Parmenide di Elea-Velia ed il suo pensiero universale per un mondo nuovo

Giuseppe Lembo

Il passato cilentano ha una tappa di umanità storica e di pensiero, importante nel percorso  della sua storia territoriale. Una tappa storica dalle radici lontane che, ancora ha una grande utilità non solo per il nostro presente, ma anche per il futuro che verrà.

Una tappa storica e del pensiero umano che affonda le sue profonde radici nel lontano tempo del V secolo a. C.

In primo piano la Scuola eleatica con al centro della scena del sapere universale il Filosofo PARMENIDE, maestro del pensiero dell’universalità dell’ESSERE IN DIVENIRE che, ancora oggi, dopo il suo lontano passato, è all’attenzione di un’universalità che oltre il Presente, diventerà sicuramente “pilastro di saggezza” anche per il Futuro.

Un pilastro di saggezza che ha visto in primo piano la Terra cilentana, meglio definibile, Terra dei SAPEREI dell’ESSERE IN DIVENIRE, in sé radici valoriali di un sapere dell’UOMO universalmente inteso, il solo che può salvare il mondo e la sua UMANITA’.

L’umanità di tutta questa grande ricchezza del mondo è nei valori dell’ESSERE IN DIVENIRE, da secoli parte di NOI, per la genialità generatrice di PARMENIDE, il cui ben conservato pensiero è arrivato a NOI nel poema didascalico “Περί Φύσεως” . Nel saggio pensiero di Parmenide, grande risorsa per NOI di un tempo lontano assolutamente nuovo, è soltanto l’ESSERE che può essere pensato, mentre il non – ESSERE non può essere l’oggetto del pensiero, in quanto rappresenta in sé qualcosa che equivale al non pensare.

Il pensiero è l’ESSERE; forma, in quanto ESSERE limitato l’oggetto del pensiero, il tutto simile ad una massa di una sfera rotonda pensante, a partire dal centro in ogni direzione.

Questo pensiero del mondo parmenideo, oggi è parte di NOI, ma poco saggiamente indifferente ai più, intellettuali cilentani compresi che, dimenticando senza una ragione, le radici del passato parmenideo, nel diventare sempre più indifferente all’ESSERE IN DIVENIRE, si lasciano prendere dal devastante mondo del non–ESSERE. Tanto, affidandosi al solo non-ESSERE, il “niente”, il “nulla” esistenziale che, in modo devastante e senza valori, rappresenta il “nulla esistenziale” dell’avere/apparire, oggi tristemente padrone del Mondo, sempre più prossimo al disastro. Oltre a fargli un male da morire, potrebbe catastroficamente distruggerlo, cancellando così anche il mondo dell’ESSERE, vittima del suo contrario, il non- ESSERE, in sé il “niente” il “nulla esistenziale”, sempre più vicino alla fine del tempo, annunciata e costruita dalla disumana volontà dell’UOMO, di un tempo disumano,  attivo protagonista del non-ESSERE.

Riportare, all’attenzione del presente, attualizzandone i percorsi cilentani, il pensiero dell’ESSERE IN DIVENIRE, così come lasciatoci dal Mondo antico del V secolo a. C., è una saggia necessità per il Tempo del Terzo Millennio, un tempo nuovo, ma fortemente confuso sui valori umani che riguardano l’ESSERE IN DIVENIRE. Che riguardano il passato misto ad un presente umanamente poco attento a se stesso, rinnegandosi con percorsi di un fare materializzato fatto di un avere/apparire che, facendosi un male da morire, è sempre, più indifferente all’ESSERE IN DIVENIRE, scegliendo la via del non-ESSERE, ossia del “niente” che è tragicamente e tristemente dannosa per il Futuro umano. Un Futuro sempre più incerto, sempre più umanamente negato ai valori esistenziali, senza i quali l’Uomo del nostro tempo, corre velocemente verso il nulla del non- ESSERE. Tanto facendosi un male da morire e facendo male all’Umanità dove ogni Uomo, in quanto ESSERE IN DIVENIRE, deve evitare di ritrovarsi sulla strada del non-ESSERE che, purtroppo, in quanto non -ESSERE, si nega al Futuro.

Il Cilento, come dalla storia umana e del pensiero del suo passato, è stato la saggia Terra dell’ESSERE IN DIVENIRE di Parmenide, con valori di Umanità, universalmente intesi, pervenuti fino a NOI; fino ai nostri giorni, con la grave e purtroppo crescente indifferenza del nostro tempo, che va tristemente soffrendo della grave sofferenza uomo/uomo ed uomo/natura.

Tanto, facendosi un male da morire e facendo tristemente male al Mondo che ha assolutamente bisogno di nuovi e saggi percorsi antropici, per non morire di UOMO che, da risorsa umana diventa sempre più, disumana, perdendo le sue caratteristiche dei valori universalmente intesi, il triste negativo del Mondo, facendosi male e facendo male, all’insieme umano del Mondo. Tanto, per avere dimenticato il percorso del saggio vivere umano, ritrovando le radici dei valori dell’ESSERE IN DIVENIRE che hanno come Terra/Laboratorio di nuove esperienze di umanità il pensiero universale di Parmenide, basato sui valori dell’ESSERE IN DIVENIRE. Il Cilento è “ombelico del mondo”. Ha in sé la saggia dimensione di universalità umana, da “CILENTO MONDO”.