Proverbi Africani: il prestito di beni

Padre Oliviero Ferro  

Il prestito è una realtà che si colloca nella visione della limitatezza dell’esistenza umana. L’individuo chiede un prestito per mancanza di sufficienti mezzi personali per risolvere una difficoltà. L’etica insegna i contorni del fenomeno sociale del prestito e le modalità del suo svolgimento. In realtà, la morale antica giustifica il prestito come fatto inerente alla situazione di miseria e di povertà. Il non-detto della maggioranza dei proverbi consiste nell’insegnare alle persone che hanno molti beni di sapere aiutare coloro che bussano alle loro porte per chiedere un prestito.

Ecco i proverbi e insieme qualche riflessione concreta. “Il povero presenta le sue preoccupazioni al ricco, costui lo ascolta camminando” (Bamoun, Cameroun) (L’uomo ricco dà difficilmente un prestito ad una persona povera: piove sul bagnato). Questo è vero, perché il ricco, di solito, si rapporta con altri ricchi da cui può ricavare qualcosa. Vorrei aggiungere qualche esperienza fatta in Africa. Mi sono accorto che, quando la gente chiedeva un prestito, sia in denaro come delle cose, di solito si cercava di dare qualcosa (anche perché avevamo ricevuto qualcosa da amici dell’Italia). Ma poi cosa succedeva? Il prestito aveva una scadenza temporale e quando veniva richiesto indietro per poi aiutare eventualmente altre persone, cominciava il festival delle scuse, che non era possibile, ecc. Allora veniva da dire che forse era meglio, non prestare, ma dare direttamente come aiuto, così il problema finiva lì. Altrimenti diventava una “caccia al tesoro” senza recuperare il tesoro. Un altro tipo di prestito, diciamo di “avance” (anticipo) veniva dato agli insegnanti che ricevevano il salario (quello delle scuole cattoliche) attraverso la missione (che lo riceveva dalla Coordinazione delle Scuole cattoliche).

Lo chiedevano, perché: prima di tutto il salario non era molto e quindi c’erano molte spese. Secondariamente: veniva speso prima della fine del mese in tante cose personali e familiari. Veniva dato, ma poi recuperato, quando arrivava il salario. Ritorniamo ai proverbi che ci presentano la realtà delle persone che chiedono i prestiti (ricordiamoci la parabola evangelica dei due debitori). “Il prestito è il primogenito della povertà” (Galla, Etiopia) (è la povertà, il bisogno che porta a contrarre debiti, a firmare le famose cambiali “pagherò”). E un altro simile “Chiesero a un uomo di abbandonare i prestiti, egli rispose: “le miserie mi abbandonino” (Peul, Senegal). Come detto sopra: il prestito è facile, ma il rimborso difficile. Non bisognerebbe dare credito a una persona poco affidabile, ma come si fa a saperlo, quando ti dicono “padiri, unisaidie” (padre aiutami), soprattutto se è una mamma che ha tanti problemi nel portare avanti la famiglia! “E’ delizioso indebitarsi, ma è amaro pagare” (Tutsi, Rwanda).

Naturalmente ci sono dei “professionisti” del debito, tanto sanno che non rimborseranno mai. Per cui è meglio prestare a chi dà delle garanzie di rimborso. “Una gallina potrà essere scambiata contro una zappa” (Basonge, Congo RDC). Naturalmente ci sono anche dei creditori intransigenti, senza cuore, soprattutto quelli che, anche in Italia, prestano a Usura con interessi da capestro e se non rimborsi, rischi la tua vita e quella della tua famiglia. “Il creditore è stato talmente esigente che il debitore gli ha dato in rimborso sua moglie, unico bene che gli rimaneva” (Lunda, Zambia). E uno simile “La persona piena di debiti li paga con strangolamenti” (Akan, Ghana). Perché “il passar del tempo non estingue il debito” (Attie, Costa d’Avorio).