Campania: Covid-19, Sanità, Democratici e Progressisti, lettera a Presidente De Luca

La seconda ondata della pandemia nel mondo, sicuramente prevista ma molto sottovaluta, sta producendo con il suo andamento esponenziale nella crescita dei contagi nuove vittime e un congestionamento dei posti letto che desta l’allarme del personale sanitario. A questo si aggiunge che con il ritorno delle preoccupazioni e della paura, questa ha cominciato ad esprimersi – non senza giustificazioni – in manifestazioni di rabbia: segno di stanchezza ed espressione di forti disagi che la politica non può ignorare, una disperazione vera che già stanno provando ad usare come innesco di odio e di violenza. Le difficoltà a reggere l’impatto da parte del sistema sanitario, non solo in Italia, hanno fatto emergere come stiano pesando oggi tagli e politiche che hanno indebolito l’azione pubblica ed il sistema del welfare, e per questo il nostro impegno dovrà essere indirizzato a politiche che investano su scuola e sanità e sul sistema di welfare tutto, vigilando che non si siano più tagli indiscriminati: non sono questi settori aziendali che devono presentare bilanci in pareggio o addirittura portare utili. Per gli Enti del Terzo Settore, che si troveranno a dover sostenere vecchie e nuove povertà saranno non solo necessarie ulteriori azioni di sostegno oltre a quelle già messe in atto, ma si potrebbe pensare, così come propone la Caritas della Campania, anche all’istituzione di un Comitato Sociale Regionale con associazioni e forze sindacali. Va, tuttavia, messa in evidenza anche la lentezza ad apportare correzioni urgenti rispetto alla prima fase del COVID: «se prima c’era la giustificazione della pandemia improvvisa ora ci viene naturale chiederci perché farsi trovare impreparati a qualcosa di prevedibile e prevista». La stessa riapertura forse andava organizzata con gradualità, per evitare che prendesse piede l’illusione che tutto fosse superato e che si potesse tornare ai ritmi e alle abitudini di prima. Aver riaperto tutto e subito è stato un errore. Oggi non chiudere subito forse potrebbe rivelarsi un altrettanto e tragico errore. La Campania colpita gravemente dalla seconda ondata, nonostante alcune misure prese anche anticipando provvedimenti assunti poi da altre Regioni e dal Governo, senza misure straordinarie rischia di non reggere: le strutture ospedaliere sono già adesso in grandissima sofferenza. In questa situazione, all’indomani del voto, è necessaria una svolta politica che rafforzi i luoghi collettivi della decisione a partire dal Consiglio Regionale: non è tempo di guerre tra Istituzioni e di uomo solo al comando. Serve cioè capacità di decidere, ma anche maggiore coinvolgimento, ascolto e soprattutto occorre creare un clima di grande collaborazione tra le Istituzioni e l’insieme delle forze sociali e politiche, misure ragionate e coordinate tra Stato, Regioni e Enti Locali; si preveda anche la convocazione permanente dell’Assemblea dei Sindaci di ogni distretto ASL, si connettano le tante competenze e esperienze presenti nella nostra realtà. Noi siamo disponibili a fare la nostra parte, a sostenere scelte chiare su: ● un piano per rafforzare la struttura sanitaria e i centri covid, i covid residence, il reclutamento di medici e delle professioni sanitarie da stabilizzare nei prossimi 10 giorni. Ci chiediamo, ad esempio, se sia terminata l’assegnazione degli ambiti carenti 2018 e 2019, nonché se sia – quantomeno – stata avviata quella per il 2020; ciò consentirebbe il rafforzamento della medicina territoriale, rilanciando e estendendo i compiti e le funzioni dei medici di base; ci chiediamo se siano stati portati a termine concorsi pubblici per medici specialisti, partiti ad esempio in vari casi nel febbraio 2019 e rimasti inopinatamente “al palo” ben prima che scoppiasse l’emergenza Covid; ● un accordo trasparente con le strutture private affinché davvero collaborino per attuare – su disposizioni ed attento controllo della parte pubblica – un piano per avere più posti di rianimazione, più servizi e posti di degenza per evitare sospensioni e lunghe attese per chi ha bisogno di cure urgenti; ● misure vere e immediate per la mobilità, per consentire a chi deve andare a lavorare, studiare o spostarsi per altre ragioni, di poterlo fare in sicurezza, anche autorizzando il ricorso ad autobus turistici e Ncc, in particolare per quelli che effettuano servizio scolastico penalizzati a causa della chiusura delle scuole; ● prevedere la partecipazione dei lavoratori dello spettacolo, attualmente in stato di blocco totale, ad azioni di formazione e animazione, presso istituzioni scolastiche, centri ed associazioni che operano sul territorio, anche con modalità online finché l’emergenza sanitaria lo renderà necessario, onde sostenere le realtà più fragili, operando sia a vantaggio di bambini e giovani, sia di anziani, sia di adulti impossibilitati al lavoro, che troverebbero in attività laboratoriali un’opportunità di formazione culturale e socializzazione. Il decreto Ristori messo in campo dal Governo Conte rappresenta dal punto di vista economico un primo passo a tutela delle categorie più esposte sul piano occupazionale, ma servono misure ragionate e coordinate per evitare sovrapposizioni e per non lasciare fuori figure atipiche e non legalizzate (sappiamo bene che soprattutto in Campania e soprattutto per i settori colpiti dai provvedimenti di chiusura, la manodopera è costituita per lo più da personale precario e sottopagato, molto spesso in nero, alcuni dei quali hanno già perso il lavoro nella prima ondata). Le misure tampone possono bastare nell’immediato ma è ragionevole pensare che la pandemia non si arresterà a breve e allo stesso modo non possono essere positive le previsioni sulla tenuta economica e l’occupazione. Se è così, sarà necessario adottare misure in grado – utilizzando pienamente tutte le risorse disponibili, a partire da quelle europee e rimodulandole – di garantire sostegni per poi far ripartire le attività ferme o per crearne di nuove. Sulla base di quanto contenuto nelle misure assunte dal Governo, si può pensare ad un piano regionale concordato con il Governo e gli EE.LL., forze sociali con misure integrative e/o nuove da rivolgere a chi ha necessità di avere un sostegno aggiuntivo o ne è rimasto fuori. Si può pensare oggi anche oltre l’emergenza: – a lanciare un programma rivolto alla scuola, da realizzare per i prossimi cinque anni, che contempli la messa in sicurezza, di centinaia di edifici, la realizzazioni di nuove strutture, il cablaggio in fibra dei vari plessi scolastici, la dotazione per tutti i docenti e gli studenti di dispositivi adatti alla didattica a distanza e all’apertura al mondo digitale. Ma anche ad un piano di contrasto alla povertà educativa elaborato attraverso una azione sinergica tra istituzioni , EE.LL, associazioni professionali e culturali – ad aprire nelle prossime settimane una grande discussione per elaborare un nuovo modello di Sanità. Mettiamo a frutto ciò che drammaticamente sta facendo emergere la pandemia e coinvolgiamo le esperienze, le competenze generosamente emerse in queste settimane, per non farci trovare mai più impreparati, per organizzare servizi, a partire da quelli territoriali. Sono solo due esempi, ma per segnalare che occorre oggi avere la forza di cambiare, di costruire un clima positivo per mobilitare energie ed avviare la progettazione anche per altri settori del futuro (vedi ambiente, lavoro, turismo, trasporti agricoltura, digitalizzazione, Pubblica Amministrazione, politiche industriali). Futuro che, soprattutto i giovani, si sono visti mettere in discussione prima dalla precarietà divenuta condizione di vita e poi dal Covid. La chiarezza su questi aspetti, non solo ricreerebbe un clima di fiducia, ma risponderebbe alle tante domande , esigenze, preoccupazioni di quanti manifestano o restano in silenzio e pensano di chiudere le proprie attività e serve una azione concertata con le autorità preposte alla sicurezza urbana al fine dell’adozione di misure per impedire infiltrazioni camorristiche e/o di facinorosi.

“Democratici e Progressisti per De Luca”