Al Liceo Da Procida, seminario sull’indagine Ocse-Pisa

 

 

MariaPina Cirillo

Il 17 e il 18 dicembre nell’aula magna del Liceo Scientifico G. Da Procida, si è tenuto l’ultimo dei 10 seminari di informazione e sensibilizzazione sull’indagine Ocse-Pisa organizzati dall’Iinvalsi nell’ambito dei Programmi Operativi Nazionali (Pon) dei Fondi Fse e Fesr. Tale piano, diretto a tutti i docenti di matematica, italiano e scienze del biennio superiore delle Regioni Obiettivo Convergenza (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia), intende migliorare la qualità del servizio scolastico italiano, in coerenza con le politiche europee emerse dal trattato di Lisbona. Esso rappresenta uno degli strumenti di sostegno messo a punto dal Miur con due obiettivi dichiarati: elevare i livelli di competenza degli studenti nelle materie in oggetto e ridurre in maniera significativa gli abbandoni scolastici. I risultati dell’indagine 2006 hanno visto, infatti, i quindicenni italiani, specificamente di alcune aree del Mezzogiorno, conseguire risultati decisamente inferiori alla media europea e, in molti casi, al di sotto della soglia critica, soprattutto per la presenza di numerose risposte omesse. Proprio per discutere di ciò, si sono incontrati 150 docenti arrivati dalle scuole superiori di tutta la provincia di Salerno. Essi sono stati accolti dal garbo e dal sorriso delle allieve dell’Istituto Alberghiero e dal Dirigente scolastico del liceo Da Procida, prof. Nicola Scarsi che ha rivolto loro un saluto di benvenuto ed ha presentato l’iniziativa che, con scadenza triennale, presenta ai quindicenni scolarizzati di quasi tutto il mondo, negli stessi giorni e con le stesse modalità, questionari volti ad accertarne le competenze. I corsisti sono stati poi guidati nel percorso da un team di esperti coordinati dal dott. Sergio Longobardi che è subito entrato nel vivo del problema. Egli ha evidenziato, innanzitutto, l’importanza dell’indagine Ocse-Pisa che, coinvolgendo la maggior parte dei paesi del mondo, permette di comparare i diversi sistemi scolastici mettendone in luce similitudini e differenze e, conseguentemente, consente di orientare le politiche scolastiche per un miglioramento continuo del sistema-scuola. E’ passato poi ad illustrare le finalità di tale progetto ed a presentare un’analisi dettagliata dei risultati raggiunti dall’Italia nell’ultima rilevazione.  E proprio l’analisi di tali risultati ha innescato una discussione tesa ad individuare i motivi per cui, nel nostro paese, soltanto pochi ragazzi hanno raggiunto livelli di eccellenza mentre la maggior parte di essi si attesta sui livelli più bassi delle scale di competenza.Gli incontri si sono articolati in due momenti: uno plenario, più squisitamente teorico, che ha visto l’attenta partecipazione di tutti i docenti ed un altro in cui i partecipanti al seminario si sono divisi per ambiti disciplinari. Nel corso di quest’ultimo modulo si è passati ad analizzare il percorso che porta dal framework alla costruzione delle prove, alla loro somministrazione ed all’analisi dei risultati. Interessante è stata la constatazione che sia da parte dei dirigenti scolastici e dei docenti che da parte degli allievi si è prestata una scarsa attenzione all’indagine, affrontata spesso senza la necessaria motivazione e consapevolezza. Ciò richiede certamente strumenti di tipo didattico ed invita la nostra scuola ad una maggiore attenzione verso un tipo di rilevazione che ormai, superata la fase di rodaggio, ha acquisito un elevatissimo valore pedagogico e politico. Ancora più interessante è stata, però, la constatazione che ad influenzare i risultati è anche il livello socio-economico-culturale delle famiglie di appartenenza degli studenti che, al Sud, risultano significativamente inferiori alla media europea. Ciò, pur senza assolvere la scuola dai suoi compiti, pone però problemi che, oltrepassando il campo più specificamente scolastico, sollecitano la necessità di una politica di impegno sociale e di perequazione economica all’interno del nostro paese.