Aborto: alla Mangiagalli raddoppia il numero

di Rita Occidente Lupo

Alla Mangiagalli, l’aborto è di casa. Nella hall, la 194, già in passato strizzante l’opinione pubblica sul ruolo dei camici bianchi. La nascita zero del Nord Italia, compensata col Centro e col Sud, dove ancora i bebè vengono attesi da pancioni carichi di speranze. Discorso a parte per le adolescenti. Per gli eccessi del sabato sera. In tal caso, la corsa alla pillola del giorno mdopo. Che non tocca la polemizzata Ru 486, vero e proprio mezzo abortivo. Da adoperare sotto sorveglianza medica. A Milano, dunque, le liste d’attesa delle puerpere potenziali, si srotolano sorpassando addirittura altre nazioni. Eccezion fatta per la Spagna, sebbene anche qui raddoppiate le cifre, rispetto allo scorso anno. In casa nostra, le cause del no alla vita, svariate. Tra cui, il costo inflazionistico. Oggi la crisi economica insiste all’uscio di troppe dimore, un tempo considerate agiate. Il ceto medio, quello che viveva discretamente, senza nè troppi lussi nè ristrettezze, tra mille precarietà. Vessato da utenze varie, alle prese con la quotidiana spesa, non solo alimentare. Ed i figli, tra pannolini e pappine, accessori prenatali e post, costano! Non più manna del cielo, alla luce degli esborsi economici. Un problema a parte per le clandestine. Il loro fardello, è già pesante. Si arrangiano da sole, con le conseguenze inevitabili del caso. Il frutto della crisi, ricade sulla crescita demografica. In questo caso con l’abbassamento, al di sotto delle soglie minime, per il ricambio generazionale. Ma tante coppie, ancora s’affidano alla burocratica macchina dell’adozione, non riuscendo a ricevere, tra le prorie pareti, il sorriso di un’infante. Prima dell’ adolescenza! Le contraddizioni italiane continuano ad imporsi sulla vita di tanti. Sulla morte poi, sta tentando di farlo! Attendiamo gli sviluppi a breve, tra la sfilza d’emendamenti alla patinata eutanasia.