Vallo di Diano: tratta Sicignano degli Alburni – Lagonegro, on. Ferraioli “Occorre commissario governativo”

Carmela Vece
 “Riemerge, in Campania, ancora  oggi e a distanza di moltissimi anni, la necessità del ripristino di un tratta ferroviaria (Sicignano degli Alburni – Lagonegro, sospesa nell’aprile 1987)non si sa da chi e perché, in occasione di lavori di elettrificazione della linea ferroviaria Battipaglia -Potenza,  sulla quale incideva la suddetta tratta, di diramazione per Sicignano degli Alburni /Lagonegro. Una vicenda, che ancora da’ adito a discussioni, a proteste, a incontri, e ad aspettative dei cittadini di Polla, di Sala Consilina, di Pertosa, località  turistica di chiara fama per le sue uniche e bellissime grotte, di Padula, località non meno nota  per la sua famosa Certosa di San Lorenzo, risalente al 1300”. Lo si legge nel testo di una interrogazione urgente presentata dalla deputata di Forza Italia eletta in Campania al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e al Ministro dei Trasporti, Paola De Micheli. “La riattivazione di una tratta ferroviaria, essenziale alle esigenze di viaggio dei numerosi turisti che quei luoghi frequentano è la sola felice alternativa all’ intenso traffico che si registra sulla Autostrada Salerno-Reggio Calabria e, prima ancora,  alla necessità di sottrarsi  all’ inutile e faticoso arrancare di autobus (messi in campo da ditte  locali, operanti  in monopolio assoluto) che senza circolano nell’ampio contesto di quel territorio. Il “ lusso” di un banale, comodo viaggio  in treno non è, ancora, oggi consentito: l’ abbandono della tratta in questione sopprime la libertà di movimento, alimenta il rischio dell’isolamento e ingenera lo  spopolamento dei Paesi del Vallo di Diano e delle zone più interne e antiche del Cilento e degli Alburni. Numerose sono state le risposte alle esigenze dei pendolari, dei turisti, degli abitanti , ma nessun progetto ha mai avuto seguito . E però, poiché il diavolo fa le pentole e non anche i coperchi,  si è avuta contezza, a far data dal 20. 01. 2021, di uno Schema di DPCM (all.1) sottoposto alla attenzione del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentito il Ministro dell’economia e delle finanze e previo parere delle competenti Commissioni parlamentari. Un provvedimento avente ad oggetto: interventi infrastrutturali  di elevato grado di complessità progettuale; di procedure tecnico-amministrative complesse o che comportino un rilevante impatto sul tessuto socio-economico a livello nazionale, regionale o locale, sottoposti  alla attenzione  di plurimi Commissari straordinari. Si attende, ora, il fattivo intervento di  un Commissario straordinario (già indicato nella persona dell’  Ing. Vera Fiorani, ex art. 9 D.L 76 2020 ) preposto alla gestione degli

interventi infrastrutturali relativi alla realizzazione della nuova linea ferroviaria Ferrandina-Matera La Martella,   degli interventi infrastrutturali sulla linea Salerno-Reggio Calabria e degli interventi infrastrutturali sulla linea ferroviaria Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia.
Una risposta inaspettata e, per di più, connessa  ad un’opera immediatamente cantierabile, che insiste su una linea ferroviaria già esistente e che non necessita di elettrificazione o di modifiche di tracciato. Può il commissario straordinario ignorare il diritto di godere “ dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che la Carta costituzionale garantisce su tutto il territorio nazionale” (art. 117, comma 2, lett. m) e, nel caso in esame,  si può ignorare la “ valorizzazione dei beni culturali e ambientali”, come prescritto dall’art. 117, Cost, comma 3), a disdegno delle libertà e dei diritti di  un bacino di utenza di circa 100.000 abitanti? U numero, questo,  ben superiore a quanto occorrerebbe per la realizzazione della nuova linea ferroviaria Ferrandina-Matera La Martella! Esiste, in argomento,  uno  studio di fattibilità commissionato da Rete Ferroviaria Italiana, per un costo di 160 milioni di euro… (quasi la metà dei 300 milioni inizialmente previsti) recuperabili dalle risorse del Recovery Fund e del Green Deal, destinate ad un più ampio progetto di finanziamento per il rilancio delle infrastrutture, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno”, conclude.