Lina Fiorellini e gli Angeli

don Marcello Stanzione

 Lina Fiorellini originaria di Parma nacque il 1892 e morì nel 1974. Lina aveva conosciuto Padre Pio da Pietrelcina fin dal 1919, ed era stata subito attratta dalla santità del frate del Gargano, tanto da trasferirsi appena possibile a San Giovanni Rotondo. Abitando dapprima in una baracca di fortuna, che lei chiamava “ il pollaio”, per  le sue dimensioni anguste, e poi via via, con il formarsi e il crescere di un’autentica cittadella intorno al convento, in abitazioni più decorose. Padre Pio alla sua figlia spirituale Lina Fiorellini mandò un’immagine su cui scrisse di suo pugno: “San Michele ti protegga e ti difenda dal nemico infernale”. Questo augurio colpì molto l’anima della Fiorellini che nella sua biblioteca privata aveva un volume scritto, del 1869, dal vicario curato di Procida, Don Nicola Ricci, intitolato “La Quaresima di San Michele”. Il libro era composto da meditazioni in onore di san Michele da praticare per quaranta giorni. Lina Fiorellini voleva divulgare questo testo di devozione all’Arcangelo, ma poiché era difficile reperire copie di un libro pubblicato tanti anni prima, la Fiorellini pensò di farne stampare una nuova edizione e si rivolse a Padre Pio scrivendogli: “Padre, vorrei diffondere la devozione a San Michele Arcangelo per ottenere la pace nel mondo, per abbattere l’orgoglio delle umane passioni, in questa società sconvolta da guerre, discordie, stragi, orrori”. La risposta di Padre Pio fu positiva e incoraggiante. Allora Lina Fiorellini affidò il volume a Monsignor Cosimo Petino di Roma per la elaborazione dello stile linguistico perché ovviamente un testo del 1869 si esprimeva in un modo che ormai appariva desueto. Le Meditazioni furono ridotte da quaranta a trentuno per averne una per ogni giorno del mese. Le altre Meditazioni vennero riassunte in una Novena a san Michele. Il libro venne stampato con il nuovo titolo: “Le grandezze di San Michele”. Il libro fu edito per ricordare il trentesimo anniversario della stimmatizzazione del venerato Padre Pio che Lina Fiorellini riteneva: “Mia guida, mia luce, il mio tutto con il Signore”. Lina fece preparare una copia speciale, da offrire al Papa in pelle bianca e con fregi dorati. Il libro ebbe una grande diffusione e negli anni cinquanta fu tradotto in diverse lingue. In questo modo Lina Fiorellini, con l’incoraggiamento di Padre Pio, fece rinascere in tanti la devozione per San Michele di cui aveva compreso la grandezza e la fecondità spirituale.

  Lina fu creatura sofferente, viveva tutta per Padre Pio, tenendo corrispondenza con centinaia di conoscenti, diffondendo la conoscenza e l’insegnamento di padre Pio. Ma ecco come lei stessa ha documentato in un suo scritto l’inizio della sua devozione  per San Michele.  “Nel 1948 il Signore mi ispirò un’altra idea, e cioè: quella di far rivivere una antica devozione su San Michele Arcangelo, che incominciò a diffondersi quando il Signore fece conoscere al mondo l’amato Padre, con i segni della redenzione, come Gesù e che spesso come penitenza a chi si confessa con lui dava la preghiera su san Michele Arcangelo e di andare al suo santuario a Montesantangelo. Trovai presso una figlia spirituale qui del luogo, la signorina Nina campanile, insegnante, un unico esemplare mal ridotto. Me lo presentò per farlo riprodurre. E una sorellina spirituale di origine di Parma ma cresciuta a Roma, Lydia Mantovani, dottoressa in Lettere e impiegata da oltre venticinque anni al Ministero della Marina Mercantile, si presentò ad aiutarmi per farlo riprodurre. Questo libro era chiamato in un primo tempo, e cioè nel 1869, “Quaresima di San Michele Arcangelo”. Anche l’Ordine Francescano dei Padri Cappuccini la facevano due volte all’anno e cioè: prima dell’8 maggio, festa di San Michele Arcangelo, e prima del 29 settembre. Con l’edizione mia, fatta nel 1948, si è tolto il titolo “Quaresima  di San Michele Arcangelo”. Il testo antico era stato fatto per la prima volta  da don Nicola Ricci, Vicario perpetuo di Procida. Ma dopo la sua dipartita, nessuno più se ne era occupato. E fu così, che con l’approvazione dell’amato padre e il suo aiuto, nelle vie del Signore che lui solo conosceva, riuscii a fare la nuova edizione nel 1948, ripromettendo a me stessa che questo mio lavoro doveva essere per sempre una piccola goccia per la sua prima Opera “La Casa Sollievo della Sofferenza”.  Da allora, 1948, il suo apostolato di diffusione della devozione a san Michele Arcangelo non ebbe più tregua. Assieme a quella per padre Pio. Un tutt’uno che le consentiva periodicamente di portare “All’amato Padre” come si esprimeva lei, i frutti del suo lavoro. Li conglobava per le festività di padre Pio,  le ricorrenze della sua vita, e glieli offriva con filiale trepidazione, accompagnandoli con pergamene-ricordo. Alla stampa del 1948 seguì, dieci anni dopo, nel 1958, una nuova edizione. La morte, nel 1974, a ottantadue anni di età, le impedì di realizzare i suoi progetti. Aveva già precedentemente legato il suo lavoro all’Opera di padre Pio, da lei sempre seguita e sostenuta. Nel 1986 uscì, per interessamento del padre Pascal Marchal, un’edizione di questo libro, stampata in Belgio, che usufruì anche della prefazione della prima edizione del libro del 1948, ed era arricchita da una consistente documentazione sulle apparizioni di san Michele in vari paesi. Detta edizione fu stampata anche in lingua francese e tedesca, oggi tutte introvabili.