Rdb: privatizzazione dell’Università

A Salerno come in tutti gli Atenei in cui sono state attivate le Fondazioni Universitarie, il processo di privatizzazione dell’Università si diffonde schiacciando ogni prospettiva di rilancio pubblico della formazione superiore e della ricerca. La libertà “costituzionale” della didattica e della ricerca è messa fortemente in discussione dalla propaganda aziendalistica che pervade tutte le proposte di riforma che tacciono sui pezzi dell’Università italiana che giorno dopo giorno vengono stralciati dalle programmazioni, dalle gestioni e dai controlli pubblici. La Fondazione è un ente di diritto privato: il personale di cui si dota non appartiene più al pubblico impiego. L’Università di Salerno si è dotata da tempo di questo strumento che da sempre le RdB CUB hanno criticato opponendosi con forza e in solitudine alla sua costituzione. Il processo della privatizzazione del rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti, iniziato con gli accordi del 1993, si acuisce con l’ulteriore passaggio dal datore di lavoro pubblico al datore di lavoro privato, attraverso le continue e diffuse esternalizzazioni dei servizi e dei lavoratori. A Salerno, dal gennaio 2009 sono entrati in servizio decine di lavoratori assunti da una società privata a cui la Fondazione ha appaltato il servizio delle guardianie e delle attività di vigilanza alle aule. Spariscono i custodi pubblici con la divisa dell’Università, sostituiti da vigilantes privati in divisa militare. Dopo la ristorazione, le pulizie, l’assistenza tecnica e i servizi di stampa (etc…) , oggi, vengono discusse nelle Facoltà attività di supporto alla didattica trasformando il lavoro precario pubblico in lavoro precario privato senza più nemmeno l’evidenza pubblica dei concorsi. Il processo brunettiano di repressione del precariato pubblico, nelle università, si traduce in una forte accelerazione della privatizzazione della gestione delle risorse e delle assunzioni dei lavoratori.Contro il degrado dei diritti e della dignità del personale tecnico amministrativo, contro l’aziendalistico smantellamento delle pubbliche amministrazioni, le RdB CUB continueranno a lottare e a denunciare la deriva privatistica intrapresa dalle “governance” accademiche che sta per travolgere anche la componente docente a cui da oltre un decennio dalla “sinistra sindacale”, addirittura, si propone la “panacea” di un contratto collettivo nazionale con tanto di contrattazione di secondo livello che come osserviamo e subiamo, negli atenei, diventa una misera spartizione di risorse taglieggiate dal governo centrale con la complicità assoluta delle confederazioni sindacali concertative. Il pericolo non è solo la discriminazione di classe per ceti sociali a cui sarà impedito l’accesso alla formazione superiore, c’è la totale estinzione dell’Università pubblica attraverso la trasformazione in Fondazione. La “Libertà” costituzionale della didattica e della ricerca di base soccombe al pericoloso processo di trasformazione aziendalistica che è in corso da tempo attraverso le esternalizzazioni dei servizi e delle attività istituzionali. Il personale tecnico amministrativo e quello docente sarà completamente asservito agli interessi del datore di lavoro privato. La riduzione salariale, la precarizzazione dei rapporti di lavoro, tengono già oggi in ostaggio generazioni  altamente professionalizzate, destinate alla messa a produzione definitiva dell’Università italiana al servizio del capitale e della nuova “governance accademica”.Nel Piano industriale generale per le pubbliche amministrazioni, per quel che riguarda le Università la cura è la dismissione e la privatizzazione assoluta (Legge 133/08). L’istruzione e la ricerca universitaria è già privata. E’ privata delle risorse economiche minime di sopravvivenza, delle responsabilità gestionali, degli investimenti in ricerca, in edilizia e per il diritto allo studio, è privata di un vero ed autonomo livello di contrattazione nazionale. Privarla anche del ruolo/controllo pubblico che ad essa costituzionalmente compete vuol dire sacrificare l’interesse generale per l’istruzione, per la formazione superiore e la ricerca di base, sull’altare del mercato o meglio sottometterla definitivamente ai corposi quanto lucrosi, interessi dei poteri forti del Paese, a cui anche la docenza dovrà asservirsi. Saranno le imprese a stabilire chi e cosa insegnare nei nostri Atenei? Saranno gli investimenti privati a definire le dotazioni organiche e le linee di ricerca? L’instabilità nei flussi finanziari aumenterà ulteriormente la precarietà lavorativa? Aumenteranno le tasse per gli studenti al fine di coprirne i costi? Il contratto di lavoro verrà contrattato individualmente. Saremo esposti alla disciplina dei licenziamenti/trasferimenti collettivi? Le RdB CUB invitano tutti gli organi accademici, il Rettore, il CdA, il Senato, il Consiglio degli Studenti, i docenti, il personale tecnico/amministrativo e tutti gli studenti a manifestare ed opporsi in massa alla trasformazione dell’Università Pubblica in fondazione di diritto privato.