L’Abruzzo risorgerà!

di Rita Occidente Lupo

Risorgere! Ricostruire le coscienze. Ricucire le responsabilità. L’ora della verità, elude lancette legali. Da più parti il desiderio di giustizia. Non di vendetta. Di guardare in faccia i colpevoli dell’eccidio sismico abruzzese. Le abitazioni, non hanno retto. Questa la realtà che da qualsiasi parte venga sfaccettata, urla la sua drammaticità. In termini di vite umane. Una catastrofe annunziata, già nell’aria. Attutibile se L’Aquila avesse avuto l’imprimatur ad hoc, per reggere la furia naturale. Già in passato il terremoto aveva fatto sobbalzare la regione. E da tempo, più di qualche approssimato fisico, aveva accentato la valenza della sicurezza territoriale. Stigmatizzato il dissesto idro-geologico, con i rilievi inevitabili del caso. L’Aquila s’è sbriciolata. Le case non hanno retto, senza remora alcuna. Nè istituzionale nè civile. Oggi i morti chiedono giustizia. Il Governo conta le proprie risorse. Pone mano alla borsa stringata, ma non si tira indietro per la ricostruzione. Sotto lo stesso cielo, ancora tremolante di dubbi, la terra non cessa di borbottare. Ma ciò non sviaggia gli abruzzesi, tenacemente campanilistici.  Urla sicurezza. Quella mancata finora. I criteri antisismici, nel nostro Paese, presi sotto gamba. Un terremoto di tale portata, in Giappone, California o Nuova Zelanda, avrebbe sensibilmente ridotto danni e vittime. Le dimore, come quelle giapponesi in legno, capaci di fronteggiare il sisma senza sbriciolarsi al suolo. La storicità aquilana ha ceduto il passo alla sabbia marina, agl’impasti irregolari. Ora tecnici, geologi, fisici, all’unisono spartiscono responsabilità e doveri. Ma i morti, tacciono per sempre. Possono solo costituire un freno alla cupidigia edilizia, che potrebbe continuare ad essere letale. Frenare gli appetiti superficiali abusivi, proiettanti il nostro Paese, nello scacchiere dei popoli senza tetto. Esistono delle norme oggettive, per la messa in sicurezza delle dimore. Specialmente le più giovani. Insistere sul territorio, solo se ossequiose ai dettami legislativi. Un modo per vivere il terremoto meno drammaticamente,  restando nelle proprie dimore, senza finire sotto i mattoni. Gli omicidi colposi, non possono passarla liscia! Nell’augurare una Santa Pasqua a tutti i nostri lettori, ci auguriamo che il Cristo risorto possa seminare pace e serenità specialmente tra gli abruzzesi, facendo trionfare la giustizia per il futuro bene civile. Nell’uovo di Pasqua, per loro, una nuova dimora, sicura, sempre sotto lo stesso cielo!