L’ignoranza e l’incultura al Potere

 

avv. Domenico Ventura

Le interviste che le jene hanno mandato in onda, tempo addietro, dimostrano il grado di ignoranza e di impreparazione di alcuni nostri parlamentari. Molti onorevoli rappresentanti del popolo non conoscono la data della scoperta dell’America, dell’unità d’Italia, delle guerre di indipendenza, ignorano la data dell’entrata in vigore della nostra Costituzione, l’esistenza di alcune nazioni dell’Africa, ad esempio il Darfur.Lo stato delle conoscenze di alcuni di loro, al livello di base, è totalmente carente, la loro preparazione risulta al disotto di quella di un qualsiasi alunno di scuola elementare. Essi dimostrano di non leggere nemmeno i giornali. Ma  non finisce qui. Da alcune recenti notizie di stampa si apprende che l’ex Ministro delle comunicazioni, l’on. Mario Landolfi, invitato nel salotto televisivo di Gad Lerner, in una trasmissione di un Lunedì del Gennaio scorso, infervorato dalla discussione, per ben tre volte abbia esclamato l’incompresibile frase “Ti stai contraddendo” al posto di “Ti stai contraddicendo”.Gli ospiti sono rimasti allibiti e perplessi di fronte a questo plateale strafalcione, che dimostra la scarsa dimestichezza dell’ex ministro con le forme verbali e specie con il gerundio. Siamo alla farsa. E’ lecito per il cittadino domandarsi come coloro che seggono in Parlamento possano poi arrogarsi il diritto di legiferare in materie delicate e complesse come la giustizia, l’ambiente, la sanità, la cultura, l’istruzione, l’università, l’ordine pubblico e l’amministrazione e quant’altro, quando ignorano le piu’ elementari regole della grammatica e della sintassi, nonchè gli elementi di base della storia, della letteratura, della geografia, del diritto;  sono privi cioè di un minimo bagaglio culturale, che qualsiasi persona di media istruzione possiede.Si comprende allora la ragione della pessima qualità della legislazione e la contorta normativa, che promana da questi presunti reggitori dello Stato, a tutto danno dell’inerme cittadino, ridotto ormai a succube di in un potere senza alcuna autorevolezza. Azzardiamo allora una proposta. Per saggiare la cultura di certi nostri rappresentanti non dovrebbe bastare il solo voto ed il consenso degli elettori per entrare in Parlamento, ma è necessario sottoporli ad un rigoroso esame di cultura generale, da parte di una commissione giudicatrice per tutte le discipline, con la metà dei membri composta da esperti internazionali, per evitare commissari compiacenti, e cio’ per verificare il grado di preparazione e di istruzione dei nostri deputati e senatori, i quali, solo all’esito di tale esame, potranno ottenere la certificazione di qualità (che occorre ormai per tutte le attività) per reggere le sorti del Paese. Sarebbe, questo sì,  veramente un bel servizio reso alla Nazione. Ma questo invito resterà certamente inascoltato per l’avversione di gran parte dei parlamentari che, sebbene votati dai loro elettori con metodi puramente clientelari, risulterebbero irrimedibilmente bocciati.