La media borghesia del tempo che fu!

Angelo Cennamo                    

Tutta la vita ad inseguire la media borghesia e quando ti sembra di averla raggiunta non esiste più il ceto medio. Che fregatura! La mia generazione, quella cresciuta tra la scuola e i cineforum, con la fila ben marcata tra i capelli e ai piedi i mocassini testa di mora, tirati a lucido dalla cromatina in tinta, è vissuta inseguendo il mito del progresso sociale e del riscatto professionale. Nel costante esercizio del bon ton a tavola e nella cura del frasario galante per ben figurare ai primi appuntamenti, quando con l’auto di famiglia, fresca di autolavaggio e profumata dall’arbre magique alla vaniglia, si passava il tempo a circumnavigare il condominio di “lei” per poi fermarsi, in netto anticipo, davanti al portone, quello sbagliato. Era il nostro mondo, ne intuivamo i colori e i sapori. Crescendo saremmo diventati “borghesi” e dall’alto delle nostre giacche e delle nostre cravatte avremmo ripensato con tenera nostalgia a quelle serate semplici, trascorse a mangiare popcorn al boowling o a pomiciare in macchina al drive in. Non potevamo mettere in conto che di lì a poco lo tsunami della globalizzazione avrebbe spazzato via la nostra terra promessa, i luoghi delle nostre affinità elettive, gli spazi del comune sentire, i confini delle nostre abitudini, per ammassarci in un proletariato generalizzato, fatto di inestricabili commistioni tra vissuti opposti e di coartate contaminazioni al ribasso. E ‘ finito il tempo del riconosciuto perbenismo, delle ambite distinzioni e dei valori definiti. In quell’immaginario collettivo lo stile e la grazia erano privilegi discriminanti – ben detto – oggi comportamenti da cui fuggire per non rischiare l’isolamento e l’emarginazione. Meglio occultarsi nella volgarità massificata per non deludere il prossimo. Il bello disturba, il colto ripugna, l’eleganza roba di altri tempi. Viviamo in un gigantesco ipermercato che accorpa tutto, semplifica, riduce ad uno ed annulla le nostre preziose differenze. Scivoliamo nel baratro dell’indistinguibile, nell’egualitarismo esasperato che non ama coltivare la diversità. Un comunismo virtuale che non può fare a meno del suo materialismo estremo e che promette uguaglianza anche a chi non sa cosa farsene. Dov’è finita la borghesia? Affannoso approdo di una vita spesa alla ricerca del meglio. Identità contesa tra conservazione e ribellione. Ci salveremo da questo diluvio di ostentata ignoranza? Da questo dilagante malcostume, indifferenziato e quindi democratico? Verrebbe da dire: sotto il borsalino niente, ci tocca la bandana.

 

 

2 pensieri su “La media borghesia del tempo che fu!

  1. Dov’è finita la borghesia?
    Se era quella che ha descritto lei in questo, comunque, bell’articolo, allora è meglio che sia morta!

  2. Gentile Angelo N., non sono un nostalgico della borghesia salottiera, quella snob che ha costruito sui privilegi e le amicizie le proprie fortune. Rimpiango, piuttosto, alcuni valori e lo stile elegante di talune categorie umane, che oggi si stanno estinguendo.

I commenti sono chiusi.