Verità sul modo migliore di ricevere la Santa Comunione

 Alfio Gusston

Nel suo saggio del 1931, su Il nuovo paganesimo, il grande storico cattolico Hilaire Belloc metteva in guardia circa il paganesimo post-cristiano che stava per arrivare. Questo mia presentazione al testo “Ricevere la santa Comunione in ginocchio e in bocca. Gli Angeli ci insegnano il modo giusto di accostarci all’Eucarestia” scritto da don Marcello Stanzione, uno tra i massimi angelologi viventi della Chiesa contemporanea, non parlerà ovviamente dell’intero saggio del sacerdote salernitano, ma solo del tema del corretto modo di ricevere la santa Comunione eucaristica, ai fini di evidenziarne l’aspetto centrale: il paganesimo antico aveva un profondo rispetto per la tradizione, mentre il nuovo paganesimo post-cristiano nutre un disprezzo rivoluzionario per essa. Belloc affermva: “Il paganesimo antico era profondamente tradizionale; non aveva, infatti, radici se non nella tradizione. Il profondo rispetto per il proprio passato, per la saggezza della propria stirpe e l’orgoglio, erano la vera anima del paganesimo antico; ecco perché costituì un fondamento così solido su cui costruire la Chiesa Cattolica, ed ecco perché offrì, anche così a lungo, una tenace resistenza alla sua crescita. Il nuovo paganesimo, invece, per la sua stessa natura disprezza la tradizione degli avi, non rispetta forse nulla, ma, meno di tutto, rispetta lo spirito della frase: I nostri padri ce lo avevano detto”.

Attraverso i secoli, i nostri Padri ci hanno parlato della Fede e del Divin Sacramento, ci hanno insegnato che la Santa Eucarestia è veramente il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù Cristo.

I Padri del Concilio di Trento definirono il Divino Sacramento con precisione e cura, e non contro qualcuno o qualcosa come sogliono farci credere ultimamente alcune sedicenti sette pseudo-cristiane. San Tommaso d’Aquino ci ha insegnato che, al di là della venerazione verso questo Sacramento, toccare ed amministrare il Sacramento spetta solo al sacerdote o al diacono. I nostri Padri cattolici, a casa, così come le nostre sorelle insegnanti, a scuola, ci hanno detto che era sacrilegio per chiunque toccare l’Ostia Santa, tranne che per il sacerdote od il diacono. Attraversi i secoli i papi, i vescovi, i preti ci hanno insegnato la stessa cosa, non tanto con le parole, ma con l’esempio, specialmente con la celebrazione della Messa latina antica, in cui c’era, in ogni gesto che il sacerdote faceva, profondo rispetto per il Divino Sacramento, in quanto vero Corpo di Cristo.

I nostri Padri ci hanno insegnato queste cose, non solo allo scopo di tramandare una tradizione venerabile ma priva di fondamento, bensì ce le hanno insegnate con le parole e gli esempi, per manifestare fedeltà alla Fede Cattolica e rispetto verso il Divin Sacramento. Questo ci hanno insegnato i nostri Padri, perché è la pura e semplice verità.

Ma l’introduzione della Comunione sulla mano dimostra un’arrogante inosservanza di quanto i nostri Padri ci hanno insegnato.

E benché questa pratica sia stata introdotta come uno sviluppo liturgico autentico, sotto mandato del Concilio Vaticano II, in realtà, la Comunione sulla mano non solo non è uno sviluppo liturgico autentico, ordinato dal Concilio Vaticano II, ma mostra disobbedienza e disprezzo totali nei confronti di secoli di insegnamento e pratica, somigliando in questo alla filosofia del nuovo paganesimo, ad una filosofia di rivoluzione.

La Comunione sulla mano fu introdotta sotto un falso ecumenismo, cui è stato consentito di crescere grazie alla debolezza dell’Autorità, approvata attraverso compromessi e falso senso di tolleranza ed ha portato ad una profonda irriverenza ed indifferenza verso il Santissimo Sacramento, come disposizione liturgica dei nostri giorni ed ignominia del nostro tempo.

Nella Chiesa Cattolica vi sono due luoghi sicuri, per incontrare il Signore: la Parola e l’Eucarestia. Ricordiamo come Gesù entrò nella vita dei suoi discepoli, mentre essi si stavano dirigendo ad Emmaus (Lc. 24, 13-35). Camminavano pieni di tristezza, carichi di sofferenza. Mentre tornavano a casa, Gesù li raggiunse e fu loro compagno di viaggio.

Loro gli dissero parole di sconforto. Lui cominciò ad insegnare e spiegò, iniziando da Mosé ed i Profeti, spiegando cosa dicevano le Scritture. Essi lo ascoltarono con il cuore aperto e sentirono qualcosa che non si potevano spiegare: una presenza, un calore, un’emozione. Dissero che il loro cuore ardeva, mentre camminavano assieme a Gesù. ricevettero la grazia per crescere….

Quando arrivarono a casa, invitarono Gesù ad entrare, a cenare con loro, a dormire: Resta con noi Signore, che si fa sera. Gesù accettò. Si sedette a tavola, benedisse il pane, lo spezzò e lo spartì. In quel momento si aprirono i loro occhi e lo riconobbero: è Lui! è Lui! Il nostro cuore è diventato pieno di luce, di gioia… I nostri occhi si sono aperti! Non a caso il nostro cuore ardeva, mentre ci spiegava i passi delle Scritture, lungo il cammino! Sì, lo avevano riconosciuto.

E’ un caso, forse, che le Chiese che, comunque, si chiamano cristiane, hanno negato la Vergine ed hanno negato anche la presenza reale di Cristo nell’Eucarestia?

Dove la Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, è stata rifiutata, sono stati rifiutati anche l’Eucarestia ed il sacerdozio. Questo perché l’Eucarestia è il cuore, il fondamento della nostra Chiesa, la fonte da dove nasce la vita per i membri del Corpo Mistico di Cristo.

Tutti possono lodare il Signore, tutti possono cantare inni, però non tutti hanno ricevuto l’educazione nella fede come noi, per sapere che Cristo si è sacrificato come Emmanuele. Non tutti hanno ricevuto la Tradizione per celebrare il Ministero della fede. Non tutti hanno ricevuto la fede nel Sacramento.

L’Eucarestia è il Sacramento di unità, in cui si riceve la grazia di restare uniti. I Santi Padri lo insegnarono sin dall’inizio della Chiesa. Nell’Eucarestia stiamo uniti nel Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa. Così, ricevendo, in modo appropriato e debito, l’Eucarestia, non solo ci uniamo a Cristo – dimensione verticale -, ma restiamo anche uniti agli altri fedeli – dimensione orizzontale – formando un solo vino, un solo pane, una sola Chiesa, un solo ed unico Corpo.

Cristo, nell’Eucarestia, è vivo e resuscitato. Come lo Spirito Santo, scendendo sulla Beata Vergine, compì il miracolo dell’Incarnazione del Verbo, così, discendendo sul nostro pane e sul nostro vino, compie il miracolo della Transustanziazione. E si presenta veramente il corpo del Signore. Il saggio di don Marcello Stanzione è originale perché il sacerdote salernitano dimostra attraverso numerosi esempi che le comunioni che gli angeli hanno portato ai vari mistici lungo i secoli non sono mai state ricevute dai loro protetti sulla mano ma sempre direttamente in bocca