Roma: come rifondare il turismo in Italia

Valentina Manzo

Domani, giovedì 29 gennaio 2009, a partire dalle ore 9.30, nella Sala Capranichetta di piazza Montecitorio a Roma, Angelo Villani, in qualità di Responsabile Nazionale del Turismo UPI (Unione Province Italiane) interverrà alla conferenza nazionale sul tema: “Come rifondare il turismo in Italia”. Al seminario, coordinato dall’onorevole Nicola Bono – Responsabile dell’ufficio turismo di AN – prenderanno parte: l’Onorevole Michela Vittoria Brambilla – Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega al Turismo; Felice Vertullo – Coordinatore scientifico dell’ Uffico scientifico di An; Claudio Albonetti – Presidente dell’Assoturismo; Bernabò Bocca – Presidente Confturismo; Daniel John Winteler – Presidente Federturismo; Antonio Centi – Responsabile nazionale turismo ANCI; Pier Gianni Prosperini – Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; Sen. Patrizia Bugnano – Idv; On. Anna Teresa Formisano – Udc; On. Pierluigi Mantini – Pd; On.Michele Traversa – Pdl; Sen. Cesare Cursi – Presidente X Commissione Permanente Senato della Repubblica; On. Andrea Gibelli – Presidente X Commissione Permanente Camera dei Deputati; Sen. Maurizio Gasparri – Presidente gruppo Pdl Senato; On. Ignazio La Russa – Reggente An. Bisogna considerare il turismo come uno dei settori predominanti del tessuto produttivo nazionale e contribuire a costruire un nuovo modello di sviluppo, dichiara Angelo Villani. Le iniziative sul territorio per promuovere il turismo sono molteplici, e spesso anche molto innovative – ma senza un coordinamento nazionale delle strategie per il rilancio di questo settore, si rischia di sprecare inutilmente risorse. Una soluzione per rilanciare il settore, proposta dall’Upi, è nella nuova attenzione ai distretti produttivi che prevede anche una fiscalità agevolata per le imprese che ne fanno parte”, conclude il responsabile nazionale Turismo dell’Upi.

Un pensiero su “Roma: come rifondare il turismo in Italia

  1. L’ultima volta lo ha detto inaugurando la Bit di Milano. “E’ grave e imperdonabile che per oltre 20 anni le nostre istituzioni centrali non abbiano colto l’entità di questo settore: ma ora si sta cambiando rotta. Questo Governo ha intenzione di dare una svolta alle politiche turistiche, con un piano quadriennale, strategie mirate e studiate in collaborazione con tutti i rappresentanti del settore”. Un ritornello che Michela Vittoria Brambilla non ha fatto che ripetere negli ultimi nove mesi ma che a quanto pare sembra sia rimasto solo un’intenzione a cui non è stato dato seguito. A distanza di un anno, infatti, l’Italia è ancora 28/a nella classifica mondiale dei Paesi più competitivi nel settore Viaggi e Turismo elaborata dal World Economic Forum (WEF); proprio come un anno fa. La classifica, che non è un voto sulla bellezza di ogni Paese ma si concentra sui fattori che rendono interessante sviluppare l’industria del viaggio e del turismo dei singoli paesi, boccia ancora una volta l’Italia mentre in soli 12 mesi la Francia è riuscita a risalire di sei posizioni passando dalla decima alla quarta. Segno che il miracolo, volendo, è possibile. Così, nonostante le reiterate promesse di riuscire a imprimere una svolta al settore turistico, in 9 mesi Michela Vittoria Brambilla non è riuscita nel suo scopo. E anzi il rapporto accusa il governo italiano di non considerare il settore Viaggi e Turismo prioritario (a questa voce l’Italia è al 107esimo posto su 133 paesi di tutto il mondo). Voti bassi anche alla voce Politiche e regolamentazioni, a causa delle fortissime restrizioni alla proprietà straniera e alle regole relative agli investimenti stranieri diretti. Insomma, c’è da rimboccarsi le maniche e lavorare seriamente invece che soffermarsi in chiacchiere e annunci vuoti di cui siamo purtroppo soggetti inconsapevoli e obbligati.
    Stessa sorte la riceviamo dal team di tecnici e professionisti vari che la contornano in queste brillanti e mai produttive esternazioni (nota da statistiche WEF).
    Resta la sconfortante considerazione che non è cambiato nulla dagli anni passati, sempre gli stessi annunci del tutto dire ma del poco fare; incessanti esternazioni del “ghe pensi mi”, ma se non ci pensano gli ottimi operatori italiani si rimane con le braghe in mano; ininterrotte riunioni tra associazioni, istituzioni, federazioni, tecnici, sindacati, esperti, politici, commissioni parlamentari e chi più ne ha più ne metta, per produrre cosa?
    Infiniti viaggi di rappresentanza, Bit, manifestazioni, congressi all’estero, strette di mano, firme, congratulazioni, premi, nomine … fertili solo nelle spese.
    Luciano Ardoino
    Fonte: Travelnostop e http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/

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