Paolo Guzzanti: di nuovo nel Partito Liberale Italiano

Michele Ingenito

Paolo Guzzanti, ex-protagonista di Forza Italia, rientra tra i ranghi di un’area politica a lui più congeniale, il Partito Liberale Italiano, di cui è ora vice-segretario. L’evento è già antico e nessuna novità sussiste al riguardo.

Quel che c’è di nuovo, nel vecchio che rievoca, è quanto egli ha dichiarato stamane nel corso dell’appuntamento mattutino a La7.

In sintesi, Berlusconi è un padre-padrone, non c’è più democrazia in quel partito (Forza Italia ieri, PdL oggi), le minoranze sono scarsamente rappresentate, anzi non contano nulla. E’ caro amico di quel pericolosissimo personaggio che è Putin. E così via. Meglio tornare, dunque, ad una democrazia più rappresentativa all’interno della quale le minoranze contano eccome. E qui scatta la memoria. Una memoria che ci riporta indietro ai tempi craxiani del parco-buoi, cioè di quella maggioranza di deputati che, per dirla con il solito linguaggio comprensibile al lattaio dell’Ohio, amavano – perché dovevano – lasciarsi legare là dove voleva il padrone. In breve, democrazia o non democrazia, tra ieri e oggi nulla è cambiato, caro Guzzanti.

Non vedo perché lei, all’epoca, nel pieno di quella democrazia proforma che oggi invoca, saltò sul carro del buon Silvio. Le sue motivazioni di oggi restano nobili, per carità, e meritano rispetto. Ma, in fondo in fondo, un pizzico di ipocrisia c’è nell’esaltare la memoria di ieri contro i fatti di oggi.

La verità è che la politica è potere e il potere è legge. Perché i Berlusconi di ieri, Andreotti, De Mita, Forlani, Berlinguer, Craxi e così via, i piedini non se li lasciavano pestare da nessun Guzzanti di turno.

Come in tutti i regimi democratici, diversamente nella forma e similmente nella sostanza rispetto a quelli totalitari, a comandare sono sempre in pochi, dunque, anzi pochissimi. Con l’unica differenza che nel primo tipo di regime ti lasciano blaterare ignorandoti, mentre nell’altro ti tappano la bocca e così sia. Mai con le buone, sempre o quasi con le cattive. Vedi il caso della giornalista antiregime di Mosca massacrata tempo fa da un clan di banditi e assolti qualche settimana fa dal tribunale di competenza.

Ci sorregge una testimonianza diretta di ciò che diciamo. Abbiamo frequentato per anni Montecitorio, dividendoci tra la sala stampa e il corridoio dei passi perduti, anticamera dell’aula parlamentare.

Quando si intrattenevano i personaggi sopra citati, capivamo che stavano per assumere decisioni importanti. I deputati altri viaggiavano a debita distanza. Perché alla fine, era sempre e comunque la volontà dei capi branco, ci si perdoni l’espressione volutamente non offensiva, a decidere e ad attuare. Programmi, alleanze, accordi e quanto altro. Sempre nell’interesse del paese, naturalmente!

Un pensiero su “Paolo Guzzanti: di nuovo nel Partito Liberale Italiano

  1. Caro Ingenito,
    c’è molto di vero in quello che scrive. Sappia però che una soluzione c’è.
    Lei ha due possibilità per conoscerla: o compre il libro Lo Stato canaglia Rizzoli Editore di Piero Ostellino oppure propone questa sua bella lettera, così com’è, sul blog di Paolo Guzzanti – Rivoluzione Italiana-
    Sono sicuro che in entrambi i casi riceverà le risposte che le mancano.
    Un garbato saluto.

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