San Valentino, una festa per ogni…

di Rita Occidente Lupo

Una tradizione, quella di San Valentino, tra coccole e cuoricini. Cioccolatini e pelouche. Il vescovo martire della tradizione cristiana, protettore degl’innamorati. Un tempo adolescenti, giovani. Oggi, il consumismo, anima d’ogni festa, ha divorato anche chi non c’entra affatto. Padre e figlia, fratello e sorella, amico ed amica. Non del cuore. San valentino finisce per proteggere tutti, il 14 febbraio, in modo speciale. L’apologia dell’amore, un tempo scortata da serenate al chiar di luna, tra sospiri romantici. E nuvole di tenerezza, sagomate coll’indice sui vetri opachi. Oggi, sempre più cene, a pseudo lume di candela, per ricreare un’atmosfera, tra pietanze afrodisiache e dolci farciti. Ma l’amore, quello rimane una conquista. Non barattabile. Capita, infatti, che i tanti single, proprio in tale giorno sentano il peso della propria condizione. Se non scelta. Insomma, aghi di solitudine scortano quella che s’immagina sia una serata speciale con l’anima gemella. Si finisce, da soli, per immaginare, creare, arzigogolare quanto forse non si verifica. Infatti, San Valentino fa i conti con il cuore ed in quanto a questo, spesso è difficile far sì che ancora dia impulso ai rapporti logori, emozioni alle coppie annoiate, palpiti ad unioni distratte. Ed allora, perchè non vivere un giorno senza fiction, rimanendosene da soli, se l’altro non è più quell’innamorato per il quale si darebbe la vita? E se si ama ancora, possibile che bisogni aspettare una ricorrenza, per prestare quelle attenzioni che l’amore dovrebbe indirizzare all’altro ogni giorno? Rispolverare a San Valentino generosità e rose rosse, affettività e mimose, vezzi affettati per convenienza? O per farsi perdonare per qualche marachella…San Valentino, allora, davvero la festa di ogni …cretino?