Campania: FedAPI sensibilizzazione contro spreco alimentare

La campagna è partita ieri, giovedì 26 novembre, aperta da un dibattito online sul tema a cui, insieme al Presidente Nazionale Pietro Vivone e al Responsabile del Centro Studi dott. Antonio Procida, hanno preso parte: l’On. Maria Chiara Gadda (IV), prima firmataria della legge 166/2016, c.d. “antispreco”; la dirigente nazionale CIU Laura Aramini,
il Presidente di FAGRI Campania Antonio Grieci e il CEO della startup
Smart-Eat Antonio Buggi.
Lo scopo di questa campagna di sensibilizzazione è incentivare le aziende a donare le proprie risorse in eccedenza che altrimenti andrebbero sprecate.
Di seguito l’appello del Presidente Vivone:
«Grazie alla c.d. legge antispreco promossa dall’On.Gadda, l’Italia è all’avanguardia nel contrasto allo spreco alimentare. Negozi, bar, supermercati, laboratori, ristoranti, mense e industrie alimentari possono quindi donare le proprie eccedenze in cambio di vantaggi fiscali, quali detrazioni sui costi di acquisto e di produzione dei beni donati.
Donare le eccedenze ha quindi un doppio vantaggio: si fa del bene a chi ne ha più bisogno e si recuperano costi che altrimenti potrebbero inutilmente gravare sulle casse aziendali.
Invitiamo pertanto le imprese interessate a rivolgersi a noi per donare: grazie al nostro network, non ci limiteremo alla sensibilizzazione ma ci occuperemo della formazione, dell’assistenza e di mettere in rete riceventi e donatori, guidando questi ultimi nell’ottenimento dei suddetti vantaggi fiscali».
Il dott. Antonio Procida, Responsabile del Centro Studi FedAPI, aggiunge:
«La legge Gadda rende sicuramente più chiare ed omogenee le regole fiscali.
La donazione non è considerata cessione dal punto di vista fiscale e quindi non genera nessun ricavo consentendo alle imprese di dedurre i costi della merce al momento dell’acquisto. Le operazioni sono equiparate a quelle di distruzione dei beni: nessuna imposta sulle merci in uscita, mentre è riconosciuta la detrazione dell’Iva assolta a monte.
Donare quindi fa bene al cuore ma anche alle tasche dell’imprenditore».