Premio “Valitutti” a Salerno
Il giorno 4 novembre, dalle 17.30, presso la prestigiosa cornice del salone di rappresentanza (sala Bottiglieri) dell’antico palazzo S. Agostino, sede dell’Ente Provinciale di Salerno, si è tenuta la quindicesima edizione dell’importante Premio di Saggistica intitolato al compianto senatore Salvatore Valitutti.
Un uomo per tutte le stagioni, dunque, un vero, grande epigono, un intellettuale a tutto tondo e probo, umile, capace, caparbiamente impegnato su più fronti, uno tra tutti quello dell’educazione, soprattutto riguardo i giovani, per mezzo di leggi ad hoc quando egli era ministro della Pubblica Istruzione e non come oggi agisce (ha agito) la Gelmini, che non ascolta le istanze e le proposte, i bisogni dei più giovani, degli studenti ma anche degli insegnanti – tra l’altro molti sono precari.
Tanto si è detto e si deve dire su questa fulgida figura nata nel 1907 (per cui lo scorso anno si è celebrato il centenario dalla nascita e quest’anno, tramite anche una pubblicazione, si è invece rimembrato il decennale dall’istituzione presso la Biblioteca Provinciale – una delle più antiche d’Italia – del Centro di Filologia e Pedagogia “Valitutti”), che tramite il Premio perpetua ancora la sua saggia opera.
Valitutti ha dato alle stampe numerosi volumi, uno dei quali, “La rivoluzione giovanile”, è incentrato e imperniato sull’educazione e il diritto-dovere allo studio per i giovani, anche quelli di oggi.
Il Premio è stato dunque organizzato dal Centro di Filologia e Pedagogia, almeno in questi ultimi dieci anni, ma già prima e poi ancora adesso dall’indefesso, instancabile e gentile, signorile Renato Cangiano, che si occupa sempre e impeccabilmente di tutto quanto serva a ricordare il nostro conterraneo, nativo della ridente cittadina cilentana di Bellosguardo.
Per la cronaca, oltre alle numerose menzioni, quest’anno hanno vinto il prestigioso riconoscimento personaggi famosissimi e meritevoli, degni, davvero, di attenzione e plauso: erano infatti presenti nel parterre de roi di Palazzo S. Agostino il 4 novembre il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, umilissimo e determinatissimo a lottare per salvare la realtà napoletana; la dolce e altrettanto determinata Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo, ucciso nel ’92 in via D’Amelio; Pietro Rossi, intellettuale profondo e simpatico.
I tre vincitori, di cui assoluto era Rossi, hanno ricevuto tante onorificenze, come ad esempio le “riggiole”, le ceramiche della Provincia di Salerno e pubblicazioni varie.
Tutti profondi nel loro pensiero e retti e lindi nell’agire i tre importanti personaggi.
Sempre per la cronaca, ecco i titoli delle loro opere che hanno vinto con motivazioni encomiabili i premi messi in palio dopo che la giuria di “qualità”, rappresentata in aula dal presidente Giuseppe Cacciatore, simpatico filosofo dell’Università di Napoli e ora accademico dei Lincei e Francesco Fasolino, anch’egli docente, ha inteso premiare le stesse opere: il libro della Borsellino si intitolava “Per la legalità”, ed era stato approntato con l’ausilio del giornalista Gennaro Ferrara; quello di Rossi si intitolava “L’identità dell’Europa”; il volume scritto dal cardinale, invece, aveva come titolo: “Non rubate la speranza”, ed era edito per i tipi della Mondatori.
Presenti alla manifestazione il presidente della Provincia, Angelo Villani; l’umile e instancabile Renato Cangiano, il docente universitario Aldo Piero Amati, il presule di Salerno, Gerardo Pierro, Matilde Romito, responsabile dei Musei di Salerno; Ambrogio Ietto, intellettuale di Salerno e altri illustri ospiti.
Il tutto condotto con impareggiabile professionalità e bravura dalla giornalista Concita De Luca.
Le parole espresse dai vincitori sono state significative e incisive: tutti hanno parlato dei giovani non come futuro dell’Italia e non solo, ma come presente. In particolare hanno battuto su questo tasto Sepe e la Borsellino.
Sepe ha tenuto un discorso scarno e senza fronzoli, essenziale e ricco, modesto.
La Borsellino ha ricevuto una standing ovation, cioè ci si è alzati in piedi quando ha espresso i suoi importanti concetti, le sue parole coraggiose.
Infine Pietro Rossi ha simpaticamente e brevemente discusso dell’attualità e della politica italiana ed europea con molta motivazione.
È una iniziativa che deve “vivere”, non “sopravvivere”, ha puntualizzato Cacciatore, il quale ha ricordato l’impegno gravoso di Cangiano nell’organizzare tutto, il fatto che questo ricade sulle sole sue spalle.
Ci si auspica una maggiore attenzione al Premio da parte delle istituzioni locali, come ha sottolineato Cacciatore, in modo ironico ed elegante.
Anche Crescenzio Sepe ha voluto dire la sua su questo punto dolente, manifestando il suo plauso e incoraggiamento alla manifestazione.
Egli ha concluso il suo discorso con un semplice e accattivante: “La Madonna vi accompagni”, detto in dialetto napoletano.
La serata si è conclusa in modo positivo anche grazie all’intervento del coro intonatissimo del liceo “Tasso”, coordinato dal maestro Romeo Pepe e dalla insegnante Carmencita Sorice, e di una validissima e virtuosa violinista, Federica.
ANNA MARIA NOIA