Salerno: vini e cena con Mario Bisceglia al Convento San Michele

 

 

 

Il Vulture dell’Azienda agricola Bisceglia inaugurerà giovedì 19 marzo, dalle 16 alle ore 20, con l’open taste e a seguire cena con il patron Mario Bisceglia, la sezione Il naso immaginario, curata da Vito Puglia, inserita nella seconda edizione di “Quello che passa al convento”, promossa dal Convivio delle Arti dei Rozzi e degli Accordati, presieduto da Vito Puglia, con il contributo del Comune e dell’Ente Provinciale del Turismo di Salerno, del Pastificio Amato, della Centrale del Latte e di Salerno Energia e la collaborazione della web radio Unis@und, ospite di Marco De Simone, gestore del complesso. Il naso immaginario ci condurrà alla conoscenza della pratica che è dietro lo straordinario mondo del cibo e del vino. Un modo per recuperare un rapporto intimo di appartenenza col nostro territorio. Il buon senso, la sapienza, o, come dicono in Francia, il savoir faire,  si traducono in cultura, la qualità non è cosa scontata. Produttori, agricoltori e artigiani del variegato mondo del cibo e del vino regaleranno uno spaccato della loro storia umana e imprenditoriale, a rappresentare la vera grandezza del nostro paese agli occhi del mondo.In questo primo appuntamento conosceremmo Mario Bisceglia, un personaggio vulcanico, così come lo è il territorio di Lavello, alle propaggini del Monte Vulture dove si distendono i suoi 55 ettari collinari di vitigni e uliveti. E’ vulcanico e geniale il giovane imprenditore basilisco, che prima di fare ritorno in Basilicata ha girato il mondo come operatore nel food industry. La consapevolezza di una ritrovata identità unita al desiderio di promuovere in Italia e nel mondo l’immagine produttiva della Basilicata lo ha portato a fondare l’Azienda Agricola Bisceglia nel 2001. E l’azienda va: le stime sono di chiudere il 2007 con un fatturato di 1 milione di euro e con 300.000 bottiglie di vino di qualità, il 40% delle quali va sui mercati esteri. Il business plan 2007-2011 proietta l’Azienda verso una crescita costante sino ad arrivare nel 2011 ad una produzione di 1 milione di bottiglie per un fatturato di 3.300.000 euro. Prospettive di crescita nel campo dell’enologia non indifferenti se poste in relazione alla realtà economica del Sud, inserite in un contesto regionale dove il volano dell’industria è rappresentato dallo sfruttamento del bacino petrolifero della Val d’Agri, dal turismo potenziale eldorado non sufficientemente promosso e valorizzato, e dal vino che funge da importante ambasciatore della Regione. Il gioiello dell’Azienda, l’architrave su cui poggia la struttura e lo sviluppo, unitamente a vitigni internazionali sui quali si concentra la scommessa di Bisceglia, è rappresentato dal “Gudarrà 2004” (dal dialetto lavellese «godrà»), Aglianico del Vulture Doc subito premiato con Tre Bicchieri dal Gambero Rosso, vino che si presenta “ricco, solido ed elegante, con un colore rubino cupo e profondo, profumi nitidi ed intensi di frutti rossi e nei maturi su cui si innestano toni più complessi di legno nuovo, note balsamiche e di caffè tostato di vero fascino”. Ma la vera sfida e scommessa imprenditoriale sono rappresentate dal “Tréje” (in dialetto tre), frutto di un percorso e ricerca per fondere insieme Aglianico del Vulture, Merlot e Syrah, per dare vita a un vino innovativo. E’ apprezzabile e coraggioso il fatto che Mario Bisceglia ricorra al dialetto per dare il nome al suo vino, una vera sfida per il mercato. Gran finale l’Armille IGT Basilicata, una selezione accurata di uve Syrah in purezza, che delizieranno il palato degli assaggiatori.