Buonabitacolo: “omelie pastorali” di mons. De Martino

Pietro Cusati

Tra i personaggi più illustri della storia  religiosa e civile di Buonabitacolo occorre ricordare il vescovo Nicola De Martino. Grazie alla ricerca  e alla determinazione di Nicola Russo è stato pubblicato il libro di  Mons.Nicola De Martino ‘’Omelie Pastorali’, dedicato al compianto Alfonso De Martino, stimato Avvocato, principe del foro di Sala Consilina. Nicola Russo, l’annotatore del volume, ha temperamento tranquillo e sereno, scrive nella premessa Vittorio Bracco, ha adottato un criterio per il quale l’evidenza del testo pubblicato vien colta e comunicata di punto in punto.Accadrà che il lettore si soffermi su qualche notazione e, con procedimento inverso, risalga poi al testo. Nicola De Martino, uomo di vastissima cultura, una nobile figura di sacerdote, nacque nel 1818 a Buonabitacolo, la sua famiglia apparteneva alla facoltosa borghesia  di provincia. Dopo aver compiuto gli studi teologici nel seminario di Novi,a 23 anni fu ordinato sacerdote, predicatore di vaglia, fu tra i primi canonici della diocesi di Teggiano, istituita  nel  1851 con la denominazione di Diano. Professore di Sacra Scrittura nel Seminario di Teggiano, seguivano le sue lezioni anche i laici. Lungo la sua vita passò per varie traversie a causa dei tempi difficili nei quali si trovò a vivere. Senza che avesse mai cercato cariche, anzi per carattere era portato ad amare la vita quieta e raccolta del paese natio.Tra gli applausi dei liberali e gli evviva dei voltagabbana trascorsero i furori del 1860, scrive nell’introduzione Don Nicola Russo, che travolsero non pure astiosi reazionari, ma anche uomini rispettabili, che,come  Nicola De Martino, non avevano voluto far torto alla coerenza. Nel gennaio del 1858   Nicola De Martino firmava l’atto di battesimo di un neonato,a nome Francesco Brandileone ,il giurista  di Buonabitacolo  famoso perchè diventò uno dei pionieri della storia del diritto italiano. Così dopo sei laboriosi anni nei quali era stato arciprete di Buonabitacolo,suo merito fu anche la ricostruzione della chiesa parrocchiale dedicata alla Santissima Annunziata, De Martino dovette emigrare con amarezza a Napoli. Fu poi vicario generale a Caserta e a Cerreto ove fece amicizia con il vescovo Luigi Sodo, che lo volle con se a Roma per il Concilio Vaticano I.Consacrato vescovo di Venosa nel 1871, morì appena dieci anni dopo a Resìna.La salma venne successivamente traslata a Buonabitacolo nella cappella di famiglia.  La lettura delle omelie  di mons. De Martino non è facile e forse l’ascolto era ancora più difficile. A me è sembrato di cogliere nell’impianto di quelle omelie una sorta di timore dinanzi al mistero del sacro fino al punto da usare con grande cautela le opinioni personali per chiedere costantemente aiuto alle scritture e alla lettura che ne avevano fatto  personalità che il sacerdote De Martino considerava particolarmente illuminate dalla grazia, è l’opinione  di un Buonabitacolese di spicco, il laico Enzo Mattina. Mi ha colpito anche l’atteggiamento del vescovo rispetto alla particolare congiuntura storica che si trovò ad attraversare. Potremmo dire che non percepì la portata storica dell’unità d’Italia. In realtà sembra di cogliere un atteggiamento di astensione, ricorda  Mattina, che annovera, con orgoglio, tra gli antenati il sacerdote Francesco Matina di Teggiano. Se Mons. De Martino prese posizione contro, lo fece solo per affermare l’autonomia della chiesa rispetto alla pretesa del nuovo Stato di mettere le mani su questioni che non erano di sua pertinenza come il benestare alla nomina dei vescovi. In pratica il precetto del dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel è di Dio è la base più forte di un sano rapporto tra religione e cosa pubblica ed evitare, quindi, la confusione tra religione e politica.