La Chiesa del Giovedì Santo, Madre Teresa di Calcutta

La Chiesa del Giovedì Santo, Madre Teresa di Calcutta

di Rita Occidente Lupo

Una matita nelle mani di Dio. Come lei stessa si definiva. Ma piccola. Così si sentiva la suorina in sahari bianco, bordato di celeste, nel momento in cui rovistava povertà, per affrancarla nell’amore. Madre Teresa di Calcutta, beatificata da Papa Giovanni Paolo II, santificata da Papa Francesco, un’altra figura di spicco del nostro tempo, per la Santità. Nata nell’ex Jugoslavia da famiglia albanese, dietro il  secolo, subito il trasporto verso i lontani. Le missioni, il suo chiodo fisso. E quando finì in India, di lì non venne più via. Dando vita, nel 1950, alle feconde Missionarie della Carità. Che ben presto pullularono in tutto il mondo. Suore animate dall’unico desiderio di sottrarre all’inedia della strada, alla solitudine del freddo, vite umane crocifisse dalla povertà. Corpi cestinati dopo il decesso di pochi anni. Questo il drammatico spettacolo che l’India le offriva e che lei, senza mai chieder denaro, cercava di rendere meno pietoso con quel poco che possedeva. Quel tanto che regalava. Il sorriso, la stretta di mano, una ciotola di riso, un pasto caldo, un tetto sulla testa, medicinali contro la lebbra. Le Missionarie della Carità, dai lontani padiglioni indiani, alle periferie metropolitane. Dai bassifondi, alle bicocche senza igiene. Una piccola grande donna Madre Teresa, dinanzi alla quale si son inchinati grandi. Una luce che, senza imporre il credo cattolico, con la pretesa di convertire, amò senza confini. Fino all’oblazione totale del proprio tempo, della propria umanità, spezzata tra i migliaia di barboni, raccolti ovunque ed i poveri ricchi, in cerca di una sua benedizione. Come la principessa Diana, che dopo averla conosciuta, non si staccò da lei. Oggi, la suorina indiana, ancora sorride al volontariato meno generoso. A chi sostiene che senza fondi, non ci sia carità. A chi antepone obiettivi ambiziosi, prima di agire. Il grembiule del Giovedì Santo, l’ accompagnò fino agli ultimi giorni. Ed ancora oggi, le suore che ne ricordano l’esempio, raccolte in corale preghiera, non lo ripongono mai!