Pd e Pdl: ancora differenze?
di Rita Occidente Lupo
C’erano una volta, i partiti politici. Quelli che si muovevano con un simbolo e con un’ideologia. Che irrompevano nella scena del Paese, facendo sentire la propria voce dissonante. C’era una volta la Dc, che guardava all’altra barricata del Pci. I ragazzi della Via Paal di Molnar, non usavano spranghe e mazze di ferro. Come negli anni caldi usava il sistema, che seminava odio idealistico. Nell’attuale quadro politico, accelerante il bipolarismo nel Paese, i due grossi blocchi Pdl e Pd. Frantumate le piccole formazioni, destinate a subire l’urto dei due macrocosmi politici. Che dureranno, ancora non si sa quando. Vista la grama sorte del Pd agonizzante. Ora che il Pdl salernitano, ha deciso anche di candidare il fenomeno del momento, il trans Martina Castellana, all’anagrafe ancora Michele, non sembra più affatto lontano da quell’universo siderale del Pd, in cui Luxuria, imposta dall’alto, proponeva con molta grazia le sue battaglie per l’equiparazione dei diritti sociali in Parlamento. L’enfasi non giova mai. Specialmente quando va in pasto agli effetti mediatici. La nostra provincia, purtroppo, divora gossip. E quant’altro n’ eleva l’audience. Dietro ogni vita, una storia. A volte tragica. Il presente, spesso risultante d’un passato angosciante. Oltre alla visibilità, che in questo momento il Pdl vuol dare a tutte le sue sfaccettature, compresa quella di un’apertura alla diversità, rimane la linea politica. Che allo stato attuale sfugge. L’elettorato rischia, a queste prossime competizioni, di non sapere più dove andare. Chi votare sì. Ormai da tempo trionfa il voto ad personam. Quello al partito, all’idea di un tempo, defunto da un bel pezzo. Stipato nel forziere dei ricordi, che ormai nessuno osa più dischiudere. Temendo l’interrogativo, ai politici di turno, su come siano giunti ad occupare determinati posti al sole. Ma questa, è tutta un’altra storia!
come al solito, pungente e pertinente. Sono le stesse sensazioni che vivo io da un pò di tempo a questa parte, pur avendo vissuto il tempo delle spranghe di ferro.
E’ vero, hai perfettamente ragione Rita carissima, abbiamo sancito già da un molto tempo la morte delle ideologie.Se alla scomparsa di queste ultime si fosse presentata una coscienza rinnovata
nel fare poltica sarebbbe stata una grande vittoria. Ma così non è stato. Siamo in una fase di passaggio con le scelte dettate da una crisi ( che è povertà e basta) ormai planetaria che soffoca e stempera ogni possibilità di una secelta di campo. Ormai si cerca una disperata via di uscita (fosse anche in una politica inconcludente) ad un fallimento annunciato che tutti sentiamo inevitabile. Siamo suol ponte del Titanic, c’è poco da fare. Il massimo che possiamo fare è metterci a cantare insieme all’orchestra che suona l’ultimo motivetto…E buonanotte ai suonatori..