Coronavirus: positivi anche vaccinati, parola al virologo prof. Giulio Tarro

Rita Occidente Lupo

Vaccini sì, vaccini no! Il Coronavirus, con tanti decessi e le strutture sanitarie al collasso, domina la scena sanitaria in tutto il mondo, mostrando a macchia di leopardo come venga gestita la fase di recupero della socialità. E se in tanti a sognare vacanze oltre confine, sicuri di poter esimersi dai divieti delle prescrizioni zonali, molti perplessi se, pur restando nel proprio domicilio, sicuri del vaccino. Dopo gli echi mediatici dell’Astrazeneca e dello Sputnik, Pfizer e Moderna non restano orfani di compagni. Infatti il vaccino dell’azienda farmaceutica Janssen (del gruppo Johnson & Johnson) quarto anti COVID-19 – dopo quelli prodotti da Pfizer/BioNTech (approvato il 21 dicembre), Moderna (approvato il 6 gennaio 2021) e AstraZeneca/Università di Oxford (approvato il 29 gennaio 2021). Autorizzato alla commercializzazione dalla Commissione Europea, dopo il parere positivo di EMA, il Janssen prevede un’unica dose di somministrazione.  A vettore virale, composto da un vettore ricombinante basato su adenovirus umano di tipo 26 incompetente per la replicazione, opportunamente modificato per contenere il gene che codifica per la sequenza completa della proteina spike (S) del virus SARS-CoV-2 in una conformazione stabilizzata (vaccino Ad26.COV2.S).  L’adenovirus presente nel vaccino, non è in grado di replicarsi e non contiene adiuvanti, conservanti, materiali di origine animale o tessuto fetale.

Su diversi casi di positività al Coronavirus, in soggetti finora vaccinati, il noto virologo, prof. Giulio Tarro: “Con i vaccini viene fornito l’RNA messaggero, che permette ad un coronavirus già presente (uno dei 4 tipi benigni conosciuti della stessa famiglia del Covid-19, come quello del raffreddore), di ricostruire il Covid-19 e pertanto il soggetto diventa contagioso, risultando positivo al tampone. Quindi il vaccino, in questo caso, fornisce la possibilità che venga incorporato il virus diventando completo. Basta che ci sia un enzima, la trascrittasi. Si diventa quindi positivi, ma asintomatici, in quanto vaccinati: la protezione funziona rispetto alla malattia, ma non all’infezione. Senza dubbio i vaccini rappresentano una prevenzione rispetto alla terapia monoclonale. L’ultimo che giunge nel nostro Paese, il Johnson, costituito da adenovirus umano, porta il gene del Covid-19 verso cui produciamo anticorpi. Sufficiente un’unica somministrazione per lo sviluppo degli anticorpi. Effetti collaterali allarmistici? Dai dati finora diramati s’è visto che in America si sono riscontrate problematiche trombotiche ad 1 caso su 1 milione. Come per tanti vaccini, il Janssen prevede un’unica somministrazione. Nel tempo da monitorare la durata della copertura anticorpale, considerando anche l’immunità cellulare, che dura più a lungo. S’è riscontrato che gli affetti dalla prima Sars, tuttora immuni al Covid-19.

Da assertore dei vaccini, la mia professione parla chiaro, anch’io mi sottoporrò, anche se attualmente la medicina offre terapie sufficienti ad arginare virus. Ricordo comunque che stiamo incisivizzando soltanto la lotta al Covid-19, col suo 13% di decessi, lasciando in ombra  l’87% di vittime per altre patologie. A coloro che mi chiedono come poter affrontare al meglio la pandemia, suggerisco adeguata prevenzione: vitamina C e D , integratori, lattoferrina. In caso di fase iniziale del virus, antimalarico ed antibiotico, l’idrossiclorochina con Azitromax, poi nei giorni successivi cortisone ed eparina. Non dimenticando gli anticlonali, da utilizzare subito in ospedale.

Intanto cerchiamo di non abbassare le difese immunitarie, con cali d’umore, fasciandoci la testa anzi tempore. A proposito dei richiami ciclici, che già pullulano in rete, ricordo che occorre prima accertarsi della presenza d’ anticorpi, se vaccinati, per cui non si può cadenzare il periodo: sembra che possa l’immunità durare oltre un anno. La vita continua e supereremo questo tunnel nel quale sembra di scorgere a malapena l’uscita. In Cina tutto sta rientrando alla normalità, dopo le rigide  misure ed il lockdown…purtroppo noi siamo in Italia!”