Oltre il Coronavirus

Dott. Carmine Paternostro

Notizie vere false, esagerate, contese tra Stati, qualche sapiente pronto ad esprimersi, stampa, TV, borse in picchiata, Soloni che dettano leggi, terapie, consigli, prospettiva di rinascita: quali? Patrimoniale temuta? Eh, sì perché ai nostri politici servono soldi e, sventurato chi ha comprato con i pochi risparmi di una vita, dedicata al lavoro, una casetta o, peggio per lui, ereditata dagli avi (quella generazione dimenticata, che, sfidando miseria e fumi di guerra, ha ricostruito l’Italia), che non riesce vendere o fittare: non ci sono in circolo Globuli vestiti di eritros, (leggi: danaro) ad apportare salutare ossigeno saturatore (leggi: non dico ricchezza, ma almeno benessere). Sentenza: che diventi povero chi ha in mano un mattone! Le figure che decidono i nostri destini, sulle alte poltrone di comando, tentano di rimboccarsi le maniche, ma si accorgono d’essere senza camicia, in procinto di contrarre, nella migliore delle ipotesi, un raffreddore, che potrebbero trasmettere agli altri. Che sciocco! hanno già trasmesso e, da anni, una pandemia che ci ha messo in ginocchio dopo gli anni 60. Questa è la cupa realtà odierna, di cui siamo ignari protagonisti, in silenzio. Ne ho piene le orecchie!  Si stava male sotto i Borboni? Ma almeno si mangiava pasta e fagioli! Sarebbe seguita un’unità d’Italia con antipasto, primo, secondo e magari con dolce e con frutta? Sì, ma per quelli di ieri, delle nebulose regioni della Gallia di Cesare, intendo al di quà del Rubicone Citeriore! In un’Italia, sezionata brutalmente a metà, chi elemosinò altrove, ottenendo spesso affermazione e ricchezza e chi dovette imbracciare il fucile: Brigantaggio? Partigianeria eroica? Si pronunci Lombroso o meglio storici. Ne hanno detto tante… anche a me, a scuola. Oggi se chiedi all’esame di virologia notizie sul virus, pardon, sul Covid 19, l’allievo conseguirà il massimo e lode! Propongo, allora, per i meno studiosi, magari raccomandati dal mondo influente, una domanda a piacere: notizie sul Coronavirus. Sarà un successo anche per loro, insomma, per tutti! Ed il virus ha vinto ancora! Ma forse i geni, in cabina di regia, ne sanno… quanto? : proposte, mascherine, martelli pneumatici, mentre scoppiano cuore, rene, intestino… ma, allora, scopriamo che c’è l’eparina, la idrossiclorochina, (erroneamente avevo scritto colchicina. Cancello, potrei ispirare altre idee, contagiando, qualche cervello…), chissà, forse la L asparaginasi per contrastare l’ingresso del virus, anti infiammatori (esempio, Cox 2)? … Qualcuno avrà visto anche bene le cose, altri avranno pensato di saperne di più, mentre in tanti piangono (a distanza) i loro defunti! C’è il sole, un sole primaverile che non godevo da anni, virtù della stasi mondiale, dell’inquinamento finalmente ridotto. E, oziando, nel rimpianto di asparagi nelle vecchie colline, di pesca sul mare e tra poco di funghi, mi affaccio al balcone a nutrirmi di ossigeno e di vitamina D3, nell’attesa di fare qualcosa. Sgorga dal cuore qualche timido accenno poetico:

“E’ ricomparso il sole.

Vedo uccelli penetrare i raggi dorati.

L’uomo ha deposto il fucile.

Cinguettano liberi.

Riusciranno ancora?”

Nel tepore e nel silenzio del tempo, improvvisi, echeggiano i celeri passi di una signora ansimante, tesa, nervosa. Chiedo: “è successo qualcosa?”, lei alza lo sguardo, mi fissa implorante: “dottore, venite, mia madre…”, Corro, senza sapere. Sul sedile dell’auto si sveglia e mi fa l’occhiolino una mascherina chirurgica, posta lì precauzionalmente, chissà… potrebbe servire, infatti, dopo giorni di reclusione domiciliare, esco! Carabinieri? Blocchi? Modulo? Giustificazione? Che mi frega, sono medico! Sto lucidando un giorno di pensione, facendo del bene! Entro nella dimora, non mi pongo il problema se, casomai, il celebre virus avesse posto un agguato e, nell’angolo buio di una stanzetta, noto una vecchietta attempata, rugosa, rigida, inerte. Il cuore è parcheggiato in divieto di sosta, bisogna metterlo in moto e trovare un altro parcheggio. La rianimo. Non ho spaccato le costole alla pressione, ho eseguito bene il massaggio, il cuore scivola come un ruscello, impattando ogni tanto qualche duro macigno, ma va. Riprende il respiro, la signora sorride. Ero contento, come se avessi vinto una tappa al Giro d’Italia. Intanto la gente del vicinato, curiosa, si era accalcata, rimaneva sorpresa. La figlia felice: “grazie dottò, hai fatto il miracolo!”  A casa, riferisco ai miei familiari, forse orgoglioso, sembra mi vanti. Qualcuno obietta, mi rimprovera, tuona che al mio posto avrebbe evitato l’autocelebrazione, il vanto, la vanità, che, piuttosto, avrebbe preferito, tornare dietro le quinte, in oscuro silenzio. Insomma mi veste di quell’Erodoto storico, enfatico, teatrale, forse adulativo. Ma coscientemente replico: “mai nascondersi dietro virtù e capacità se si vuol far progredire il mondo. Il silenzio non lievita, l’esempio, l’emulazione dà frutti. L’introversione non giova. Siamo fatti per aprirci al mondo, pur lavorando in umiltà. Perché nascondersi? La consapevolezza non è vanto, orgoglio, vanità, il nascondersi è indice di un immotivato complesso di paura ed inferiorità. Alzare la testa è sicurezza in tutto, nell’affrontare e superare gli ostacoli. Bisogna essere più di quello che riusciamo a mostrare per essere noi. Bisogna non essere schiavi dei nostri complessi, avere la forza di cavalcarli e deriderli. Ognuno conosce sé stesso, gli ostacoli che, dispettosamente, si frappongono sul proprio cammino. Bisogna porsi in vetrina o allo specchio per esaminare sé stessi e compiacersi per l’aver resistito agli ostacoli posti dall’io, usare un’intima forza per credere in sé, senza nascondersi, quasi a fuggire da deboli, dormire sconfitti, porsi nell’ombra, perché il sole dà vita!”

Nell’inconscio ho rievocato esperienze passate, consumate sul ring di uno studio, dove sono sfilate generazioni di menti, pensieri, che hanno apprezzato un lungo lavoro di merito e di richieste, pretese, talora assurde, anteposte alla richiesta di un farmaco per la loro salute. Ho ripercorso quei labirinti mentali contorti di ansie, depressioni, astruse costruzioni ideali, idee ossessive, disturbi di socializzazione, adattamento, i “complessi”, il nascondersi, l’avere paura di quel giudice infallibile, critico, mortificante, imperioso, che si cela nella propria coscienza, col dito puntato, pronto alla condanna ed il fuggire verso una rimozione, apparentemente di pace.

Mi sveglio. E’ stato un sogno! Ma la coscienza era sveglia!