Salerno: a Sant’Apollonia le opere di Raffaele Sicignano

Sabato 10 gennaio, alle ore 18.30, presso la Chiesa di Sant’Apollonia a Salerno, sarà presentata al pubblico, la mostra di Raffaele Sicignano – Silenzio a tutto questo, terzo appuntamento della rassegna Apollonia Ateliers. Apollonia Ateliers è un progetto curato da Marco Alfano, patrocinato e sostenuto dal Comune di Salerno, dalla Provincia di Salerno, dall’Autorità Portuale di Salerno e dall’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno, che si avvale di prestigiosi sponsor, quali Salerno Energia, Salerno Mobilità, ASIS Salernitana Reti ed Impianti, e della collaborazione della Bottega San Lazzaro, per l’allestimento degli eventi. All’inaugurazione interverranno l’On. Vincenzo De Luca, Sindaco di Salerno, Ermanno Guerra, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno, l’On. Andrea Annunziata, Presidente dell’Autorità Portuale di Salerno. La mostra di Raffaele Sicignano “Silenzio a tutto questo – opere 2007-2008”, raccoglie dieci dipinti, tutte tecniche miste su legno, e circa trenta carte, che l’artista ha realizzato in questi ultimi due anni. Dopo la figurazione di Vincenzo Ruocco e Amedeo Ternullo, questa mostra si indirizza in un territorio di ricerca che si pone al limite tra evocazione naturale ed astrazione lirica, secondo un’indagine segnata dall’introspezione; un’ipotesi di lavoro originale, che cerca di estrapolare citazioni memoriali distribuendole entro impaginati di disposizione immaginativa. Nelle creazioni più recenti di Sicignano si assiste quasi ad una sovrapposizione emotiva, una sorta di diario intimo. «La pittura recente di Sicignano – scrive Marco Alfano nel saggio critico in catalogo –, non appare orientata al sondare antropologico, come si mostrava agli inizi degli anni Novanta, bensì di segno introspettivo: la forma evoca silenzio, nebulosità, imprecisioni interiori, anche apparenti squilibri che provocano un’oscillazione della sensibilità. Sicignano sposta l’esaltazione di un “immaginario vitale” verso una “scrittura” pittorico-segnica, tutta racchiusa nella superficie del dipinto; in altri termini, l’artista non tende più a costruzioni archetipiche, ma ad evocare “figure”, immagini, che assumono e delineano una grammatica di sospensione lirica. […] Si pensi, in queste opere tutte datate 2008, alle impronte lasciate dalle mani dell’artista, che restituiscono una sorta di graffito che si percuote nei toni dell’azzurro, dove le tracce di una “durata futile” sono montate in un comporre concesso dal cuore più che dalle ragioni della forma (Silenzio a tutto questo che accade); si pensi ai momenti d’inquietudine che s’impongono agli strani splendori di un mondo infero, alle sue ombre profonde, alla luce sulfurea, percorsa da accesi contrasti di blu e di rosso, rispetto alle chiare e superne nubi (Creare le innumerevoli infervorazioni del cuore…); oppure, alla sagoma luminosa di una figura – che, nella sintesi astratta, si rivela essere un autoritratto –, quale immagine della solitudine, del desiderio di perdersi, sul sentiero “segnato” con tratteggio regolare in fitta serie di solchi, tra la terra e un cielo azzurro rovesciato, limite oltre il quale l’anima vaga senza soluzione (Segnando il sentiero in remoto silenzio); infine quando gli occhi si rivolgono alla silenziosa regione delle stelle, all’antica purezza del cielo notturno, ossessione che immobile contiene l’apparizione sulla rètina di stelle cadenti, in modulazioni di bianco e d’arancio, che spostano di continuo il loro centro, ed annunciano quanto può essere bello ciò che sa di mortale (Nascosto da un respiro di nuvola…). Si palesa, quindi, nelle opere di Sicignano, una forma pittorica, con caratteri propri dell’astrattismo lirico, che non intende attestarsi unicamente come “sintesi”, bensì quale meditazione che lasciando trapelare dinamiche interiori punta a segnare gli svolgimenti dell’anima». In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo che, oltre alle presentazioni del Presidente della Provincia di Salerno, Angelo Villani, del Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, comprende un saggio di Marco Alfano, l’antologia della critica e un apparato biografico e bibliografico, nonché tutte le riproduzioni a colori delle opere esposte.