La matematica, scienza regina, presente in tutte le arti, le note musicali non esistono, esistono le frequenze
Esiste una stretta interconnessione tra la Matematica e tutte le Arti: lo stupendo settore Architettonico, la leggiadria della Danza, il meraviglioso àmbito Letterario, la magia della Musica, i mondi del Sogno Pittorico e Scultoreo…filo conduttore che le interconnette è la Scienza regina, la Matematica; ogni manifestazione artistica obbedisce al rigore matematico. Tutte sono caratterizzate dalla comune presenza di una entità: il Modello, del quale trattammo lo scorso numero.
I modelli presentano connotazione universale, riproducendo il reale attraverso rappresentazioni esemplificative -prototipi- del particolare fenomeno o della specifica entità da riprodurre. In tema d’arte totale, il modello è fornito dall’Opera e dal Pensiero di Richard Wagner (1813-1883),uno dei più importanti musicisti di ogni tempo, compositore, librettista, direttore d’orchestra, scrittore, saggista (in una sua dissertazione, il trattato Opera e dramma, approfondì l’idea di Opera d’arte totale). Il teatro musicale europeo evolvé in misura imperiosa in virtù del paradigma alternativo proposto: rivoluzionò il genere operistico, eliminando il protagonismo dei cantanti e strutturando le sue partiture in chiave sinfonica intorno ai cosiddetti Leitmotiv, tecnica compositiva che prediligeva i temi conduttori, temi musicali associati a personaggi ed in intima connessione con luoghi o sentimenti.
Il suo nuovo linguaggio, animato da complesse soluzioni musicali, è alle radici della musica moderna e negli anni in divenire venne assorbito dalle scuole operistiche italiana e francese. L’Arte musicale si fonda su 3 elementi: melodia, armonia e ritmo; tre soli musicisti possono esplicitarne il modello: il cantante che esegue il brano (melodia), il chitarrista che musicalmente lo accompagna attraverso gli accordi (armonia), il batterista che “porta il tempo” (ritmo).
Lo stesso pentagramma o rigo musicale è in effetti un modello. Il miracolo: con sole sette note (sebbene nella cultura musicale occidentale, adottante il “sistema temperato o equabile”, i suoni effettivi siano 12: ”temperare” ovvero rendere costante la differenza di frequenza tra un suono ed il successivo o il precedente, equivale a suddividere una lunghezza di 12 metri frazionandola in 12 intervalli uguali di un metro) si ottengono infinite composizioni…LE NOTE MUSICALI NON ESISTONO, sono convenzioni di nomenclatura e grafiche partorite dalla nostra mente: effettive e concrete sono le FREQUENZE (rapidità di vibrazione dei singoli suoni) ASSOCIATE A CIASCUN SUONO. Con i quali appunto interagisce la Matematica. Di seguito un passo di una recensione apparsa su Rassegna Musicale Italiana, Luglio/Settembre 1999; autrice, Claudia Antonella Pastorino. “Un quarantatreenne ingegnere salernitano, Giuffrida Farina, ha ricavato note e intere frasi musicali da grafici, equazioni, formule ed espressioni di alta matematica. Combinando e sviluppando questi singolari intrecci, collegamenti, geometrie di numeri e formule, Farina ha ottenuto brevi composizioni musicali che hanno anche avuto, in ambito ancora limitato, la soddisfazione di essere eseguite in pubblico di gruppi cameristici.
Alcuni raggruppamenti creati da questo estroso ingegnere, capace persino di ricavare dalle combinazioni numeriche la “pittomatematica musicale” (quadri “da ascoltare”, con simboli e allegorie che esprimono la musica applicata su tela): LE MUSIEQUAZIONI e LE MUSINEQUAZIONI, ovvero riportare in musica la risoluzione di equazioni e disequazioni matematiche; LA GRAFOMATEMATICA MUSICALE, ossia l’associare a grafici disegnati sugli assi cartesiani X ed Y, la musica; LECONCARMONIE equivalente a CONCATENAMENTO DI ARMONIE, un modo di “costruire” musica fondato su uno sviluppo armonico di catene musicali, i brani sono costituiti da accordi, non presentano dunque alcuna linea melodica”.(Claudia Antonella Pastorino). Nel 1980, conseguii un riconoscimento correlato ad un concorso poetico organizzato da Radio Salerno City, all’epoca assai seguita, fu una delle prime “radio libere” apparse in Italia. La poesia, illustrata con un acquerello ed un brano musicale, si intitolava LA GUERRA; venni invitato, nel settembre 1980, ad una trasmissione, mi recai presso la loro sede e fui intervistato; narrai i miei studi ingegneristici (ero iscritto alla Facoltà di Napoli) e i miei grandi amori artistici, l’intervistatore era incuriosito da tale connubio scientifico ed artistico coinvolgente le mie elaborazioni nelle quali confluivano il verso, la musica e la rappresentazione grafica; in effetti -sosteneva- esisteranno in Italia rari esempi di giovani studenti d’Ingegneria praticanti le due culture, la cultura scientifica e quella artistica.
Ma io seguivo soltanto la mia natura -esposi il mio pensiero- e d’altronde non mi costava alcun sacrificio tenerle entrambe per amiche, in una forte, per me assolutamente non strana, “complicità”. Ho ereditato da mio padre Luigi e dal suo genitore Giuffrida, l’amore per la musica: di mestiere gestivano entrambi una macelleria, erano assai appassionati di musica, suonavano il mandolino. Nonno Giuffrida addirittura “si esibiva” con il suo complessino, nel corso di sagre organizzate dai Comuni della Valle dell’Irno. Relativamente a mia madre Antonietta, molto brava, alle Elementari, nello svolgimento dei temi ed assai espressiva nella lettura dei brani letterari; scriveva “in nome e per conto” di sue amiche, analfabete, lettere indirizzate a parenti ed amici d’esse. Devo dire di esser stato molto fortunato ad avere genitori che non soltanto mi portavano nel cuore, ma nel quale DNA scorreva l’amore per l’arte, in fondo ho assorbito la fonte energetica creatrice “sprigionata” dai miei cari. Altra meravigliosa rievocazione: con la pittolirica musicata LA FARFALLA ADDORMENTATA CON L’USIGNOLO, rappresentata integrandola con la coesistente forma grafica/musicale, conseguii l’affermazione (era il periodo estivo 1980) nella manifestazione Europa Duemila, organizzata da Gallery Art Club di Marina di Carrara.