Piana Sele: Anbi “Aumentare riserve idriche necessità”

Dotarsi di adeguati sistemi di riserva idrica  in vista della prossima estate: l’invito arriva dalla Campania, dove crescono, come nel resto d’Italia, le esigenze idriche a fronte di un andamento climatico ormai imprevedibile. L’appello, senza allarmismi ma frutto di  sano realismo a fronte delle criticità dello scorso anno e del progressivo ridursi delle disponibilità idriche, è del Consorzio di bonifica Paestum, il cui presidente, Roberto Ciuccio,  scrive che  “l’esigenza di una sempre maggiore fornitura idrica sul territorio consortile pone in evidenza la necessità, soprattutto per gli esercizi commerciali e pubblici, di dotarsi, prima dell’arrivo della stagione estiva, di idonei serbatoi di riserva idrica.”

“E’ questo l’esempio di una comunità chiamata responsabilmente ad attrezzarsi di fronte alla crisi climatica – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Le emergenze vanno prevenute anche attraverso una cultura diffusa ed il bilancio idrico va sempre tenuto in equilibrio; è questo l’obbiettivo alla base del principio di invarianza idraulica, affermato negli anni dai Consorzi di bonifica: qualsiasi intervento sul territorio deve mantenere le precedenti condizioni di gestione delle acque.

“Nel comprensorio del Sinistra Sele si suggerisce quanto stiamo proponendo, su scala ben più ampia, con il Piano Nazionale Invasi, mirato ad aumentare l’acqua meteorica, che attualmente riusciamo a trattenere come riserva e quantificata nell’11% dei 1000 millimetri di pioggia, che mediamente cadono ogni anno sull’Italia, seppur in maniera sempre più localizzata – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Nel Piano di Efficientamento della Rete Idraulica del Paese sono previsti, per il Sud, 4 nuovi bacini ed il completamento di altri 6 per un investimento complessivo di 954 milioni di euro, con cui incrementare la capacità complessiva di oltre 231 milioni di metri cubi, garantendo al contempo quasi 4.800 posti di lavoro. Ci sono inoltre 45 invasi, che necessitano di una profonda manutenzione dall’interrimento, che oggi ammonta a quasi 69 milioni di metri cubi, cioè oltre il 10% della capacità; il costo stimato è di circa 275 milioni di euro, dando occupazione a 1372 persone. I progetti sono definitivi ed esecutivi in grado, quindi, di rispettare i cronoprogrammi europei; per questo, chiediamo il loro inserimento nel Piano di Rilancio e Resilienza. Aumentare le riserve idriche – conclude Gargano – non rappresenta più un’opzione, ma è diventata una necessità.”