Padova:intimidazione al Direttore editoriale di LiberoReporter

 

Che il mestiere del giornalista sia difficile, lo sapevamo. Ma che addirittura venisse sabotato a costo della vita, è una constatazione che sgomenta. La nostra redazione è vicina alla collega di Liberoreporter, direttore editoriale Daniela Russo, che nei giorni scorsi ha scampato la morte per un pelo, essendo stata oggetto di intimidazioni molto gravi.  L’episodio più odioso è avvenuto martedì 16 c.m., quando il Direttore Editoriale si stava recando a un appuntamento di lavoro. Nel momento in cui la giornalista ha cercato di frenare, il pedale non rispondeva più e ha potuto evitare il peggio solo grazie alla bassissima velocità con cui conduceva l’auto in quel momento. La verità si è delineata solo dopo l’intervento del meccanico che ha verificato la mancanza totale dell’olio dei freni nell’apposita vaschetta; non risultavano tracce di perdite, tagli o fuori uscite. In pratica tutto l’impianto era in perfette condizioni, ma l’olio era stato aspirato con estrema professionalità  e la spia del cruscotto manomessa. Immediatamente è stata fatta denuncia presso la Questura di Padova e adesso ci penseranno gli inquirenti a fare chiarezza su quanto accaduto.  Già da tempo in redazione pervenivano telefonate anonime mute e le auto dei collaboratori, quasi quotidianamente, presentavano sputi sui vetri, ma nessuno avrebbe mai pensato che si arrivasse a tanto. Il Direttore della rivista Daniela Russo afferma: “LiberoReporter è una testata libera, nata per approfondire varie tematiche che bruciano sulla pelle dei cittadini. Abbiamo condotto molte inchieste scottanti e anche se si poteva prevedere, non mi sarei mai aspettata delle ritorsioni così pesanti. Certo adesso non manca la paura – conclude – ma continueremo senza lasciarci influenzare dai fatti; proseguiremo il nostro lavoro di inchiesta che è alla base della linea editoriale della rivista, la quale, è bene ricordare, è apartitica e libera da condizionamenti economici/finanziari”.

 

3 pensieri su “Padova:intimidazione al Direttore editoriale di LiberoReporter

  1. Oggi è come se l’Italia fosse doppia: quella che viene fatta conoscere alla gente e quella che invece nessuno deve vedere… Quando sfortunatamente si viene a conoscenza di quello che non viene detto alla gente, si comprende anche da chi siamo governati, laddove informati di gravi impunità consumate ai danni di qualcuno, viene trovata la sbrigativa e meschina scappatoia di fare finta di non sapere!

    Ho il sospetto che se come per un miracolo ci fosse oggi la resurrezione di tutti quei morti fatti scomparire sino ad oggi con morte violenta e impunita, la politica che viene praticata oggi scomparirebbe come neve gettata nel più arido deserto della Terra. Giacomo Jim Montana

    Domani viene festeggiato il 25 aprile con una tale disinvoltura, come se avessimo quel tal progresso da vedere assicurare a tutti indistintamente l’uguaglianza.

    Chi volesse rinfrescarsi la memoria in qualche periodo e su qualche personaggio visiti il QUADRO SINOTTICO ELEZIONI E PARTITI al seguente link:

    http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/partiti4.htm

  2. Continuano gli avvertimenti e le intimidazioni a LiberoReporter. Solidarietà alla redazione
    Il Comitato di Redazione di LiberoReporter rende noto che continuano gli avvertimenti e le intimidazioni da parte di ignoti, in particolare nei confronti di Daniela Russo, Direttore Editoriale della testata.

    Ennesimo atto intimidatorio contro la rivista LiberoReporter: “Sono passati pochi giorni da quando sono stati manomessi i freni dell’auto del Direttore Editoriale – dichiara Gaetano Baldi Direttore Responsabile di LiberoReporter – ma le intimidazioni proseguono; questa mattina infatti sono state tagliate le due gomme anteriori dell’auto di Daniela Russo”.
    Nonostante l’impegno della Polizia nel voler far chiarezza sui fatti, continuano a pervenire alla redazione inquietanti telefonate mute e le auto dei collaboratori sono oggetto di barbari gesti.
    Malgrado i fatti precedenti siano stati divulgati dai media, gli esecutori non si fermano. E’ essenziale che i colleghi continuino a dar voce a quanto sta accadendo in nome della libertà di stampa.
    “LiberoReporter ha condotto importanti inchieste – ha concluso Gaetano Baldi – sicuramente le intimidazioni potrebbero riferirsi a qualche corda “sensibile” che è stata toccata nei mesi scorsi.
    I trascorsi ci insegnano che il lavoro svolto da giornalisti impegnati in inchieste particolari, ha avuto spessissimo un prezzo troppo alto: la vita”. La Redazione

    Esprimo la mia totale vicinanza e solidarietà alla redazione di “LiberoReporter”, condanno con ira l’ennesimo vile atto intimidatorio subito dal Direttore Editoriale Daniela Russo. Tutto ciò è intollerabile. Un’informazione libera, autorevole, senza padroni né padrini, dà fastidio perché è fondamentale nell’azione di contrasto e denuncia al malaffare. La società civile, che si batte per liberare il nostro Paese dall’illegalità e dal marciume ha il dovere di manifestare la propria vicinanza a chi si è così esposto, per garantire, con professionalità e grande senso del dovere, una “libera informazione”. La serie di episodi d’inaudita gravità è sintomo di un clima d’intolleranza nei confronti della libera informazione e non può che allarmare l’opinione pubblica in un momento in cui a rischio è sempre di più l’autonomia e l’indipendenza dei giornalisti, la libertà di espressione e la democrazia.
    Atti intimidatori di questo genere sono una seria minaccia rivolta a tutti quei giornalisti che svolgono la professione senza piegarsi alla volontà di quanti vogliono ridurre l’informazione al silenzio. Purtroppo le mie parole, anche se sincere e sentite dal profondo, ormai non bastano più. Servirebbe che tutte le parti politiche facessero intendere chiaramente la loro più netta riprovazione verso questi atti, uscendo dal silenzio e dall’immobilità. Le istituzioni devono intervenire con fermezza davanti al crescente clima di sistematica violenza che si sta instaurando nel Paese mettendo in atto provvedimenti di sicurezza e di condanna verso chi pratica l’illecito. L’impunità e l’incertezza della pena permettono che episodi come questo si susseguano con periodica sistematicità.

    Beatrice Zadera

  3. VERGOGNA – VERGOGNA – VERGOGNA

    Siamo certi che le autorità stanno facendo quanto sarebbe di loro dovere ?
    Poche telecamere potrebbero arrivare vicino alla soluzione del problema.
    Certo che l’Italia di oggi assomiglia terribilmente ad Haiti della dittatura Duvalier con i tonton macuites
    presidenziali sempre in azione.

    Auguriamoci che possano essere sepolti da una montagna di vergogna.

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