La storia che si ripete

Angelo Cennamo

E’ lecito porre dei limiti al concetto di libertà che non siano dettati dallo stato di diritto? In altri termini, possiamo concepire una libertà i cui confini siano delimitati anche dai valori? O quel confine va individuato esclusivamente nella norma giuridica? Nell’Europa del terzo millennio si è già affermata una nuova forma di liberalismo laicista che si contrappone alla più classica delle accezioni del pensiero liberal anglosassone, quello, per intenderci, che coniuga il conservatorismo etico con una spregiudicata visione dell’economia. E’ la corrente del “faccio quel che voglio”, ispirata dalla progressiva secolarizzazione dei nostri territori ed improntata al mero utilitarismo. Si tratta di una idea coltivata più o meno consapevolmente in modo trasversale rispetto ai tradizionali schieramenti politici, ma che ha messo le sue radici in alcuni movimenti della sinistra più libertaria. I temi sui quali essa intende affermarsi superando il primato della natura e del senso etico dell’esistenza sono : l’aborto, l’eutanasia, l’uso delle droghe, la possibile sperimentazione sulle cellule staminali embrionali e l’ampliamento del concetto di famiglia, che verrebbe esteso anche all’omosessualità. Questa idea non è altro che il “nichilismo”, fenomeno non del tutto sconosciuto alla nostra tradizione occidentale, trattadosi del principio ispiratore della filosofia sofistica di Protagora. Sembrerà strano, ma il confronto aperto tra relativismo ed antirelativismo era, infatti, già materia di discussione nella Magna Grecia del VI secolo a.c., tra la scuola dei sofisti e Socrate, inventore della filosofia morale, “embrione” ed anticipazione del cristianesimo. Per chi ha individuato nella filosofia socratica l’inizio della civiltà occidentale, il nichilismo o relativismo etico costituisce un tradimento ed un rinnegamento delle nostre più profonde radici storico culturali che, dopo il “moralista” hanno visto nella tradizione giudaico cristiana il proseguimento di quel filone ideologico improntato al riconoscimento di valori non più negoziabili, nè contaminabili dall’evoluzione del costume.La manifestazione del family day, che, tempo fa, portò a Roma un milione di persone, ed il decreto legge sul caso Englaro voluto da questo esecutivo ma bocciato dal presidente della Repubblica, rappresentano gli ultimi tentativi per arginare quella che secondo alcuni appare come una deriva laicista volta ad annientare i capisaldi della tradizione occidentale di ispirazione etica. La conclusione vichiana ci porta allora ad un singolare parallelismo : Protagora contro Socrate come Severino e Veronesi contro Ratzinger e la tradizione cattolica. La storia si ripete.

 

 

Un pensiero su “La storia che si ripete

  1. L’articolo, molto bello ed esaustivo, pone l’accento sul problema a cui tanti a parole provano a rispondere in equanime ed ispirato senso di giustizia, ma, nella sostanza in molti agiscono spinti dal proprio egotismo. E’ evidente che la storia si ripeta perchè la natura, antropologicamente parlando, non muta. Cambiano i contesti culturali, si evolvono usi e costumi, ma i timori ancestrali ed inconsci che muovono l’animale uomo sono gli stessi dalle origini ad oggi. La libertà di ciascuno finisce dove inizia quella altrui, il problema è che spesso siamo ciechi in un mondo di ciechi, e chi vede da un occhio, spesso viene considerato alla stregua di una Cassandra incompresa.

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