Salerno:”Il naso immaginario” con i vini del Sannio

I vini del Sannio prodotti dall’ Azienda Agricola Iannella saranno ospiti giovedì 9 aprile, dalle 16 alle ore 20, con l’open taste e a seguire cena con il patron Antonio Iannella, del secondo appuntamento della sezione “Il naso immaginario”, curata da Vito Puglia, inserita nella seconda edizione di “Quello che passa al convento”, promossa dal Convivio delle Arti dei Rozzi e degli Accordati, presieduto da Vito Puglia, con il contributo del Comune e dell’Ente Provinciale del Turismo di Salerno, del Pastificio Amato, della Centrale del Latte e di Salerno Energia e la collaborazione della web radio Unis@und, ospite di Marco De Simone, gestore del complesso. Il naso immaginario ci condurrà alla conoscenza della pratica che è dietro lo straordinario mondo del cibo e del vino. Un modo per recuperare un rapporto intimo di appartenenza col nostro territorio. Il buon senso, la sapienza, o, come dicono in Francia, il savoir faire,  si traducono in cultura, la qualità non è cosa scontata. Produttori, agricoltori e artigiani del variegato mondo del cibo e del vino regaleranno uno spaccato della loro storia umana e imprenditoriale, a rappresentare la vera grandezza del nostro paese agli occhi del mondo.In questo secondo appuntamento conosceremo una passione per l’aglianico che si tramanda da tre generazioni,  da Giovanni Iannella, il capostipite che ha fondato l’azienda agricola Iannella nel 1920, al nipote Antonio che del nonno ha la stessa “vocazione”, passando per don Nicola, figlio del primo.La cantina viene fondata circa un secolo fa, grazie a Giovanni Iannella che, utilizzando le uve prodotte nei terreni di famiglia, costruisce a Torrecuso una piccola cantina che produce inizialmente solo 50 quintali di vino. La raccolta e la vinificazione venivano svolte in modo artigianale, e i vitigni erano quelli autoctoni, tra cui l’aglianico. Lentamente l’attività della cantina si espande e la qualità dei suoi prodotti riscontra consensi sempre più ampi tra consumatori ed intenditori. Nel 1955 l’attività passa nelle mani del figlio Nicola che aumenta la capacità produttiva riuscendo ad ottenere sempre più una migliore qualità delle Doc. Dal 1992 a reggere le sorti della cantina c’è Antonio, nipote del fondatore, che con dedizione e passione si dedica all’enologia e destreggiandosi tra uve e botti impara i segreti del mestiere di mastro vinaio. Si giunge al 2000, e le accresciute richieste provenienti da ogni parte del mondo portano Antonio Iannella ad ampliare significativamente la struttura della cantina, che oggi è un ampio e moderno stabilimento con macchinari all’avanguardia. La produzione viene ampliata e diversificata, così accanto al coda di volpe e all’aglianico compare la falanghina, sempre nel segno della valorizzazione dei vitigni autoctoni beneventani. Infine, nel 2004 il salto di qualità, con la commercializzazione in proprio pronto ad aggredire un mercato ben più vasto di quello locale. Allargare la zona di vendita portare il vino di Torrecuso oltre gli angusti confini locali puntando ai mercati nazionale ed estero, grazie anche alla presenza in importanti fiere come il Vinitaly.…

I vini delle Cantine Iannella sono quasi tutti vinificati in purezza: c’é la Falanghina del Taburno Doc, con uvaggio di falanghina al cento per cento, l’Aglianico del Taburno Doc , “Incigno” il novello di Aglianico.  A questi prodotti base si aggiungono i due vini top della produzione: il “Don Nicola”, una riserva di Aglianico Taburno DOC che è stato premiato in più rassegne enologiche, detto anche “u’ Signore”, in quanto si tratta di un signor vino: naturalmente vinificato in purezza. C’è poi il “Niè”, un bianco IGT Campania  (il nome Niè è il diminutivo di Mariantonietta che poi sarebbe la quarta generazione delle Cantine Iannella). Il Niè è un bianco ottenuto dall’unione di tre straordinari vitigni autoctoni, falanghina, greco e fiano, con una gradazione alcolica di 13.5 gradi fresco e giovanile sia nell’aspetto, ricco di profumi e sapori inebrianti.Il 2007 è stato un anno ricco di novità enologiche per l’azienda di Torrecuso che ha allargato la rosa dei suoi prodotti mettendo sul mercato due importanti vini: Piedirosso e Rosato. “Il primo, tipica espressione dell’area Flegrea, trova un’interessante declinazione anche nel Sannio, un vino morbido, dalle forti note speziate da bere giovane e che ha già conquistato il cuore di molti consumatori per la sua ‘amabilità’. Spiega Antonio Iannella – il Rosato, troppo spesso dimenticato, è considerato un vino senza una propria identità, i rosati sono in realtà vini prodotti con specifiche tecniche e qualità proprie di tutto rispetto. Il Rosato di Aglianico, per le caratteristiche intrinseche del vitigno, si presta bene a questo tipo di vinificazione, conservando una struttura di carattere  fortemente minerale. I vini rosati, inoltre, offrono un’invidiabile versatilità anche a tavola e consentono abbinamenti enogastronomici estremamente bilanciati e interessanti ed in più incontrano la domanda crescente dei consumatori che prediligono alcolici più veloci e da aperitivo”. Ma le novità non finiscono qui a breve sarà presentato un nuovo vino che farà la sua comparsa nella primavera 2008: un prodotto di nicchia, in edizione limitata frutto di un vigneto antico e dalla bassa resa per ettaro.  I vari  riconoscimenti avuti dall’azienda sannita, che ha avviato rapporti commerciali anche con l’estero, specialmente Stati Uniti e Germania, sono il frutto di un proficuo mix tra la propria collocazione geografica (l’area del Taburno è una zona a forte vocazione vitinicola e, non a caso, Torrecuso è il primo comune italiano ‘detruciolizzato’, cioè contrario all’uso dei trucioli per l’affinamento del vino),  e la significativa esperienza che le Cantine Iannella hanno accumulato in quasi 100 anni di attività.