Campania: Confagricoltura “Ad Agricoltura100 premiata azienda Sorrentino Vini, esempio di sostenibilità ambientale e qualità”

Ieri a Torino, nel quado della presentazione di AGRIcoltura100: la sostenibilità delle imprese agricole per la ripresa del Paese, il primo rapporto promosso da Reale Mutua in collaborazione con Confagricoltura e realizzato da Innovation Team del Gruppo Cerved – che ha indagato l’impegno delle aziende agricole italiane nei diversi ambiti della sostenibilità, è stata premiata l’azienda Sorrentino Vini di Boscotrecase (Napoli), per l’impegno nella sostenibilità ambientale con una menzione speciale per la qualità delle produzioni agroalimentari.

AGRIcoltura100 è un progetto pluriennale nato per monitorare e valorizzare il contributo dell’agricoltura alla crescita sostenibile dell’Italia e alla sua ripartenza dalla crisi del Covid-19. La prima edizione ha visto la partecipazione di ben 1.850 imprese agricole di tutti i comparti produttivi e le regioni d’Italia di queste 109 individuate in Campania. Il modello di analisi ha elaborato i dati di 234 variabili e prodotto per ogni azienda 17 indici per altrettanti ambiti di sostenibilità.

Alla luce di questa severa selezione sono emerse anche le qualità della Sorrentino Vini: tre generazioni di viticoltori con una direzione al femminile e con il piglio di chi ama raccontare il proprio territorio, 40 ettari di vigneto allevato a “pergola vesuviana” e a spalliera con piede franco in conduzione biologica e vegan e ancora riprodotto per talea con la tipica “calatura vesuviana”. Un lavoro certosino svolto alle falde del Vesuvio, su un’altimetria variabile dai 200 ai 600 metri sul livello medio del mare, con terreni vulcanici sciolti, porosi, ricchi di lapilli e ceneri poveri d’acqua per una resa media annua di circa 240mila bottiglie nell’area Doc del Lacryma Christi, tutti in Parco Nazionale del Vesuvio.

“E’ un premio che ci inorgoglisce e che riguarda l’attività di tre generazioni dedicata alla volontà di preservare vitigni autoctoni come Caprettone, Falanghina, Catalanesca, Piedirosso e Aglianico – dichiara Benigna Sorrentino. Il lavoro in azienda è condotto “Mediante un continuo studio sulla natura dei terreni molto complessi – aggiunge la titolare dell’impresa – che se da un lato sono ricchi di minerali e non favoriscono l’insorgenza di patogeni, hanno gli svantaggi della notevole variabilità nella texture, dell’aridità e della necessità di essere resi idonei e adatti ai vari vitigni con le specifiche  tecniche che migliorino le loro potenzialità”.

Svantaggi che si risolvono “Apportando oculatamente sostanza organica, mediante la tecnica del sovescio con il favino e il riutilizzo nella compostiera aziendale degli scarti di potatura”.

Il risultato di tale procedimento consiste nell’arricchimento di azoto del terreno, derivante dalla microflora batterica del legume, che contribuisce a combattere il proliferare di microrganismi patogeni, ma non solo: contribuisce notevolmente al lavoro in cantina, da dove escono tre linee di prodotti di assoluta qualità.

La Sorrentino Vini è autrice di due spumanti – uno da uve di Piedirosso su lieviti autoctoni ottenuto con metodo charmat lungo 10 mesi e l’altro da uve di Caprettone con metodo classico e charmat lungo, oltre che dei classici rossi dell’area di produzione Doc del Lacryma Christi, ai quali riserva un invecchiamento in legno, mentre l’acciaio è utilizzato su tutti gli altri rossi e su tutti i vini bianchi.