Salerno: 101 anni per padre Francesco Cavallo "Coronavirus, occasione per conversione"

Rita Occidente Lupo
Ha svoltato il secolo Padre Francesco Cavallo, 101 candeline sulla torta il 16 Novembre scorso, con i confratelli della famiglia saveriana. Lucido, attivo ed autosufficiente, continua a svolgere le  giornate al ritmo del silenzio interiore e della preghiera, non sottraendosi alla direzione spirituale delle anime, che telefonicamente conforta, ascolta, mena per la via della salvezza. Non nega la semplicità delle risposte, agl’interrogativi che tanti gli pongono, specialmente nel momento difficile della pandemia.
La prontezza, sempre quella di chi senza esitazioni risponde con le parole evangeliche. Non desiste dal benedire coloro che gli s’affidano col cuore fasciato di pene né guarda alle mode del tempo, nel  dispensare consigli di vita. Per lui, sempre la stessa strada da battere, fatta anche di penitenze e mortificazioni se necessarie, per forgiare l’anima alla santità. Quella che trapela dalla sua talare, sempre rigida sulla figura slanciata, dalla sua vista ancora di lince, nello scorrere non solo il breviario, dalla carità, nel saper ascoltare chi gli apre il cuore.
La sua vocazione missionaria, partì dal Sud. Nativo di Bari, ordinato sacerdote nel 1947, dopo gli studi a Parma si dedicò a feconde opere in America ed in Sierra Leone, curando la formazione dei novizi. Uomo di preghiera, esorcista arcidiocesano, più volte ha lottato col maligno, impossessatosi di anime.
“Tuttora prego telefonicamente con quanti mi contattano al cellulare- dichiara candidamente. perché non posso effettuare esorcismi personalmente, a causa del Coronavirus i superiori me l’hanno vietato, ma posso recitare varie orazioni che concorrono a sconfiggere il demonio. La mia giornata si snoda con la celebrazione eucaristica della Santa Messa quotidianamente in camera, su autorizzazione dell’Arcivescovo Bellandi e poi mi ritrovo nella cappellina dell’Istituto Saveriano dinanzi a Gesù Sacramentato: un’ora al mattino ed una il pomeriggio.
Avere il Signore accanto un onore, per cui dobbiamo corrispondere a questo grande dono che ci fa, facendoGli compagnia. Non guardo la televisione né leggo i giornali, per cui l’informazione sulla pandemia, è lacunosa. Apprendo dai confratelli qualcosa, ma resto nella mia dimensione di raccoglimento tutto il giorno, per le migliaia di persone conosciute negli anni e per chi continua a ricorrere a me: prego per tutti! Credo che questo virus, che sta seminando tanto dolore, sia permesso da Dio affinché molti possano convertirsi attraverso la sofferenza. E’ questa che porta le anime alla salvezza. Pertanto abbiamo l’occasione di convertirci in questi giorni, non sprechiamoli!”