Creatività di Sinisgalli, coinvolgente settori pubblicitario e disegno

Giuffrida Farina         

Inquadrando con una ipotetica telecamera l’elenco della straordinaria multiforme inventiva sinisgalliana, vedremmo sullo schermo apparire, nella estesa incolonnata sequenza di creazioni, persino le voci: “Sinisgalli disegnatore” e “Sinisgalli creativo pubblicitario”. L’eclettica genialità impresse la sua orma anche nel campo pubblicitario: in tale settore è stato innovativo autore di slogan pubblicitari  che egli stesso illustrava; in effetti -forse non tutti ne sono a  conoscenza- nei Carosello degli anni ’60 talune creazioni, slogan e disegni, recavano la firma Leonardo Sinisgalli.

Ne vogliamo esplicitare qualcuna? Ok. Dunque, la rubrica televisiva Carosello rappresentò una trasmissione cardine nel costume e nella storia, funse da “calamita attraente” col suo magico magnetismo attirante a sé milioni di telespettatori, i quali attendevano le “agognate” ore 21: dopo il siparietto della storiella, appariva il nome del prodotto con l’associato slogan pubblicitario. Carosello durò un ventennio, nacque il 3 febbraio 1957, concluse il ciclo l’1 gennaio 1977. Nel corso di questi 20 anni, le aziende richiedevano la consulenza di creativi che ideavano scenette dal vivo o di animazione, avvalendosi di personaggi del varietà, dello sport, dello spettacolo televisivo e cinematografico.

Scenette davvero splendide: cortometraggi narranti “vicende lampo” e avventure ora indelebilmente impresse nel cuore e nella mente. Era l’anno 1953,il gruppo ENI, allineandosi alla scelta strategica di tante aziende scelse il percorso del reclamizzare i prodotti nella rubrica televisiva mediante spot e documentari che iniziavano con una narrazione veicolante all’approdo della diffusione del messaggio, in sinergia con esso, immagini disegni animati; si chiudevano con una ‘frase cardine’ ed un logo: quello del “cane nero a 6 zampe” era parto della creatività Sinisgalliana. Nasceva una nuova epoca. Recentemente, per quanto concerne gli intermezzi pubblicitari  televisivi “caroselliani”, l’ENI ha recuperato una nutrita sequenza di filmati girati direttamente da Sinisgalli oppure coordinati ed integrati sotto la sua supervisione; dell’Ufficio Pubblicità Agip era direttore, venne contattato da Mattei nel 1958 per occuparsi di strategia di comunicazione con l’ausilio di spot e film, vi rimase un triennio, sino al maggio del 1961.

L’ingegnere artista lucano, fondatore e direttore della rivista CIVILTA’ DELLA MACCHINE dal 1953 AL 1959 creata per la Finmeccanica a Roma, si cimentò anche nell’arte del ritrarre immagini in movimento: creò diversi documentari, a 2 dei quali venne assegnato il più alto riconoscimento del settore, la Biennale di Venezia Awards:1940 (Lezioni di Geometria) e 1950 (Millesimo di millimetro).Dunque, Sinisgalli creativo pubblicitario ideatore di slogan pubblicitari e di idee illustrative: la Olivetti Studio 42 pubblicizzata con un manifesto nel quale una rosa veniva inserita in un vecchio calamaio, idea Sinisgalliana. Attrarre attraverso messaggi e slogan veicolanti la perentoria singolarità del consumatore, l’“assoluta” unicità del suo  essere, è il perno intorno al quale ruota il meccanismo della Psicologia pubblicitaria.

Dunque, catturare la nostra attenzione rendendoci diversi dagli altri, onde indurre in noi il desiderio di comprare e consumare. Sinisgalli, muovendosi lungo il percorso pubblicitario, conosceva assai bene gli ostacoli da valicare, era preparatissimo intorno alle 4 strategie creative “accalappianti” il consumatore; relativamente al nutrimento cardine della Psicologia pubblicitaria, l’ingegnere poeta applicava le 4 caratteristiche del messaggio pubblicitario. Esso doveva risultare: 1)Meccanicista; 2)Persuasivo; 3)Proiettivo; 4)Suggestivo. Quel che segue riguarda il simbolo dell’ENI, il cane a 6 zampe; la sua ideazione viene narrata ne “Il guscio della chiocciola” (a cura di Sebastiano Martelli e Franco Vitelli/Nuovi Paradigmi): Sinisgalli, uscendo dagli uffici dell’ENI venne attratto da una immagine, un foglio sul quale era disegnato un cane le cui zampe posteriori erano cancellate sebbene non perfettamente; scaturì un ribaltamento di idea, la sostituzione della  soppressione di due zampe  con l’aggiunta di due zampe, nacque dunque -mi si consenta la divagazione- l’ ”esazampesco carnivoro” ovvero il mammifero a 6 zampe quale marchio contrassegnante l’ENI, che da sempre è associato al logo di ogni azienda appartenente al gruppo, quale ad esempio l’AGIP; colui che  tradusse il pensiero Sinisgalliano in rappresentazione fu Luigi Broggini.

In generale, nei Carosello degli anni ’60 confluivano creazioni pubblicitarie (slogan e disegni),all’epoca rappresentanti forti innovazioni, influenti sullo stile di vita e sul modo di pensare e di “volare alto”. A tal proposito l’ingegnere scrisse: “Il nibbio vola più alto”; il poeta delle due muse auspicava: “Continuerò a volare, e spero alto, e sempre con l’aggressività del nibbio”… “Come ingegnere ho avuto amore per il segno, e la mano abituata e pronta; e poi, occupandomi di pubblicità  e frequentando i pittori, ho assorbito tutto”. Un tempo si sostenevano esami di ingegneria coinvolgenti il disegno tecnico in 2D e 3D di componenti meccanici, di impianti elettrici e circuiti elettronici, di progetti  di meccanismi, utilizzando “fisici” fogli di carta (nei tempi  odierni sono “percepibili” come fogli bianchi all’interno di software CAD  ovvero programmi di disegno assistito dal calcolatore): adeguatamente avviluppati, erano il (pesante) carico da sostenere, trasportandolo ed esibendolo in sede d’esame Disegno Tecnico.

Gli strumenti che impiegavamo (per i ragazzi d’oggi sono di collocazione preistorica):un corredo di matita, gomma, compasso, riga, squadra…I metodi di rappresentazione concernevano: l’assonometria; un metodo codificato da Gaspard Monge; inoltre, questo farà sorridere gli odierni smanettoni giovincelli, venivano realizzati disegni e grafici riguardanti alcune tecniche matematiche (metodi grafici per eseguire Derivazione e Integrazione e addirittura operazioni aritmetiche!).L’esame verteva sulla discussione di una ventina di tavole che avevamo eseguito, ma preliminarmente occorreva superare la prova grafica, attuando in sede un elaborato impiegando il tavolo regolabile da disegno ed “armati” degli anzidetti attrezzi. Effettivamente la mano diventava “abituata e pronta” come scrisse Sinisgalli; il disegno tecnico a mano libera e lo schizzo di oggetti e forme costituivano una importante palestra per lo studente d’ingegneria innamorato dell’arte e ovviamente dotato di qualche talento artistico.

Dunque, l’interazione pubblicità/grafica in accordo con analoga triplice coesistenza arte/scienza/letteratura: Sinisgalli, reale pioniere, tant’è che viene simboleggiato quale icona dello spirito rinascimentale nel Novecento. In maniera “leggera” sostengo che fosse caratterizzato da “testa circolare” e che abbia perentoriamente allontanato le immagini del “capo quadrato” e dell’assonante  coppia di termini indicanti la figura  dell’ingegnere “tecnico squadrato”; tale riflessione la esplicito nel testo ‘Creazioni Sinisgalliane interpretate da Giuffrida’ (e-book, pagine 86,Antropos in the world editrice),un articolo del quale è inserito nella home page del sito web della Fondazione Sinisgalli, sezione Saggi; ”sono circondato” da eccellente compagnia, autori di levatura internazionale. Infine, relativamente al legame Sinisgalli/Cinema, è da evidenziare l’interazione con il regista Alberto Lattuada (1914-2005)  attraverso la sceneggiatura del film “Il cappotto”; opera, trasposizione di un racconto di Gogol, caratterizzata dal coniugio di tradizionale impostazione della commedia italiana con la letteratura umoristica russa.