I tagli alla scuola ed il ciclo delle incapacità

*Salvatore Ganci

Su “Italia Oggi” del 4 aprile un articolo di di Alessandra Ricciardi titola “Fuori dalla scuola in 42 mila”. E saranno la scuola media e le regioni del Sud a pagare il prezzo più alto dell’operazione “taglia cattedre” – continua la cronista – con la soppressione della seconda lingua comunitaria, la riduzione degli orari e con il ridisegnare le classi di concorso. In Italia c’è stata troppa offerta (molti sostengono di bassa qualità) e nessun criterio di  meritocrazia nei concorsi (ma molti docenti, a dispetto della Costituzione sono stati assunti senza “concorso” per titoli ed esami). In un articolo di Giulio Cortini (apparso su “I Quaderni del Giornale di Fisica”) il ciclo di incapacità che coinvolge l’Università (che dovrebbe formare), i docenti (che sono formati) è raccapricciante per lucidità. Vi raccomando caldamente la sua lettura. Ovviamente in questo articolo è bypassata la difficoltà offerta dal malcostume dei concorsi universitari. Ma parlando proprio di Salerno, mi chiedo: è possibile che un ben noto “figlio di” vinca un concorso dove è unico candidato e senza un rigo pubblicato, mentre altri (sempre a Salerno) con lavoro silenzioso e modesto sono sempre senza carriera ma sulle più quotate riviste di Fisica? E’ possibile che una Cristina Rognoni figuri nell’organico MIUR come “professore associato non confermato”? Cosa significa questa formuletta? Che viene pagata da “Associato” ma in realtà è stata chiamata dalla Francia senza avere requisiti di Legge? Non è forse l’assenza completa della “meritocrazia” (che non è morta con il ’68 perché il malcostume dei concorsi, in Italia, è secolare) che ha causato i mali peggiori? Mali che accomunano tutto il sapere dalla scuola primaria all’università. Temo che per la scuola si prepareranno tempi duri (e licenziati con poche speranze, specie nel Sud) mentre per l’università, si sa, le cose andranno meno peggio… Insomma: il ciclo delle incapacità sopravvivrà in saecula saeculorum.Grazie se qualcuno vorrà opporre argomentazioni che invoglino all’ottimismo.

 

*(professore associato idoneo in regolare concorso MIUR ma non chiamato)

 

3 pensieri su “I tagli alla scuola ed il ciclo delle incapacità

  1. Caro Ganci,
    temo che la sua richiesta di argomentazioni ottimistiche resti lettera morta.
    C’è bisogno di una rivoluzione liberale, ma chi potrebbe farla non la vuole perchè non gli conviene e chi la vorrebbe non ha la forza di pretenderla. Così rimane soltanto chi, furbescamente, la promette.

  2. Gentile redazione di “Dentro Salerno”, la scrivente è una Counselor diplomanda tra due mesi. Leggo con molto piacere l’articolo coraggioso del Prof. Salvatore Ganci perchè,in modo aperto e pulito tratteggia una situazione comune (tragicamente)al mondo della scuola. Se sei un/a figlio di XXXXX fai carriera,se sei preparato bene,altrimenti… i risultati sono sotto gli occhi di tutti: degrado morale, incipit motivazionali nulli, apprendimento scarso, eccellenze rarissime e non incentivate. Io mi affaccio a breve al mondo del lavoro con competenze nuove (in Italia),sono raccomandata da me stessa, avrò prima o poi almeno la possibilità di dimostrare che promuovere la libertà dell’individuo in ambienti istituzionalizzanti (le scuole ad esempio)aiuta? Specialmente là ove Docenti frustrati non sanno incentivare, motivare, ascoltare? Io spero di si, coraggio Prof. Ganci,le Sue parole fanno coraggio anche a me che, in quanto Counselor, avrò l’onore di supportare i ragazzi e i giovani adulti di oggi,avrò il delicato compito di aiutarli a diventare ciò che sono, ma non hanno il coraggio d’essere

  3. Vorrei anch’io ringraziare il prof. Ganci per il suo coraggioso intervento a favore della dignità dei docenti meritevoli. Potremmo essere ottimisti, tuttavia, prof. Ganci, solo quando vedremo qualche segnale contrario a quelli dati di recente dalle baronie universitarie: nemmeno un moto di indignazione locale ai fatti a cui Ella ha fatto cenno.

    Qualcuno addirittura dice che questi atti verrano localmente premiati con una rinnovata fiducia da parte dei docenti dell’Ateneo. In terre come le nostre chi mostra i muscoli del potere sembra vincere sempre. Chi, invece, fuori dai perversi meccanismi del “sistema”, confida solo nelle sue capacità, come dice la dott.ssa Rezzoagli, non va lontano e, se ci prova, viene fermato in un modo o nell’altro.

    Ottimismo, allora, potrebbe essere la speranza di potere un giorno cogliere l’invito di Eduardo De Filippo, quando invitava i giovani di Napoli a fuggire.

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