Spiritualità: 2 agosto, Maria, Regina degli Angeli

 don Marcello Stanzione

 Nelle litanie Lauretane che si recitano alla fine del S. Rosario, la Madonna viene salutata con l’appellati­vo di “Regina degli Angeli”e tale festività si celebra il 2 agosto. Maria, proprio perché profondamente inserita nel mistero trinitario del Verbo, si eleva al di sopra di tutte le creature non solo terrestri, dai profeti agli Apostoli, dalle vergini ai martiri, ma delle stesse creature angeliche. Cristo Gesù non solo come Dio è Signore e Padrone dell’uni­verso, ma anche come uomo-Dio è re di tutti gli uomini e di tutte le creature, compresi gli Spiriti celesti che sono i “suoi angeli”. L’Evangelista Marco, parlando della seconda venuta di Cristo, profetizza: “Si vedrà allora il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e grande gloria, e allora manderà i suoi angeli a riunire i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo” (Mc. 13, 26). Gesù il Cristo è infatti Figlio di Dio non per adozione ma per natura, mentre gli angeli non sono che servi e figli adottivi di Dio. Maria come Madre di Dio fatto uomo, partecipa alla dignità del Figlio, perché la persona di Cristo è il termine stesso della divina maternità. Ella partecipa, dunque, connaturalmente, nella propria qualità di Madre di Dio, alla regalità universale del Figlio. La Madonna come Madre di Dio, di cui gli angeli non sono che servi, si trova tanto innalzata al di sopra degli angeli quanto è la differenza esistente tra il nome di Madre e quello di servo. Maria sola, insieme a Dio Padre, può dire a Gesù: “Tu sei mio Figlio, io, Ti ho generato”. Il papa Pio XII nel prologo dell’enciclica “Ad caeli Reginam“, così scrive: “Il popolo cristiano ha sempre creduto, a ragione, anche in secoli passati, che colei dalla quale nacque il Figlio dell’Altissimo, che `regnerà eternamente sulla casa di Giacobbe’ (Le. 1, 32), sarà `Principe della Pace’ (IS 9, 6), `Re dei re e Signore dei signori’ (Ap. 19, 16), al di sopra di tutte le altre creature di Dio ricevette singolarissimi privilegi di grazia. Considerando poi gli intimi legami che uniscono la Madre al Figlio, attribuì facilmente alla Madre di Dio una, regale preminenza su tutte le cose. Si comprende quindi facilmente come già gli antichi scrittori della Chiesa, avvalendosi delle parole ,dell’Arcangelo S. Gabriele, che predisse il Regno eterno del Figlio di Maria (cfr. Le. l, 32-33) e di quelle di Elisabetta, che si inchinò davanti a Lei, chiamandola `madre del mio Signore’ (Le. 1, 43) abbia­no denominato Maria ‘Madre del Re e Madre dei Signore’, volendo intendere che, data la regalità del Figlio, dovesse derivare alla madre una cena elevatezza e preminenza”. È importante sottolineare che la superiorità della Madonna sugli angeli è collegata alla supremazia di Cristo sugli angeli; essa non riguar­da solo la sua verità che è scontata, ma la sua umanità che ha ricevuto da sua Madre Maria. Il fondamento teologico della divina maternità di Maria si applica anche alla questione specifica di Maria come Regina degli angeli, perché in forza di quella maternità essa divenne nello stesso momento madre fisica di Gesù e Madre spirituale di tutto il corpo mistico del Cristo. S. Paolo nella lettera ai Colossesi ha scritto riguar­do a Cristo: “.: . per mezzo di Lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in Lui. Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato in tutte le cose. Perché piacque a Dio di far abitare in Lui ogni pienezza” (Col. 1, 16-19). Il grande esperto Mariano padre Gabriele Roschini, nel dizionario di Mariologia, commentati tali brani delle letture ai Colossesi scrisse: “Effettivamente il primato assoluto di Cristo (e in un certo senso di Maria, a Lui indissolubilmente congiunta) proclamato da S. Paolo (Col. 1, 13-20) e dalla stessa ragione illuminata dalla fede, nonché l’unità e l’armonia del piano divino ideato ed attuato da Dio, si salvano soltanto se si ammette che Cristo e Maria sono la causa finale, la ragione di essere di tutta la creazione (Angeli ed uomini), nonché la causa efficiente meritoria di tutta la grazia concessa da Dio sia agli uomini che agli angeli. Qualsiasi grazia, quindi, preparata da Dio “ab aeterno” e da lui concessa nel tempo a qualsiasi creatura (sia umana che angelica) è stata meritata da Cristo e da Maria in vista di loro e a gloria di loro. Anche la grazia, quindi, mediante la quale gli angeli han superato la prova ed hanno ottenuto la gloria, è dovuta a Cristo e a Maria”. Sempre riguardo alla regalità di Maria il cardinale domenicano Luigi Ciappi ha scritto nell’enciclopedia mariana: “Maria esercita il suo regale dominio sugli angeli e sui beati in cielo, impartendo ad essi ordini atti all’adempimento più perfetto dei divini voleri in favore degli uomini ancora viatori verso la patria celeste. Esercita altresì il suo dominio in terra, dove ha moltiplicato apparizioni e prodigi, donde emanano sempre moniti materni, incitamenti e saggi consigli, inviti alla preghiera, alla penitenza e alla pratica delle virtù cristiane”. Nella spiritualità cristiana il titolo di Regina è attribuito a Maria dalla tradizione cristiana almeno a partire dal 1V secolo e nell’inno Mariologico Akatistos, scritto nel 626 e recitato ancora nella liturgia bizantina alla Madonna in quanto Theotokos (Madre di Dio) le vengono attribuite qualità sovrangeliche. Nel 18301a Vergine Santissima appariva a santa Caterina Labouré come Regina del mondo e fu proprio da questa celebre apparizione che nacque il movimento per la consacrazione del mondo a Maria come Regina dell’universo. Il papa Pio IX con la bolla “Ineffabilis Deus” del 1854, dichiarò che la Madonna possedeva grazie e carismi superiori a tutti gli spiriti angelici e ai santi. Ecco le testuali parole del pontefice: “(Maria) costituita dal Signore Regina del cielo e della terra, con le sue materne preghiere impetra in maniera validissima, e trova ciò che cerca e non può rimanere inascoltata”. Vi è quindi a tal riguardo una costante tradizione nella Chiesa cattolica che è stata ribadita dal Concilio Ecumenico Vaticano Secondo che afferma la superiorità di Maria rispetto agli angeli: “Maria perché Madre santissima di Dio, presente nei misteri di Cristo, per grazia di Dio esaltata, al di sotto del Figlio, sopra tutti gli angeli e gli uomini viene dalla Chiesa giustamente onorata con un culto speciale” (Lumen Gentium n. 66). Sempre per quanto riguarda la Chiesa di Oriente, uno dei massimi teologi ortodossi Gregorio Palmas afferma: “Nessuno arriva a Dio se non per mezzo di lei e per il mediatore nato da lei; nessuna forza di Dio arriva agli angeli e agli uomini se non per lei”. S. Bernardino da Siena proprio ispirandosi a queste considerazioni della teologia ortodossa nelle sue prediche non solo esalta la Madonna al di sopra dei nove cori angelici che cantano e danzano intorno a lei; ma pone anche una sostanziale differenza tra la gloria di Maria e quella degli angeli, tra la sua e la loro conoscenza. Il teologo cattolico Dario Rezza fa delle profonde considerazioni sul rapporto tra Maria e il mondo angeli­co; egli afferma che la relazione tra la Madonna e gli angeli è interessante per comprendere fino a che limite può essere spinta, attraverso la partecipazione a Cristo, l’esaltazione della natura umana, anche se quello di Maria è un caso unico ed irripetibile. Il Rezza che si rifà agli scritti del grande mistico medieva­le Master Eckhart che affermò: “L’anima può andare oltre se stessa. Se l’anima di un uomo che vive ancora nel tempo fosse uguale all’angelo più elevato, potrebbe ancora arrivare incomparabilmente più in alto, al di sopra dell’angelo”, ritiene che gli angeli non possano oltrepassare il loro limite ontologico. Solo all’anima umana è concesso di farsi tempio di Dio, a Lui simile e a Lui profondamente unita e tutto ciò è avvenuto al massimo grado in una umile donna di Nazareth di Palestina! Sempre il Rezza considera il fatto che Maria, Madre di Dio, è il punto di riferimento per eccellenza dell’angelo perché l’evento salvifico dell’incarnazione del Verbo è il nodo centrale non solo della storia terrestre ma anche del mondo celeste che vi è stato coinvolto intimamente. Il teologo tomista Suarez nel suo scritto sugli angeli riguar­do alla prova prima della creazione del mondo alla quale furono sottoposti gli spiriti celesti scrisse: “A tutti (gli angeli) fu proposto il Cristo, perché lo accettassero per fede quale futuro Dio-uomo, e come capo e come autore della loro salvezza, e per tali titoli lo amassero, riverissero e adorassero. Fu loro comandata la soggezione al Cristo: Lucifero ritenne ingiurioso tale precetto e propose agli angeli di considerare l’eccellenza della propria natura. Molti lo ascoltarono, ma la maggior parte si sottomise al Cristo” (De Angelis c. 12, n. 13). Perciò nell’annuncio dell’Arcangelo Gabriele alla Madonna che precede immedia­tamente la nascita di Gesù, si uniscono finalmente la parte buona del mondo umano con quella buona del mondo angelico. L’Amen di Maria non riguarda solo gli uomini ma è atteso anche dagli angeli per dare significato al proprio essere perché come non è possibile la salvezza umana senza l’incarnazione del Verbo, così senza di essa non è pensabile neppure la gloria degli Angeli. II teologo Rezza sottolinea accuratamente che se l’uomo può essere immaginato nell’ordine naturale prescindendo dalla redenzione, invece l’Angelo non può esistere come tale se non per grazia del Cristo Redentore, è questo il mistero “tenuto nascosto da secoli in Dio”, una determinazione eterna che interessa i Principali e le Potestà (Ef. 3, 9), un progetto anteriore ad ogni Creazione, cui fa riferimento la creatura angelica per definire se stessa. Questi alti concetti teologici sono penetrati nell’intimo del popolo cristiano attraverso una preghiera semplice e popolare: il Santo Rosario che infatti inizia con il primo Mistero Gaudioso che ci fa meditare sull’Annuncio dell’Angelo Gabriele a Maria Vergine e si conclude con il quinto Mistero Glorioso che ci fa meditare su Maria Incoronata Regina del Paradiso e la gloria degli Angeli e dei Santi. Il padre Battista Mondin, ricordando che il modello della Liturgia terrestre è la Liturgia celeste, sottolinea che il Paradiso: “Gli Angeli e i Santi celebrano non solo la gloria della Trinità, ma anche la gloria di Maria. Ispirandoci alla Liturgia celeste, mentre siamo pellegrini su questa terra, dobbiamo lodare, ringraziare e pregare nel giusto ordine tutti gli artefici della nostra salvezza: anzitutto il Verbo Incarnato, il Padre e lo Spirito Santo, poi la Madre del nostro Salvatore e infine anche tutti gli altri cittadini della Città celeste, gli Angeli e i Santi. Col loro aiuto, un giorno, potremo godere anche noi della vita eterna e partecipare all’affasci­nante e lietissima liturgia dell’eterna pericoresi dell’amore. Maria è la stella sicura che ci insegna la via del Cielo e che un giorno ci introdurrà alla fantastica danza dei Tre eterni amanti: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo”.