Convegno nazionale: autismo, quale realtà

Prende il via venerdì 17 aprile, alle ore 9.30, presso il Salone dei Marmi di Palazzo di Città, la quarta edizione del Convegno nazionale “Autismo quale realtà. Terapia multisistemica in acqua”, promosso dall’Associazione culturale “Giovamente” di Salerno.Il programma della prima giornata prevede, dopo il saluto della Rosa Mandia, Pedagogista Counselor esperta in autismo infantile e Presidente di “Giovamente”, le relazioni del Prof. Massimiliano Conson, Docente di Neuropsicologia clinica della Facoltà di Psicologia alla Seconda Università di Napoli, Giovanni Ippolito, psiconcologo e coautore della favola “Calimero e l’amico speciale”, Maria Cimmino, Psicologa, Mediatrice Familiare, specializzanda in Psicoterapia Cognitiva. Il lavori termineranno alle 17.00.Sabato 18, invece, interverranno Maria Gambatesa, autrice de “Calimero e l’amico speciale”, Sara Salzano, Psicologa, specializzanda in Psicoterapia cognitivo –comportamentale e Maurizio Falcone, Psichiatra e docente  alla Scuola di Psicoterapia Cognitiva di Napoli. con il patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Salerno, del Comune di Salerno, del Ministero dell’Istruzione dell’Università e Ricerca della Campania, dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Salerno e del Comitato di Quartiere di Mercatello. Il convegno rilascerà crediti ECM ed è rivolto a medici, psicologi, neuropsichiatri, logopedisti, educatori professionali, fisioterapisti e terapisti della neuro e psicomotricità ed è aperto anche ai genitori e agli insegnanti.L’obiettivo della due giorni è quello di creare un significativo momento di conoscenza e di comunicazione sui risultati conseguiti dalla terapia multisistemica in acqua. Questo nuovo approccio è una terapia nata e sviluppata in ambiente naturale (piscina pubblica) e creata ad hoc per soggetti in età evolutiva in particolar modo con disturbo autistico. Essa utilizza come modelli teorici di riferimento la Teoria dell’attaccamento di J. Bowlby, l’Holding Winnicottiano, la Sintonizzazione di D. Stern.Le tecniche natatorie e le capacità acquisite durante l’intervento, vengono utilizzate come veicolo per raggiungere obiettivi terapeutici e attuare successivamente anche il fondamentale processo di socializzazione e integrazione con il gruppo dei pari. La paura dell’acqua che il bambino sperimenta, viene utilizzata come attivatore emozionale e relazionale capace di avviare una primordiale richiesta di sostegno e poi di accudimento.