Salerno: percorsi d’analisi al Convento San Michele

I beni culturali e i monumenti intrattengono un rapporto strano con il tempo e con l’uso. In un certo senso si potrebbe dire un rapporto inverso rispetto a quello intrattenuto dai beni materiali di consumo. Se questi ultimi vengono interamente consumati dall’uso e resi sorpassati dal tempo, un monumento invece con il tempo acquisisce valore e con l’uso si salva dalla rovina. Se guardiamo ai monumenti antichi, che si ergono nelle nostre città, nel loro differente stato di conservazione possiamo leggere la loro storia. Questo rapporto con il tempo e con l’uso vale anche per i centri storici delle città nel loro insieme, sono meglio conservati quelli che si è continuati ad abitare e a salvaguardare mediante l’uso. Ma oggi si pone anche un altro problema, un problema in parte inedito rispetto al passato. Il rapporto che i beni culturali hanno con il tempo potrebbe rapidamente degenerare e interrompersi a causa dell’uso distorto che se ne fa. Città sempre più frenetiche e invivibili stanno consumando i monumenti come consumano i beni materiali e anche gli esseri umani, non solo attraverso livelli di inquinamento ambientale sempre più insopportabili, ma anche attraverso l’invasione di un turismo di massa sempre più irrispettoso dei luoghi che fanno da attrattiva per la sua superficiale curiosità. Come potranno allora le nostre città uscire dall’alternativa mortale tra abbandono e abuso dei loro monumenti e dei beni culturali? Dei problemi riguardanti i beni culturali, dai monumenti alle biblioteche, dai musei, alle opere d’arte, se ne discuterà nel corso dell’incontro inaugurale della terza edizione dei Percorsi d’Analisi, promossi dall’Associazione Seventh Degree, con il contributo delle amministrazioni provinciale e comunale di Salerno e del nostro ateneo, con la partecipazione del Liceo Scientifico “Giovanni da Procida” di Salerno, mercoledì 18 marzo, alle ore 19,30, presso il Convento San Michele. Alla tavola rotonda condotta da Erminia Pellecchia, siederanno Salvatore Abita, Gaetano Arenare, Domenico De Maio, Gerardo Malangone, Vincenzo Maraio e Giuseppe Zampino, con la partecipazione speciale di Lillo d’Agostino (grande accusatore) e Alfonso Amendola (grande difensore) Antonello Mercurio ha affidato la colonna sonora della serata alla tastiera del pianista Luigi Maresca. La cultura è anche il nostro passato, che deve essere narrato più che raccontato, poichè la narrazione implica un’esperienza. La memorizzazione è, poi, una mutazione della stessa narrazione. La cultura è parte integrante del passato e della memoria di un territorio. Il vero oggetto del contendere, a questo punto, è l’abitante, il cittadino. Il cittadino deve riacquistare il senso di appartenenza alla città e la passione civile, in una parola quella che i Francesi chiamano “citoyenité”: il cittadino ha il dovere di sentirsi parte di un processo urbano.