Il disegno di legge 1195 non tutela i consumatori

Sergio Barletta

In questi giorni è in discussione presso alla 10° Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato della Repubblica, il disegno di legge 1195 che contempla espressamente l’abolizione dell’art. 5 della legge n. 40/2007 meglio conosciuta come legge Bersani. A tal proposito, l’ l’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato, ha rappresentato che gli emendamenti  che intendono modificare la normativa sul plurimandato e sul diritto di recesso nelle assicurazioni, qualora venisse definitivamente approvato priverebbe gli agenti di assicurazione di quella libertà di scelta e di azione commerciale che ha elevato il loro ruolo professionale ed imprenditoriale e conseguentemente avranno, se approvati, un impatto negativo sulla concorrenza e sulla tutela del consumatore. Secondo l’Antitrust, sia l’abolizione del divieto delle clausole di esclusiva nella distribuzione assicurativa che la limitazione del diritto di recesso annuale nei contratti poliennali, prospettati negli emendamenti, vanno nella direzione esattamente opposta agli auspicati sviluppi pro-concorrenziali del mercato delle assicurazioni: solo il confronto competitivo nella fase distributiva e la mobilità della domanda possono, infatti, indurre una riduzione nel livello dei prezzi finali delle polizze assicurative in esame. Riduzione che, in un contesto di crisi quale l’attuale, appare indispensabile. L’Antitrust ricorda che la normativa contenuta nella legge 4 agosto 2006, n. 248 persegue l’importante obiettivo di incentivare l’apertura delle reti distributive superando assetti storicamente basati su rapporti in monomandato tra compagnie di assicurazione e agenti. La diffusione, che l’Autorità auspicava ed auspica, del plurimandato, è, infatti essenziale per iniettare una spinta competitiva tra compagnie assicurative perché consente ai consumatori finali di comparare, presso lo stesso agente, polizze di diversi operatori. Ugualmente importante, per agevolare la mobilità del consumatore finale, è l’esercizio del diritto di recesso annuale per i contratti poliennali. Le modifiche in discussione al Senato, al contrario, limiterebbero questo diritto prevedendo che sia esercitabile solo dopo cinque anni di durata del contratto. In questo modo la mobilità della domanda, già non agevole da stimolare, risulterebbe notevolmente limitata. Secondo l’Antitrust il confronto competitivo non può che essere innescato dai positivi stimoli provenienti da una domanda finale correttamente informata, in grado di comparare agevolmente e senza costi di ricerca le varie offerte, quindi di scegliere e cambiare rapidamente l’originario fornitore. Per concludere, secondo il Sindacato Nazionale Agenti di assicurazione, in un solo colpo i consumatori vedrebbero svanire i primi positivi effetti della riduzione delle tariffe RCAuto – rappresentando che  l’ISVAP  ha confermato un significativo calo del 2,7% nel primo semestre 2008 al netto della perdita di acquisto del denaro, ovvero del 6% al lordo dell’inflazione – determinatasi grazie ai processi di liberalizzazione in atto. Inoltre, a mio avviso, prima di decidere sarebbe utile ascoltare le associazioni dei consumatori maggiormente rappresentative in Italia, prima di assumere una  decisione che desta non poche perplessità.

Un pensiero su “Il disegno di legge 1195 non tutela i consumatori

  1. Non sono daccordo su una parte di ciò che viene detto.
    Gli artt. in questione sono 2; il 12.1 e il 12.2
    Come agente di assicurazione sono daccordo sul primo articolo (12.1) che prevede il pluri mandato.
    Da infatti la possibilità agli agenti di assicurazione di fornire una consulenza più ampia ai propri assicurandi, non solo guardando il prezzo del prodotto richiesto ma anche (e soprattutto) le GARANZIE!
    Per quanto riguara l’art. 12.2 che prevede LA FACOLTA’ PER L’ASSICURANDO DI OPTARE PER UNA POLIZZA DI DURATA QUINQUENNALE A FRONTE DI UNO SCONTO MAGGIORE sono daccordo che si proceda in questo senso.
    L’unica forma di finanziamento per le agenzie di assicurazione è il proprio lavoro che attualmente, con polizze di durata annuale, sta mettendo a dura prova la propria economia.
    Sono sparite quasi completamente quelle figure che erano rappresentae dai collaboratori di agenzia (produttori) non più in grado di mantenersi, sono aumentati i licenziamenti delle segretarie di agenzia. Si è alimentato insomma il clan dei disoccupati.
    L’agente di assicurazione paga una rivalsa alla Compagnia calcolata sulla poliannualità dei contratti assicurativi e percepisce provvigioni ricorrenti ma non solo, rischia di perdere tutto il portafoglio (che sta pagando) se la Compagnia sbaglia la tariffa.
    E’ tutto sbagliato!
    Si è voluto fare un passo troppo grande, le cose vanno fatte per gradi, in modo organizzato per non creare disagi … ma questo è un altro discorso.
    L’importante è che MOLTI AGENTI DI ASSICURAZIONE sono daccordo su quanto ho appena scritto e che quindi non è vero che NON vogliamo lasciare la possibilità all’assicurato di scegliere fra un prodotto annuale da quello quinquennale.
    Ragioniamo anche su un altro aspetto, i 5 anni non sono un vincolo, se l’assicurato verifica che il suo contratto non soddisfa le proprie esigenze (vedi sinistro non indennizzato, clausole non concordate ecc.) può disdirre lo stesso senza dover rispettare la quinquennalità.
    Per una volta, cerchiamo di rimediare agli errori fatti lasciando da parte l’orgoglio e cerchiamo di fare tesoro delle esperienze fatte.

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