La Voce e la Vita della Chiesa: antica festa della Candelora

Diac. Francesco Giglio

Il 2 Febbraio, il giorno della Candelora, la Chiesa Cattolica ricorda la Presentazione di Gesù Bambino al Tempio e il rito della Purificazione della SS. Vergine Maria, come narrati nel Vangelo di Luca (2.22-39). Trascorsi 40 giorni dalla nascita di Gesù, Maria e Giuseppe portarono Gesù al tempio di Gerusalemme per compiere quanto stabilito dalla legge ebraica. Secondo la legge di Mosè ogni primogenito maschio del popolo ebraico era considerato offerto al Signore, ed era necessario che dopo la sua nascita i genitori lo riscattassero con l’offerta di un sacrificio. Inoltre, secondo la stessa legge di Mosè, una donna era considerata impura del sangue mestruale, indipendentemente dal fatto che il nuovo nato fosse il primogenito o no: l’impurità durava 40 giorni se il figlio era maschio e 66 giorni se era una femmina.

Dal punto di vista liturgico durante la celebrazione si effettua la benedizione delle candele, simbolo di Gesù come “luce per illuminare le genti” così come venne chiamato dal vecchio profeta Simeone al momento della presentazione al tempio di Gesù. Noi cristiani proclamiamo che Gesù Cristo è la “Luce che illumina tutte le nazioni”. Tra la festa di Natale e quella di Pasqua, molti popoli ricordano con una “processione di luci”, che Gesù è l’autentica luce del mondo. L’odierna festa della “Presentazione del Signore al tempio” affonda le sue origini in un’antichissima festa che i cristiani di Gerusalemme celebravano quaranta giorni dopo l’Epifania. Con il passar del tempo, i credenti di Roma cristianizzano in questo modo la festa pagana della luce. A partire da allora, la processione di torce che illuminava le strade della città diventa, per i cristiani, occasione di celebrare Cristo come luce del mondo. Nel VI secolo, l’imperatore Giustino la diffonde in tutto l’impero. Simbolo di questa luce sono le candele che proprio in questo giorno si accendono durante il rito religioso e che poi vengono donate ai presenti. La festa viene osservata anche dalla Chiesa ortodossa e da diverse chiese protestanti. In passato veniva invece celebrata il 14 febbraio, cioè esattamente 40 giorni dopo l’Epifania.

Questa festa segna anche la fine del tempo di Natale per cui la tradizione conferma che è questa la data in cui si dovrebbe togliere il presepe. Negli ultimi anni, invece, è diventato uso togliere il presepe il 7 Gennaio, dopo aver festeggiato l’Epifania ed aver aggiunto le statuine dei Re Magi. Probabilmente questa data è stata imposta più che altro dai ritmi consumistici delle feste natalizie, che  iniziano in anticipo già a partire dai primi giorni del mese di Novembre (data in cui cominciano gli addobbi natalizi nei centri commerciali) per poi concludersi con l’Epifania. Esiste invece una data precisa in cui deve essere smontato il presepe infatti secondo la tradizione cattolica, il presepe deve essere tolto il giorno della Festa della Candelora, che coincide con il  2 Febbraio. Questa usanza, a molti sconosciuta, sta cominciando a ritrovare interesse, anche e soprattutto grazie alla riscoperta delle tradizioni autenticamente cristiane, tra le quali la stessa festa della Candelora. Questo nome deriva da “candelorum”, ovvero la benedizione delle candele che avveniva in questa data. In realtà la tradizione di questa festa risale a tempi ancora più lontani, ma poi fu fusa con le celebrazioni cristiane diventando quella che conosciamo oggi. La Candelora era prevista già nella tradizione celtica, per esempio, con l’Imbolc, la festa della luce, una sorta di rinascita che prelude all’uscita dall’inverno. Anche gli antichi romani celebravano una sorta di festa delle luci, la Lupercalia.

Tradizionalmente viene considerato anche come  il giorno in cui capire come andrà il resto dell’inverno in base alle condizioni meteo del 2 febbraio. La Candelora si celebra subito dopo i giorni della Merla, ovvero il 29, 30 e 31 gennaio.

Tra i detti più sentiti e citati sulla Candelora primeggiano i seguenti:

–        “Madonna della Candelora, dell’inverso mo sèmo fòra, ma se piove  o tira vento, de l’inverno semo ancora dentro”.

–        “Se p’a Cannelore ne chòve ‘u virne se ne more”  ovvero: “se nella Candelora non piove, l’inverno muore”.

–        “Candelora, Candelora se c’è bel tempo siamo fuori dell’inverno…se piove e se c’è vento ancora 40 giorni di tormento.

In Italia non ci sono differenze solo per quanto riguarda i proverbi sulla Candelora e sull’eventuale uscita dell’inverno. In alcune zone, infatti, questa festa assume nomi diversi. Per esempio in Piemonte viene chiamata il ‘Giorno dell’orso’: la leggenda vuole che l’orso, in questa giornata, esca dal letargo per valutare come sia il tempo: se l’inverno è già finito può tornare fuori definitivamente, se invece continua a far freddo se ne può tornare nella tana.

In questa stessa data la Chiesa celebra la 25° Giornata della Vita Consacrata. In questa occasione tutti i consacrati (religiosi e religiose) rinnovano l’impegno ad essere «luce del mondo e sale della terra», a operare per la pace e la fratellanza e per essere, come dice Papa Francesco: “uomini e donne che illuminano il futuro”.