Tribunale Vallo della Lucania: Palazzo da rinnovare

Angelo Cennamo

Tutte le volte che mi reco al Tribunale di Vallo della Lucania mi pongo lo stesso quesito : chi lo ha progettato? Perchè costui si è accanito con tanto sadismo contro la scienza architettonica ed il comune senso dell’estetica? La giustizia non soffre abbastanza per le sue storiche carenze strutturali e per le limitate risorse economiche che i governi le riservano nei miseri bilanci annuali? Ah saperlo! Il solo fatto di avvicinarvisi mette angoscia. Dietro la sbarra, sulla collinetta destinata allo scempio, campeggia la mastodontica scritta ALETEIA ( verità in greco attico). Ma l’unica verità è che quel “sito di stoccaggio” è una vera schifezza! L’ingresso in stile “asilo di Beslan”, con le sue porte anodizzate dalle lunghe vetrate, ti conduce ad un’abulica area di sosta ( di sosta perchè non sai dove andare). Sulla sinistra il mesto bar per un veloce e deprimente ristoro. Sulla destra l’ignoto. Chi decidesse di inoltrarsi per i corridoi delle remote cancellerie farebbe bene ad avvisare i congiunti per l’imprevedibile tempo del ritorno. Chilometri di “miglio verde” in perfetta solitudine per guadagnare le nascoste stanze degli adempimenti. Tutte uguali. Nessuna indicazione. I soffitti bassi di cartongesso e il dominante colore bianco delle pareti evocano la mitica “villa celeste del dott. Tersilli” di Alberto Sordi. Le camere anguste riservate al consiglio dell’ordine mal si conciliano con gli immensi spazi dell’intera struttura. Insomma un vero obbrobrio. L’udienza è finita. Torno a Salerno……mi attende la scuola Vicinanza.  

 

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