrutticolo mai entrato in funzione, in condizioni disumane, senza servizi igienici, con un solo fontanino, tra sporcizia e miseria. Recentemente anche l’assessore regionale alle Politiche sociali, la salernitana Alfonsina De Felice, ha provato a risollevare la loro situazione, ripulendo l’area e sistemando dei container, ma ha incontrato l’opposizione del sindaco di Eboli, interessato ad uno sviluppo industriale di quel suolo. “Ormai per queste persone sono considerato il sindaco onorario”, ha concluso Botte, che ha poi risposto alle numerose e stimolanti domande del pubblico, in particolare di giornalisti e sociologi.