Eboli: sequestrata azienda agricola, per inquinamento

Il 4 Aprile 2009, ad Eboli – Località “Torre Palladino” i Carabinieri della Compagnia di Eboli, collaborati da ausiliario  di polizia Giudiziaria, esperto  regionale, appositamente nominato dai Carabinieri e con l’ausilio delle Guardie Provinciali  del W.W.F. di Salerno, al termine di attività ispettiva, tesa a contrastare  l’inquinamento ambientale ed in particolare delle acque, del suolo e sottosuolo, sottoponevano a sequestro probatorio  l’azienda agricola zootecnica “San Michele” che si estende su di una superfice di 35,000 metri quadrati con 1.100 bufale, deferendo in stato di libertà il titolare A.G. di 50 anni da Agropoli, a seguito delle accertate violazioni alle seguenti norme:

          Decreto 7 aprile 2006 (norme tecniche generali per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento);

          Art.124 comma 1 sanzionato dall’art. 137 comma 1 D.L.VO 3 aprile 2006- nr 152 perché in qualità di responsabile legale attivava uno scarico di siero di latte frammisto a sostanze acide e prodotti usalmente utilizzati per la pulizia delle strutture industriali in uso nelle sale mungitura nonché per il lavaggio della pavimentazione;

          Art. 124 comma 1 sanzionato dall’art. 137 comma 1   D.L.VO 3 aprile 2006- nr152 poiché in qualità di titolare di impresa attivava uno scarico non autorizzato e quindi un illecito smaltimento di percolato liquami ( parti palabili e non palabili) provenienti dalle aree di stabulazione dopo essere stati scaricati inizialmente in vasca, attraverso l’ausilio di una pompa sommersa a sua volta collegata con un sistema di tubazioni interrate condotta che consentiva lo scarico abusivo in un canale in terra battuta;

          Art. 124 comma 1 sanzionato dall’art. 137 comma 1 D.L.VO 3 aprile 2006 n.152perchè in qualità di titolare di impresa attivava uno scarico non autorizzato e quindi  un illecito smaltimento di percolato liquami ( parti palabili e non palabili) provenienti dalle aree di stabulazione dopo essere stati scaricati inizialmente in vasca, attraverso l’ausilio di una pompa sommersa a sua volta collegata con una seconda tubazione interrata, provvista di due manichette che appositivamente manovrate ne consentivano lo scarico abusivo;

           Art.6 comma a), B) e comma c ) del D.L.172/2008, poiché in qualità di titolare di impresa abbandonava, scaricava e depositava sul suolo e nel sottosuolo in modo incontrollato rifiuti speciali non pericolosi ed in particolare rifiuti zootecnici (parti palabili e non palabili, liquami urine ect., provenienti dall’attività di allevamento bufalino);

          Art. 674 C.P. poiché a seguito della condotta assunta, concorreva attraverso il getto e lo scarico di affluenti di allevamento, a deturpare l’ambiente circostante l’allevamento zootecnico da lui condotto;

          Art.192 comma 1 e 2 del D.L.VO 3 aprile 2006 nr.152 per aver realizzato un deposito incontrollato di rifiuti ed in particolare affluenti zootecnici in un canale consortile per l’irrigazione dei terreni della piana del fiume sele a seguito della illecita attività di scarico.-

L’azienda in sequestro è stata affidata in giudiziale custodia al proprietario.

L’attività ispettiva è stata intrapresa all’alba del 4 aprile per verificare la corretta modalità di gestione degli effluenti zootecnici provenienti dall’ allevamento ed il rispetto della normativa vigente ( Decreto 7 aprile 2006 e decreto Legislativo  in materia ambientale 3 aprile 2006, n. 152  e successive  modifiche ).L’allevamento di 1.100 capi bufalini si sviluppa su di una superficie quasi completamente cementata, provvista di  due vasche  di stoccaggio dei refui  zootecnici. I reflui  palabile e non palabili presenti nei canali scoperti vengono fatti defluire in direzione delle vasche a mezzo di acqua proveniente da canale consortile per l’irrigazione  dei terreni della piana  del fiume Sele. Il mancato riscontro, però,  nelle vasche di stoccaggio dei volumi di acqua della linea consortile ha impegnato oltremodo gli operanti in una  accurata  verifica  delle linee di deflusso delle  acque riscontrate nell’azienda nonché delle linee di pozzetti.Tale verifica (che si rendeva necessaria anche alla luce della  scoperta di effluenti zootecnici presenti nel canale in terra battuta all’esterno, al confine con il perimetro aziendale, nonché della presenza di condotte), ha consentito di accertare che le acque di piazzale e le acque reflue (liquami zootecnici) immessi in una secondaria vasca, in cui venivano  convogliati a mezzo di condotte interrate, con l’ausilio di una pompa sommersa  collocata nella seconda vasca di stoccaggio, collocata alla prima mediante tubazioni, venivano scaricati forzatamente, a seguito della messa in  funzione della pompa sommersa e dello spostamento di due chiavi di arresto.Tale azione consentiva di scaricare i reflui zootecnici in un tombino al di  sotto del quale era presente un vecchio canale di cemento al quale era stata rimossa la copertura per consentire l’ illecito scarico in un secondo canale che  si immetteva  all’esterno, canalizzando  i reflui zootecnici nel canale consortile per irrigazione dei terreni della piana del fiume Sele. Inoltre si acclarava che la concimaia favoriva   l’immissione  del percolato,che a  seguito di impiego di coloranti veniva  scaricato nella condotta consortile dove venivano convogliati i reflui zootecnici. Infine si accertava  che le acque di scarico della sala mungitura insieme alle  acque di  lavaggio frammiste ad acidi e sostanze impiegate per la pulizia della lavatrice e di altri macchinari, mediante tre pozzetti  le acque reflui industriali (siero, acidi e diluenti), venivano convogliati in un canale esterno che le confluiva nel canale consortile. Alla luce delle palesi violazioni  accertate ed in assenza di qualsiasi documentazione, registri ed  autorizzazioni che il proprietario non era in grado di esibire, atteso anche la gravità e l’entità del fenomeno di inquinamento accertato, i Carabinieri insieme agli altri operanti procedevano a  sequestro dell’azienda con 1,100 capi bufalini ed annessa sala  mungitura facendo carico al proprietario di rispettare la normativa vigente in materia di tutela e benessere degli animali ( alimentazione , pulizia e mungitura degli stessi) ,diffidandolo a chiudere le  tubazioni che consentono lo scarico  delle acque reflue nel canale consortile.All’azienda venivano apposti cinque sigilli. Intanto, i Carabinieri della Compagnia di Eboli, grazie  alla loro presenza capillare sul territorio,  proseguono l’attività di monitoraggio delle aziende agricole zootecniche finalizzata  al rispetto della normativa vigente in materia di inquinamento ambientale del suolo, sottosuolo e delle acque .