L’Abruzzo…risorgerà!
Non dimenticheremo. L’affermazione del presidente Berlusconi, a suggello del cordoglio alle vittime del sisma abruzzese. La disponibilità ad accogliere gli sfollati, anche offrendo le proprie dimore. Un conforto per quanti hanno smarrito tutto. Anche la propria identità. Risucchiata in 20 interminabili secondi. Il finimondo. Scene intense, quelle che in diretta Rai, hanno mostrato la sfilza di bare del Venerdì Santo per i funerali di Stato. Più di qualcuno, profondamente turbato. La coralità dei superstiti, accanto al silenzio politico. Dinanzi alla tragedia dell’immane dolore, non s’è potuto esclamare “Lo Stato dov’era!”. Ma Dio dov’era! L’interrogativo martellante, degli affranti sorretti da psicologi ed assistenti sociali. Volontari e Forze dell’Ordine, in attonita compunzione, alla celebrazione eucaristica, presieduta dal Segretario di Stato Vaticano Mons. Tarcisio Bertone. La croce del Venerdì Santo. “Erano ai piedi della croce…” scandito nell’aria il ricordo evangelico. Il martirio degl’innocenti. L’urlo lacerante di chi nelle orecchie serba ancora le voci dei propri cari. Alla moviola, una fiction assurda, da non sembrar vera. Un incubo senza precedenti. Le colpe…Ora L’Aquila risorgerà, sebbene spostata di ben 15 cm., dalle polveri delle responsabilità civili. Le circa 700 scosse in tre giorni, troppe per garantire sonni tranquilli anche sotto tende. Quando la terra cesserà di tremare? Lo sciame sismico, ormai da mesi, ha raggiunto l’apice della sua energia. Una strage, che se rimanda per i toni a quella irpina dell’80, stigmatizza come nel nostro Paese, malgrado i costanti allarmi geo-fisici, continui il rischio senza rimedi. Nulla s’è fatto e nulla si fa per evitare che, “ballando” sugli Appennini, possano crearsi tragedie. Quella friulana, triestina, messinese, solo per citarne alcune. E la nostra felix Campania, che ha di ubertoso solo il clima mite e la melanconia dei mandolini, per prevenzione idro-geologica, lascia molto a desiderare. Stentano a decollare i piani d’evacuazione. Difettano le precauzioni infrastrutturali. Deficitano i criteri oggettivi, con i quali porre mano all’edificazione legale. Ancora il fiato trattenuto. Sabato Santo prepara la Pasqua di Resurrezione. L’Abruzzo, nella sua fierezza, solleverà il capo per andare avanti a mo’ della tenace Rossella di Via col vento “Domani è un altro giorno!”. Ce la farà. Partendo proprio dal nulla, dalla new town, che dovrà coesistere con la vecchia, senza spegnerne il ricordo.