Nostalgia…di tombola!

di Rita Occidente Lupo

La tombola dell’allegria. Un tempo giocare con cartelle quadrettate e numerini significava riunire la famiglia. Assaporare aria di felicità tra manderini sprizzanti vita e mandorle tostate all’ombra del braciere. Tra gli spiccioli delle lire ed i panettoni con l’uva passita. Un modo per sentire il Natale, che voleva affidare all’estrazione di numeri dal cestino di fortuna, una vincita non esosa. Di tombola, oggi, si sente parlar poco in giro. Forse perché la smorfia partenopea, quella che serviva a Totò per identificare i sogni della zia monaca, poco è conosciuta. E la cabala inganna soltanto gl’incalliti del lotto. Infatti, il progenitore della tombola, è proprio il lotto. Come gemello della tombola, l’attuale bingo. Legale in Italia e in quasi tutti gli Stati Uniti (perfino in quelli in cui scommettere e illegale), è legale in Irlanda, quando lo si gioca solo con un fine benefico, mentre tra gl’Inglesi è strettamente regolato . Nella progressista Spagna, invece, è legale, ma ne è vietata la pubblicità. Anche a Salerno, qualche anno fa, ci fu il boom delle sale bingo. Più di qualcuno, dalla sera al mattino, si sentì proiettato in un’atmosfera diversa. Da casinò. Alla velocità meccanica dell’estrattore, la concentrazione immediata per aggiudicarsi le vincite. Altro che spasmodiche attese della nonna! Che con fagioli o lenticchie, semmai anche ceci, tra noci e fichi secchi da offrire, riusciva pur sempre a lanciare sguardi furtivi alle sue cartelle in bianco e nero, dove i numeri cubitali non sempre le sorridevano nell’aggiudicarle almeno l’ambo di consolazione. Oggi le carte, i giochi cosiddetti sociali e la canasta, tra poker e burraco, hanno sbaragliato i consensi. E le famiglie, che si vedono suddivise in più tavoli. Smarrita la reticella con i 90 numeri del tabellone, puntualmente controllati all’inizio di ogni partita. Neanche relegata in un cassetto. Semplicemente cestinata. Qualcuno, che ancora cela il vecchio cimelio del panierino, corredato dalle cartelle della fortuna, rimane sospeso tra nostalgici ricordi e sensi di colpa contemporanei. Demodè. Ma anche al bingo non è andata meglio dalle nostre parti. Anzi, se in un primo tempo sembrò ampliare le file dell’occupazione e molti giovani si lanciarono in corsi specifici per tali sale, come fuochi di paglia, si sono quasi spente tali figure professionali. Anche se oggi, si gioca ancora. E come! Ma sotto un altro cielo. Quello delle scommesse. Ed i punti Snai si moltiplicano, con tutte le maglie delle problematiche legate al mondo sommerso delle scommesse. E degli usurai. Ma questa, è tutta un’altra storia!